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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Chi sei tu, D**,

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Altissima Potenza Amante? Ma ti rendi conto, Gesù? « Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato ». Mi fa impazzire pensare che alla richiesta di comandamenti e regole etiche che i tuoi discepoli fanno (« Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio? ») tu rispondi che devono "solo" credere in te, perché D** - Altissima e Innominabile Potenza, Fuoco che brucia il roveto senza consumarlo, ramo di mandorlo in fiore, delicatissimo e stupendo, a cui aggrapparsi perché capace di sostenerti - su di te, Gesù di Nàzaret, figlio di Maria e falegname, D** ha messo il Suo Sigillo. Sei tu l'opera di D**. Capisco Teresa di Lisieux, che voleva essere una palletta con cui tu giochi, ogni tanto, quando vuoi. Fosse anche che tu giochi con me una volta sola nella mia vita mortale, questo tuo gioco con me vale più di tutto il resto della mia vita messo insieme. Ma la cosa davvero conturbante e difficile è che D** ti manda nel Mondo proprio per salvare e risanar

La bellezza

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erotica di D**, la sua libertà di amare. Questo episodio del martirio di Giovanni Battista lo trovo sempre tristissimo, Gesù, perché contrappone l'intensa bellezza erotica di D** e la sua libertà alla miseria debole di poteri umani che vogliono vincere usando violenza contro gli inermi. Nella testimonianza di Marco ( Mc 1,1-8 ) " Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico " e si presenta nella  libera  bellezza che solo D** dona a chi si dona a D**, bellezza che Erodiade non concepisce e odia. Così uccide il Battista, approfittando  dell'erotismo di una ragazza nella sua danza, dove la violenza dei desideri di Erode si riconosce. Ascoltiamo la testimonianza di Matteo. Mt 14,1-12 " Al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».  Erode infatti aveva a

Farci abitare

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dall'amore di altre vite per noi e il mondo che viviamo: questa è fede. Non ti accolgono, perché non rispondi alle loro attese, non sei conforme a quelle che sono le loro vite. Non ti vogliono perché sei diverso. Loro ti conoscono bene e, quindi, ti rifiutano per come ti presenti. Infatti arrivi al tuo paese e ti metti nella posizione di chi offre la vita, di chi risana e guarisce. Ma loro ce l'hanno una vita, che non dipende da te e, anzi, a loro sembra che tu metti in pericolo la loro vita, che la metti a rischio proprio perché  rifiuti le loro attese . Loro ti conoscono bene, tu a loro non li freghi.  « Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose? ». Il rifiuto di Nàzaret è molto importante, Gesù, perché ci insegna che cosa significa, nelle nostre vite, l'

Anch'io,

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Gesù, credo e so che tu sei « colui che viene nel mondo ». E qui mi posso fermare, Gesù, magari unendo il ricordo di Maria che si siede ai tuoi piedi per ascoltarti e nulla le importa di tutto il resto, degli ospiti e della casa ( Lc 10,38-42 ). Dobbiamo scegliere la parte migliore, Gesù ed è quella che tu offri a Marta e che lei, con Maria e Lazzaro, sceglie senza dubbi ed esitazioni: tu, che sei la vita dell'Altissimo Amore che viene nel mondo perché ci ama, e ci abita. Ascoltarti a cuore aperto è il primo passo, quello necessario. Gv 11,19-27 " Molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.  Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».  Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ulti

La cerca.

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L'amore non accade, l'amore si cerca. L'amore per te, Gesù, non è un "colpo di fulmine", qualcosa che accade, quell'evento isolato e solitario che ti prende all'improvviso e ti travolge. L'amore per te, Gesù, va cercato, ogni giorno, e solo in questa ricerca costante d'amore ci può essere il "colpo di fulmine", può nascere l'evento inatteso e duramente cercato che cambia la vita, la carne, il cuore. L'amore è un dono che bisogna farsi fare a ogni costo.  "Ma che c'entra l'amore, raffaele? Qui il vangelo parla solo di regno dei cieli". "Regno dei cieli"? Siete sicuri? Gesù, amico mio, ma tu non parli solo e sempre d'amore? Facciamo così, ascoltiamo la tua voce e cerchiamo di farla entrare nella nostra vita. Mt 13,44-46 « Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.  Il regno dei cieli

