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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Il mistero

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dell'amore Dio e delle sue realtà nel mondo. Bisognerebbe che ciascuna e ciascuno di noi facesse esattamente come Maria, tua mamma, che " custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore ". Giuseppe è chiamato uomo del silenzio, ma non è che Maria chiacchieri chissà quanto. Dice pochissime cose e le dice con enormi silenzi alle spalle. Silenzi carichi d'amore. Come il suo ' sì ' a Dio per tramite dell'angelo Gabriele. Ci sono qualcosa come 15 anni di ascolto, preghiera, lavoro, attenzione di un essere umano femmina che cresce e si dispone a una certa vita, cui si prepara ed è preparata, vita che viene totalmente sconvolta da quel suo ' sì '. Come il fatto che è madre, cioè ha un rapporto fisico e spirituale con quel bambino di cui le dicono cose strane e straordinarie, ma che per lei è solo un esserino bello e attento, a cui occorre dare tutto: cibo, pulizia, attenzione, gioco, sonno, parole. In questo contesto di silenzi, preghiere, attenzio

La tua parola

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è vita, mite vita vivente nell'amore e per amare. Posso solo fare silenzio, Gesù, e ascoltare questa tua parola che viene dalle profondità di Dio fino alle nostre carni e alle nostre vite che, ascoltandoti e vivendoti, son rese miti e umili, come il tuo cuore di Dio diventato carne. Posso solo far  tacere i miei furori, perché solo così tu hai spazio d'amore nella mia vita e vieni a prendere dimora in me.  Ascoltiamo questa tua carne d'amore che fa vivere Dio in noi. Gv 1,1-18 " In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma

Vivere è

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scegliere la vita. Sembra che qui ruoti tutto attorno a Giuseppe e al suo ruolo di padre e sposo. Giuseppe viene avvertito del pericolo che corre la sua famiglia, il bambino e quindi sua moglie, Maria, madre di Gesù,  e quindi agisce. Giuseppe si muove subito e vanno tutti lontano, in Egitto, dove possono vivere tranquilli e dove non ci sono norme naziste contro chi migra per fuggire alla morte e salvare la propria vita e quella di chi è indifeso: Gesù, un bimbo di poche settimane e Maria, una giovanissima donna che ha appena partorito. Nient'altro, Gesù. Ma ascoltiamo con amore la voce di Matteo che ti racconta. Mt 2,13-15.19-23 " I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».  Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino

Anch'io ho visto

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la tua salvezza, altissima pienezza d'amore. Sono sicuro che eri un bel bambino, attento ai visi e ai gesti di chi avevi intorno. Ma non è che Simeone ha vissuto chissà quale esperienza d'amore! Ha visto un bambino e l'ha preso in braccio per vederlo bene, per sentirlo davvero. « Ora puoi lasciare, Signore, che il tuo servo... ». Ti ha pure coccolato un poco, ne sono certo, con qualcuna di quelle buffe lallazioni che gli adulti fanno quando hanno un bel pupo tra le mani. E tu hai riso, lo so, a quel tipo che ti coccolava. Un'esperienza d'amore, certo, piccina come un pupo e pure frequente e diffusa, ma a Simeone basta questa piccola esperienza per andare molto oltre. « Ora puoi lasciare, Signore, che il tuo servo  vada in pace, secondo la tua parola,  perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza ». E noi, Gesù? Ascoltiamo la tua vita narrata nella vita di chi ti ha incontrato quando eri piccolo e indifeso, e ti ha amato. Lc 2,22-35 " Quando furono compiuti i

Il vero mistero

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è il bene che noi facciamo. Nulla è più stupido del male che facciamo a noi e contro di noi quando decidiamo azioni contro i bisogni d'amore e di vita di chi ci circonda, le altre esistenze con cui e di cui viviamo. Questo vangelo di Matteo ne è la migliore testimonianza.  Infatti il tema che pone qui Matteo, Gesù, è la totale gratuità, la radicale indifferenza di chi regge il potere alle sofferenze umane che questa sua potenza umana comporta. Magari questa strage non è avvenuta, è testimoniata solo qui da Matteo. Ma nulla nelle vicende umane, e sopratutto nel tipo di potere che esercitava Erode il grande, e come lui innumerevoli altri tiranni assassini, impedisce di pensare che sia potuto accadere. Anzi, sappiamo che è successo davvero moltissime volte. Sappiamo che ancora succede in Ucraina, in Kurdistan, in Tibet, e nei troppi posti dove l'imbecille male dell'essere umano esercita le sue azioni stupide e oscene. Ma ascoltiamo il tuo Vangelo, Gesù, per sentire quella luce

La fede in te,

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Gesù: vedere e toccare la grazia e la verità che ci amano. Tutto questo brano, ma tutto il vangelo di Giovanni, come ogni altro vangelo, specie gli altri tre che la tradizione liturgica e di preghiera della grande Chiesa riconosce come veri e ispirati, dipende dalla conclusione: " Allora entrò [...] e vide e credette ". Giovanni ti ha visto e non può fare a meno di testimoniarti con i mezzi a sua disposizione. È ciò che Giovanni scrive nella sua lettera : " Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito . ".  Ascoltiamo questa testimonianza e confrontiamola alle nostre. Gv 20,2-8 " Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e

Sei nato,

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sei qui, tra noi; tu, il Dio venuto al mondo secondo le cause e i modi del mondo. Lo scrive Isaia  ( Isaia 9,5 )  e lo sappiamo tutte e tutti, anche quando non lo sappiamo. " Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace " .  Ma questo bambino che ci è stato donato è anche colui che noi conosciamo appeso a una croce, l'agnello immolato sull'altare degli orgogli e dei poteri umani. Noi amiamo il bambino perché è venuto a salvarci a prezzo di se stesso: il Dio incarnato si fa agnello, mite e umile di cuore e così si offre per donarci la nostra libertà. Così amiamo il bambino perché lui è l'uomo che sarà l 'Agnello sgozzato: colui a cui è dato ogni potere in Terra e nei cieli, perché è il solo degno e capace di aprire il libro delle nostre storie e dei nostri mali per leggerlo alla luce dell'amore Dio da cui viene e in cui v

La parola di Dio

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scioglie il bavaglio dell'orgoglio umano. Il nome di Giovanni è scelto da Dio. Il bambino che è appena nato ha il segno di Dio nella sua vita grazie al suo nome, estraneo ai meccanismi della parentela dei genitori. Come Zaccaria riconosce l'autorità di Dio sopra suo figlio il bavaglio dell'angelo al suo orgoglio si scioglie e riprende a parlare. Così la nascita di Giovanni mostra che il disegno di Dio si compie e i tempi e spazi del mondo sono arrivati alla loro fine. Ascoltiamo, in un silenzio umile, la parola di Dio. Lc 1,57-66 " I n quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.  Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con q

Il canto

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dell'amore liberato. C'è così tanto da vivere, scrivere e dire sul canto di tua madre, Gesù, che forse è meglio, almeno stamani, non dire niente. Solo una cosa che mi brilla nel cuore. Intanto è meglio ascoltarlo, questo canto felice di una donna giovanissima, che è appena arrivata a destinazione con un viaggio faticoso. Ascoltiamo il canto dell'amore liberato di Maria di Nàzaret, sapendo o immaginando tutta la polvere, il sudore e la fatica che lo rendono ancora più bello. Facciamoci impolverare dalla libertà di Maria di vivere l'amore, sempre. Lc 1,46-55 « L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rov