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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Amarti, Gesù,

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è sentire la profonda diversità della tua vita, così vicina a D** da darci scandalo, da farci inciampare sulla tua radicale libertà: l'assenza totale del peccato. Il senso e l'impronta della tua vita sono la libertà. Perché la libertà è solo la scelta di amare sapendo che è possibile  realizzare questa scelta solo nell'assenza del peccato, in quella libertà dal male che sei tu, Gesù di Nàzareth, figlio di D** e Messia di Israele. Questa libertà si scontra con estrema durezza con gli egoismi, molto comprensibili e molto umani, che si scatenano a Nàzareth al tuo arrivo in paese e nella sinagoga. Ma tutto questo è qualcosa che ci riguarda  profondamente, e allora ascoltiamoti con cuore povero, con un cuore che aspira a quella libertà che solo tu doni e che ci fa zampillare come fresche fonti di acqua limpida e buona. Lc 4,16-30 " Gesù venne a Nàzareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo d

Vita da perdere,

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vita da vivere. Che cosa significa "seguirti", Gesù? Sei molto duro con Pietro, Gesù, ma ci sta. Pietro ha capito chi sei ma equivoca totalmente che cosa sei venuto a fare e come sei venuto a farlo. Sei un messia inattuale, per Simon Pietro, per Israele del tuo tempo e, temo, anche per noi che ti seguiamo in questo inizio del terzo millennio dalla tua incarnazione, dalla tua nascita. Tu sei un messia secondo il cuore di D** non secondo i  desideri delle donne e degli uomini. Per i nostri desideri, anche quelli più pii e religiosi, anche quelli intrisi maggiormente della scelta di amare, il fatto che tu finisca sconfitto e ucciso in croce, nel patibolo ripugnante della croce, è qualcosa contro cui gridare: « Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai ». Ma D** vuole, è esattamente la sua intenzione: attraversare i nostri inferni e salvarci, nonostante la nostra continua ribellione al Suo Amore, e di farlo con te, per te, in te. E tu, Gesù, lo vuoi come lo vuole tuo Pad

La vanità

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nell'essere umano è il peccato peggiore, perché dà la morte senza rendersene conto e senza saperlo. Infatti la vanità è sempre stupida, oltre che cattiva, perché è un sentimento di superiorità che si fonda sopra l'inconsistenza delle proprie doti viste attraverso la menzogna indulgente che abbiamo verso noi stessi. Questo brano di Marco, Gesù mio, lo testimonia con rara efficacia. Ascoltiamo Marco e pensiamo a te che amavi Giovanni e che vedi in lui colui che ti apre la strada, anche quella della morte e della umiliazione, nel trionfo dell'amore di D**. Mc 6,17-29 " Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltar

Prepararsi

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senza sapere né quando né come. Questo è il regno dei cieli. Il nostro spazio-tempo è segnato dall'attesa piena di fiducia sul tuo arrivo. Attesa prudente e attenta, però, perché puoi tardare o arrivare troppo presto, secondo i nostri conti, e noi dobbiamo sempre essere in grado di accoglierti come meriti. Ma qui, dove siamo prudenti e fiduciose nell'attesa del tuo arrivo, è importante che siamo insieme perché solo insieme ti accogliamo, ma pure che ciascuna di noi sappia di poter contare solo per se stessa perché l'olio che abbiamo non può essere regalato in quanto è necessario a ciascuna di noi e per dare energia alle nostre lampade e, così, poter fare luce al tuo arrivo. Ascoltiamo la tua voce. Mt 25,1-13 « Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero

Nell'ora ignota

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viene l'amore: un ladro nella notte, che non avvisa della sorpresa. Ma che desidera trovare gioia al suo arrivo. Gesù, il segno della Presenza di D** (Padrone Sposo Padre Madre Sposa Amica Sapienza...) è forse la sua assenza? Questo suo fidarsi delle sue serve e amiche? O magari proprio di quel suo collaboratore cui affida le chiavi di tutto? E chi è questo collaboratore? Gesù, questa tua parabola mi sembra sempre un poco inquietante, proprio per questa "assenza presente" che tu attribuisci al D** di Israele e delle Genti, che tu chiami Padre. D'altra parte non devo fare alcuna esegesi, ma solo descrivere i suoni che sento dentro di me alla tua voce che mi parla e mi accarezza. Per questo il primo passo è sempre ascoltarti nel mio silenzio. Mt 24,42-51 « Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Amare è libertà,