La vita bella

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che tu hai voluto, Signore Gesù, è quella che tu cerchi e ami. Il tuo campo, Gesù, è bello e il seme è buono e bello. Ma c'è il male, anzi il maligno che semina figli tra chi nasce dalla bellezza e dall'amore. Nel mondo bello e buono che tu hai voluto, fin dall'origine, dallo  stesso  momento della semina del tuo buon grano, il nemico semina morte. Cosa suona al mio cuore di questo tuo canto d'amore? Ascoltiamoti, con gioia attenta.  Mt 13 ,36-43 " Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».  Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell

La verità sei tu,

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Gesù di Nàzaret, "nato da donna, nato sotto la Legge" ( Gal 4,4 ). Il regno dei cieli non è qualcosa che si vede bene. Sparisce nella terra come un piccolo seme di senape, si fonde nella pasta come il lievito. Il tuo regno in quanto tale n on si vede , o si vede poco e solo se fai attenzione, invece se vedono i frutti, come qualcosa che vive in noi e oltre noi perché produce risultati visibili, trasformazioni nel segno della bellezza. Così ci parli dell'Amore Dio e lo dici in parabole, cioè in racconti di realtà, frutto del tuo amore. Ma cosa significa che ci " parli in parabole ", cosa appartiene alla verità in questo tuo insegnarci con "racconti esemplari"? Ascoltiamo la tua voce che ci parla dell'Amore Dio con esempi tratti dalla nostra vita di ogni giorno. Mt 13,31-35 " Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di

La fiducia

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che trasforma, si fa pane, dà la vita. Il pane. Tema antico, Gesù, tema profondo, che suscita sempre inquietudine, malessere, difficoltà. Parola ricca di sensi e suggestioni: che buono il pane, dammi pane, manca il pane, il pane non si spreca, dividiamo il pane che abbiamo, siamo senza pane, facciamo il pane. Oggi si parla di pane. Ma qui con te  oggi , in questo vangelo di Giovanni, il centro della tua azione non è il pane. Il pane è ciò che usi, perché viene capito subito, non crea difficoltà. Se ho fame e mi dai pane, mi sfami. Si capisce al volo. Ma non è questo aspetto della tua azione che oggi mi colpisce e mi suona dentro.  Mi colpisce la tua sicurezza. La tua serena fiducia che cinque pani ben divisi sfameranno migliaia di persone, fiducia basata sul fatto che Dio è con te e agisce insieme a te, nel tuo amore. Quell'amore in cui Dio ha tutto lo spazio che desidera per amare.  Allora, sentendo la tua fiducia in Dio Padre Madre suonare canti d'amore anche in me, so che as

La felicità di amare

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è libera, pubblica, non si vergogna dei fatti dell'amore. Mi coinvolge e mi colpisce sempre molto questa parabola, Gesù, perché entra profondamente nel mio cuore. Infatti  bene e male non solo sono nello stesso campo, dove non è possibile dividerli fino alla mietitura, cioè alla fine di tutto, ma sopratutto sono frutto di sistemi relazionali, di scelte di vita che nascono dentro e con le nostre scelte di relazioni emotive ed esistenziali.  Allora, ascoltiamo la tua voce che ci racconta l'amore. Mt 13,24-30 " Gesù espose loro un'altra parabola dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.  Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un

Mangiare la vita

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farsi mangiare dalla vita, gustare l'amore. Come facciamo a sapere la tua libertà, Gesù, a gustarne sapori e piaceri così intrisi, troppo spesso, dei nostri dolori e schiavitù? Come possiamo avere il sale del tuo amore, così da distribuirlo gratuitamente a tutte le vite che ne hanno bisogno? Come possiamo essere la buona terra che ti rende il 30, il 60, il cento per uno? Come ci riesce di essere i tralci che l'Agricoltore cura, potando, tagliando innestando, che fanno meravigliosi grappoli d'uva?  Gustando la vita mangiandoti e bevendoti, per nutrirci di te. Gv 15,1-8 « Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.  Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.

La tua presenza,

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la tua realtà, il tuo amore. Siamo come la ragazza, la sposa, l'amante del Cantico dei Cantici ( Cant 3,1-4 ). « Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città: “Avete visto l’amore dell’anima mia?”. Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l’amore dell’anima mia ». Ogni giorno e ogni notte ti cerchiamo, Signore Gesù, perché il tuo amore è la vita, la verità, la via da percorrere per gustare la felicità di D** e farne dono a tutto il mondo attorno a noi. Per asciugare ogni lacrima, curare ogni ferita, godere di ogni carezza, gioire di ogni sorriso. Perché tu, Gesù, sei il dono d'amore di D** all'umanità e a tutte le esistenze attorno a noi. Tu solo sei la gioia di amare. Ascoltiamo la tua voce che ci chiama. Gv 20,1-2.1