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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

I frutti

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della fiducia libera e serena. E non sono due aggettivi messi a caso, Gesù, e tu lo sai. Maria di Nàzaret, tua mamma nella sua carne e nel suo cuore di umana, è tale ed è,  quindi,  lì in visita da Elisabetta, solo perché « ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto ». Si è aperta a D** Immensità Amante, ha fatto spazio al Suo Infinito nella sua carne di femmina umana, ed è rimasta incinta, impregnata di Dio. L'ha potuto fare perché agiva con umiltà, cioè sapendo davvero chi era e, quindi, perché in questa umiltà era libera, radicalmente libera. Libera dal male. Quindi era serena e anche ai suoi 15 anni, o 13 non è importante, poteva ospitare D** con gioia, piacere, dono d'amore, sapendo che poteva farlo solo perché D** « ha guardato l’umiltà della sua serva ». Cioè la sua libertà di ragazza serena e mite nella sua bellezza totalmente offerta all'amore. Seguendo te, Gesù, è da qui che dobbiamo partire: dalla libertà serena di tua madre che si apre tot

L'annuncio è

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l'evento, quest a bella notizia che accade e vive nel mondo. Bisogna partire dalle cose sicure. I tuoi amici credono a chi ti ha visto risorto, tanto da andare agli appuntamenti che gli dai, e lì ti vedono ancora in mezzo a loro, più bello che mai, suppongo; allora si prostrano in adorazione del divino che riconoscono in te, eppure non sono convinti: « Essi però dubitarono ». Di cosa dubitano non l'ho mai capito. Che sei risorto, certo. Ma che cosa vuol dire? La tua risurrezione o è la firma e la sigla dell'amore di D**, Potente  Io sono vivente e santo, sulla tua vita e sul tuo annuncio che il regno di Dio si è fatto vicino, è già qui tra noi, in mezzo a noi, oppure, se non è questo, neppure ha senso parlarne. Cosa c'è da dubitare? È talmente bello quest'annuncio che bisogna viverlo: perché così ogni felicità e gioia dipendono dalla luce e dal fresco calore di sapere, dalla tua stessa carne vivente e amante, Gesù Sposo,  che Dio è " solo " Amore, è le in

La tua domanda

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è sulla vita e sull'ascolto, ma cerchi libertà, Gesù mio. Il fulcro non è la tua domanda, Gesù, ma la condizione implicita  necessaria  per poter rispondere alla tua domanda: La libertà. Occorre essere nella libertà dalle conseguenze della risposta; se la nostra risposta è vera dobbiamo darla, restando indifferenti alle conseguenze della nostra risposta. Abbiamo un dovere di verità, verso noi stessi e  verso tutti. Ma questa libertà è rara, e va costruita a partire dal tuo amore. Ascoltiamo questo amore che ci sfida e ci ferisce. Mc 11,27-33 " Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».  Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».  Essi discut

Dai la vita,

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anche quando la prendi e la togli. Ce l'ho con quel povero albero di fichi. Per il dispiacere che ha sicuramente sentito a non poterti offrire neanche un fico e per la fatica di morire nella sua inutilità. Il resto del brano di Marco è importante, ma a me colpisce quest'albero e il dolore per non averti nutrito e aver suscitato la tua ira. Perché qui c'è la vita. Ascoltiamo che c'è tra te e la vita. Mc 11,11-25 " [Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.  La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l

Le urla

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di Bartimeo sono le urla  di chi soffre, di chi è chiuso nelle atrocità del male. Bartimeo sente che ci sei e, per il poco che sa di te, sa che ti deve fermare. Non ha molto per fermarti, anzi, ha solo la voce e allora la usa, strillando e urlando il tuo nome e il tuo titolo messianico più conosciuto, figlio di Davide. Lo senti, ti fermi, lo chiami, te lo portano. Sì, te lo portano. Perché Bartimeo è cieco. Ascoltiamo la tua vita e le urla di un cieco. Mc 10,46-52 " Mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».  Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».  Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in pi

Il dono di

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Dio è solo l'amore, amare e farsi amare. Gesù, mi colpiscono sempre i versetti 43 e 44 di questo tuo vangelo scritto da Marco. Isoliamoli, con pazienza, leggendoli in greco e in italiano, e poi leggiamoli nel contesto dell'episodio. C'è qualcosa che tu mi stai suonando dentro e vorrei sentirla bene io e farla ascoltare a tutte e tutti. Marco in 10,43b-44 scrive:« Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti ». Questo è il testo greco: « οὐχ οὕτως δέ ἐστιν ἐν ὑμῖν· ἀλλ’ ὃς ἂν θέλῃ μέγας γενέσθαι ἐν ὑμῖν,  ἔσται ὑμῶν διάκονος,  ἔσται  καὶ ὃς ἂν θέλῃ ἐν ὑμῖν εἶναι πρῶτος, ἔσται πάντων δοῦλος· ». Questa è la traduzione letterale, fatta parola per parola, dal testo greco: « Non così ma è tra voi,  ma chiunque voglia  grande  diventare tra voi sarà di voi servo,  e chiunque voglia tra voi essere il primo sarà  di tutti  schiavo ». Quattro parole vanno sottolineate: μέγας ( mègas) -

La scelta.