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ma la libertà vive nella sincerità e nella trasparenza. Quanto è evidente, Gesù, che non ti stai rivolgendo solo agli « scribi e farisei ipocriti » che popolavano il tuo tempo, ma a chiunque detiene qualche potere, anche e sopratutto a tuo nome e, così, può nascondere i suoi comportamenti e mascherare le proprie iniquità sotto le forme del tuo amore. Come è successo migliaia di volte, per esempio, ma è solo un esempio tra milioni, nel caso di Lorenzo Milani, prete in Toscana alla metà del Novecento e isolato a Barbiana, una parrocchia desolata dove "non poteva far danno", ma dove il tuo amore, Gesù, lo ha aiutato a fare molto più danno che se fosse stato arcivescovo di Milano. Perché il punto non è solo o tanto l'ipocrisia, nascondere ciò che siamo nelle vesti di ciò che dovremo essere, ma proprio la menzogna e l'inganno, lì dove abitano i satana. Ascoltiamo questa tua parola così dura e così importante. Mt 23,27-32 « Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomig

Cosa ci serve

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per stare davanti al Volto di D** e dentro il Suo Cuore? Amare. Qual'è il centro, il cuore pulsante della proposta di D** alle umane e agli umani? Pagare al Tempio le decime sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, oppure scegliere il 5 per mille per la Chiesa cattolica romana? Cos'è fondamentale per vivere nel cuore di D**: filtrare il moscerino o indossare una casula elegante come serve che sia, così che colpisca seriamente i fedeli con il prestigio dello sfarzo? Che cosa ci chiede davvero D** per portarci dentro le ricchezze dei suoi cuori pieni d'amore e di bisogni di amare? Ascoltiamo la tua voce, Gesù. Mt 23,23-26 « Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!  Guai a voi, scribi e farisei ipocr

Vieni e vedi,

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fai esperienza di D** e del Suo amore potente, infinito e delicato. Si tratta di esperienza, Gesù, è solo questione di conoscerti e di vivere con te, per capire, subito, che tu sei quell'amore che cerchiamo sempre e che troviamo solo se troviamo te che ci aiuti ad amare e lo fai amandoci. Ma l'esperienza che facciamo di te è quella che ci dice che delle persone e delle vite bisogna fare esperienza, conoscerle, senza fermarci ai pregiudizi e ai luoghi comuni per cui « Da Nàzareth può venire qualcosa di buono? ». Da Nazareth, città mai citata nella Bibbia e sepolta lassù nella "Galilea delle genti", sei venuto tu, Gesù, sposo, re, signore della liberazione delle libertà di amare in tutte le vite dei "multi-mondi" in cui viviamo. Così dell'amore si fa solo esperienza, e ciò che conta nella nostra vita è questa esperienza di essere amati e di amare. Davvero dobbiamo venire da te per vedere, sentire, assaporare il gusto dell'Amore che ci vive. Ascoltiamo

Il sapore

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di Dio. Gesù, amore e re, sulla dichiarazione di Pietro tu fai una dichiarazione impegnativa e importante, dichiarazione su cui è stato costruito molto, e non tutto quello che abbiamo costruito sulle tue parole è bello. Ma è semplicemente vero che tu reggi tutto, specialmente i nostri errori e che il tuo amore è più grande delle nostre malizie, perché nasce dal D** Vivente. Ma qual'è il tema di questo brevissimo e denso dialogo tra te e i tuoi discepoli? La tua identità? Che cosa "noi" (il "noi"  dei tuoi amici  di allora e il "noi" di oggi e di tutta la tradizione che si richiama a te e , in specie,  a questo brano) vediamo e che cosa accettiamo di ciò che sei venuto a fare, qui nella carne e nel mondo? Il tuo nome? Che cosa stai chiedendo ai tuoi amici di allora e a noi, che siamo qui dietro di te, a leggerti ed ascoltarti,  proprio  solo  grazie a quei tuoi amici che qualcosa di te l'hanno capita, l'hanno sentita, ce l'hanno trasmessa? A

