Farci abitare
Non ti accolgono, perché non rispondi alle loro attese, non sei conforme a quelle che sono le loro vite. Non ti vogliono perché sei diverso. Loro ti conoscono bene e, quindi, ti rifiutano per come ti presenti. Infatti arrivi al tuo paese e ti metti nella posizione di chi offre la vita, di chi risana e guarisce. Ma loro ce l'hanno una vita, che non dipende da te e, anzi, a loro sembra che tu metti in pericolo la loro vita, che la metti a rischio proprio perché rifiuti le loro attese. Loro ti conoscono bene, tu a loro non li freghi.
«Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».
Il rifiuto di Nàzaret è molto importante, Gesù, perché ci insegna che cosa significa, nelle nostre vite, l'esperienza dell'incontro con chi è diverso da noi. Così tu ci mostri, realisticamente, nella tua esperienza, che ascoltare la voce della tua vita è il primo passo per la libertà di amare, per essere capaci di fare, tutte e tutti insieme, l'amore libero.
"Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.".
Il punto è l'accoglienza.
Se non rispondi ai nostri canoni e alle nostre attese non ti vogliamo. Noi ti conosciamo bene e se non sei un maschio umano alto, biondo, con gli occhi azzurri, lo sguardo dolce e severo, magro, robusto, beh, allora non sei Gesù di Nàzaret. E noi non ti accogliamo.
Gesù, sei il profeta che viene nel mondo, il Cristo di D**, la Voce dell'Eterno Amore che ci parla, il "dito di Dio" che opera tra di noi, tu sei il Figlio che ci dona a D** Padre Madre come figlie e figli risanati e ripuliti dal tuo sangue e dal tuo amore. Se non accogliamo te non accogliamo la vita e, anzi, la rifiutiamo e, insieme, rifiutiamo D**. Ma tu vieni nel Mondo, a casa tua, nella tua patria e matria, nei modi e nelle forme più inattese. Allora quando respingiamo una vita dalla nostra vita, anche con le migliori ragioni del Mondo, stiamo respingendo te. Incendiamo 200 kmq di foreste e sterminiamo migliaia e migliaia di vite innocenti solo per avere qualche centinaia di euri di stipendi per alcuni mesi all'anno. Questo è egoismo, ma la vita è amore.
Allora, godere e gioire dell'amore nelle nostre vite e nelle nostre carni significa, deve significare lasciare a D** la possibilità di abitare le nostre esistenze, di mettere casa nelle nostre carni. Solo quando siamo capaci di quest'accoglienza siamo capaci di amare - in libertà e gioia - chiunque si presenta alla nostra vita ferito nell'amore.
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