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La tua scelta è amare, Gesù, e ciò che vuoi è amore. Pietro aveva bisogno di conferme. D'altra parte era davvero difficile seguirti. Non solo perché avevano lasciato tutto per seguirti ; sopratutto perché non sapevano dove andavi e stavano equivocando il tuo ruolo e la tua presenza. Ma ti seguivano, perché sono sicuro che era bello stare con te, era bello ascoltare le tue parole, era emozionante dividere con te la vita in quel pellegrinaggio attraverso Israele, e sopratutto nei suoi territori più marginali e difficili. Ti seguivano perché era bello essere amate e amati da te, essere stati scelti come amanti e amici di questo maestro di Nàzaret che, in cambio della vita, prometteva di dare l'amore di Dio Potenza. Ascoltiamo la tua promessa, Gesù. Mc 10 ,28-31 " Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».  Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o ca

Maternità di D**:

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madre di Dio, madre della Chiesa, madre dell'amore. Ma che cos'è "essere madre", Gesù?  Concepire in un atto sessuale e d'amore? Farsi tutta la gravidanza in colloqui d'ascolto con l'essere vivente, questa "tua" creatura, che ti cresce in pancia e nutri, non solo di sangue e carne, ma anche di parole e attenzioni? Partorire, e tra dolori, sofferenze, piaceri, orgasmi, solitudini? Prenderti cura, allevare, crescere, addestrare alla libertà, ad andare via, a lasciare, a saper dire "a-dio" con gioia ferita dall'amore?  Che cos'è "madre", Gesù? Seguirti? Anche se non ti capisco, se mi sembri fuori di te, impazzito, anche quando è difficile sceglierti, accettare la tua strada? È amarti anche se è scomodo amarti? È aspettare che muori? su questa croce, senza capire, senza sapere, ma solo amando, solo sperando? Gv 19,25-34 " Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria

Sapori di D**

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sono le risa della Sua vittoria. C'è bisogno di Te, eternità dell'Amore presente, abbiamo necessità delle tue carezze, Oceano Abisso di tutte le felicità possibili. Oggi, qui e ora, Padre, abbiamo un urgente bisogno di te. Tu a sciughi ogni lacrima, Madre, e " ci vieni a cercare " una a uno, scavalcando e cavalcando spazi e tempi, percorrendo cuori e viscere, per arrivare a noi, a ogni singolo "io" di questo "noi", e così asciugare ogni lacrima esca per il nostro bisogno d'amore o per il terrore buio dei nostri inferni, così facili da produrre. Ma oggi devo chiederTi una integrazione, piccola mi sembra, alla Tua promessa d'amore. Non basta che asciughi le nostre lacrime, Signore, devi anche insegnarci a ridere per la semplice felicità di amare: allora regalaci le risa che liberano le nostre carni e ogni nostro sangue al dono di farci amore per poter fare l'amore con tutto questo vivente Amore, in cui siamo; cioè con Te, Potenza Innamora

Seguirti,

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senza voler indagare tutti i tuoi amori. La tua richiesta è semplice, Gesù: amarti, e quindi amarci, "come" tu ci ami, con la tua stessa libertà. Sembra difficile, certo, ma in realtà è semplice e facile se ci apriamo al tuo Spirito, alla tua vivace Presenza consolatrice e innamorata. Innanzitutto ascoltando la tua vita e la tua voce. Gv 21,20-25 " Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».  Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che

La condizione

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è la libertà, innanzitutto da se stessi. Non è che il Pietro che ti sta davanti, lì, al lago di Tiberiade, dove avete appena mangiato il pasto che tu hai preparato con il pesce che gli hai fatto pescare, sia molto diverso da quello che ti ha rinnegato e tradito. È lo stesso, con la felicità inquieta e perplessa di averti visto e, quindi, di saperti risorto e vivente " alla destra del Padre ". Ma si porta dentro la ferita del suo tradimento e non accetta che sanguini. Ha bisogno di perdono, certo, ma ha molto più bisogno di libertà, la libertà di amare, con tutto se stesso. Ascoltiamo questo dono di libertà al tuo amico. Gv 21,15-19 " [Quando si fu manifestato ai discepoli ed] ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».  Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Sig

L'unità diversa

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di questa tua «una sola cosa» fatta di diversità. Certo, Gesù, l'unità che proponi è diversa: la tua unione tanto è migliore quanto più è relazione intima e paziente di "cose", "personalità" differenti che si amano nelle pazienze dei nostri desideri che cambiano, nelle passioni forti che ami per essere comunicazioni sincere e umili. Così partecipiamo alla tua preghiera: ascoltando te, con tutte le belle diversità, spesso affilate e roventi, che ci uniscono a te nelle semplicità di D** Padre Madre. Ascoltiamo la tua parola. Gv  17,20-26 « Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.  E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca ch