Libertà

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di amare è la Parola di D**: Gesù Cristo Signore. Hai ragione, Gesù e dovremo ascoltarti con molta maggiore attenzione antropologica. A partire dalla considerazione che se D**, Eterna Presenza Potente, si incarna in un corpo umano maschio è, forse e sicuramente al tempo stesso e, insieme, chiedendo perdono per tutte le nostre approssimazioni e avvicinamenti al tuo amarci, è perché potevi salvarci solo condividendo la nostra idea errata di libertà e vivendo le nostre umilianti tentazioni. Quindi non siamo mai lontani da te, Gesù, nonostante i duemila anni passati e tutte le nostre tecnologia, e le cose che dici ai farisei si possono dire, pari pari, ai nostri vescovi, ai nostri preti, alle nostre religiose consacrate a te e al tuo D** Padre Madre, alle nostre sorelle e fratelli nel tuo amore che, a iniziare da chi ti scrive, Amico mio, vogliono far vedere quanto siamo brave e bravi a seguirti e a dire a tutte e tutti come si devono comportare. Sistemandoci le vesti e gli ornamenti. Asco

Il comando

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è il desiderio, perché in Te, Eterno Amare, volontà e amore coincidono. Il comando di D** è amare, ma amare non si comanda. O invece sì? Per sapere e agire ascoltiamo la tua Presenza, così viva nelle parole di Gesù, che ricollegano la Tua volontà non a un comando astratto e ineseguibile, come amare D** Uno e Lontano, ma il D** di Abramo, Isacco, Giacobbe, come hai appena detto ai sadducei, quindi il D** legato alle concretezze delle relazioni umane e dei loro significati nelle nostre vite concrete. Così amare non è obbedienza ma libertà ed è libertà di donarsi e essere donate, donati. Questa libertà che è il cuore pulsante del primo grande comandamento e della stessa realtà del Tuo amore per noi. Ma ascoltiamolo Gesù e dalla sua autorità amante.   Mt 22,34-40 " I  farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 

La durezza

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dell'amore e la severità dell'offerta di amore. Cr edo che l'esperienza più impegnativa e severa al mondo sia amare. E scrivo proprio dell'amare in tutti i suoi significati, a iniziare da quelli che ci ispirano immagini di tenerezza, passione e piacere. Come l'amare che una donna "regala" e offre alla sua creatura neonata, o l'amare fisico che a questa stessa donna offre un uomo, in tutta la sua potenza virile. E viceversa, e andando oltre, e pensando a ogni forma d'amore vi sia capitato di incontrare e sperimentare, senza giudicare se quell'amare sia giusto o sbagliato, ma solo se si è donato e se voi, tu che mi leggi, hai accettato quel dono o l'hai rifiutato o disprezzato o buttato via. Senza giudicare neanche te stesso ( 1Cor 4,1-5 ) ma solo accogliendo D**, Eterno Amare Paziente e Felice, che ci e ti parla in e con Gesù di Nàzareth, suo figlio e suo Santo, nostro re Messia. Allora, ascoltiamolo mentre ci parla della durezza dell'am

Il regno dei cieli

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e le confuse società della Terra. Mi piace molto, Gesù, questa parabola di Matteo, perché descrive bene la differenza di senso e di sapore che c'è nell'amore di D** verso di noi, verso di me, rispetto a come noi concepiamo l'amore e lo applichiamo nelle nostre relazioni umane, ahimè  così confuse e, spesso, violente. La differenza percorre la parabola e, per altro amico mio, tutta la tua vita e tutte le tue parole in tutti i vangeli. Il regno dei cieli è costruito sull'attenzione ai bisogni e alle difficoltà, non sull'attenzione ai meriti e parte dal principio della custodia e della responsabilità verso l'altra e l'altro, non prende in considerazione per nulla un principio di giustizia basato sui meriti e sulle capacità. Custodisco perché amo come sono amato, non perché chi custodisco merita il mio amore. L'amore che ci proponi e ci chiedi è una sfida per noi e per le nostre mentalità idolatriche che non considerano l'amore gratuito come fondamento d