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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Andare per

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amare e annunciare l'amore, in Gesù di Nàzaret oggi e sempre. Andrea è tra i tuoi messaggeri. Hanno visto e vissuto la tua "bella notizia" che il regno di Dio si è fatto vicino e ci protegge, se noi ci affidiamo al suo amore. Anche Andrea è stato scelto da te, senza merito suo. Lo chiami, lascia tutto e ti segue. Come Simone suo fratello, come Giacomo e Giovanni. Come ciascuno degli altri, compreso Giuda, che ti tradisce.  Ascoltiamo la tua voce che chiama Andrea alla conoscenza della tua vita, all'esperienza dell'amore che libera. Mt 4,18-22 " Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro pad

Anche amati,

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Gesù, siamo anche amate e amati, non solo odiati. Ma il tuo avvertimento è vero, Gesù, e ormai fa parte delle storie del mondo. Chi ti segue e si chiama col tuo nome è davvero odiato, perché con la sola sua esistenza nega le ragioni del mondo e le sue logiche. Però siamo anche amate e amati, e sempre a causa del tuo nome.  Ascoltiamo la tua voce che libera l'amore, la scelta di amare. Lc 21,12-19 « Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.  Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.  Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.  Con la

Quello che viene

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è la vita, l'amore che vince perché si dona. Tu sei l'inizio, Gesù, il primo giorno, l'alba dell'amore che vince e che distrugge la morte. Noi ci vantiamo delle nostre pietre, dei nostri dipinti, delle nostre opere, ma è tutta roba che verrà distrutta perché davanti al trono di Dio porteremo solo l'amore che abbiamo fatto, con tutti gli errori e le fatiche connesse, ma pure con tutti i frutti maturati che sono stati cibo di altri amori.  Allora ascoltiamo la voce della tua vita che ci salva amando.  Lc 21,5-11 " Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».  Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.

In verità,

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solo in libertà di amare e farci amare siamo la tua realtà. Tu, Gesù di Nàzaret, fai vedere che solo chi è povero dei beni terreni e materiali vive la libertà di amare, sa cos'è la libertà dell'amore. In verità e in verità per davvero, Gesù, il tuo sguardo coglie la realtà del dono d'amore e ci fa vedere che cosa Dio, altissima potenza e pienezza di ogni amore, vede di ciò che noi facciamo qui  nel mondo,  tra noi. Ascoltiamo la tua voce di vita, Gesù, per accogliere Dio e il suo sguardo amante e innamorato. Lc 21,1-4 " Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.  Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere» .". La vedova povera è educata dalla vita, e dall'amore, a e

Il re semplice e

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il suo regno, facile da capire. « Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria ». Ma cos'è, Gesù, questa tua gloria? Già. Noi ti chiamiamo "re", perché siamo abituati a questo nome e alle funzioni, complesse e diverse, che la parola "re" assolve. Ci siamo abituati fin dalle nostre fiabe infantili. Quindi "re" è parola familiare. Però, se andassi in giro a chiedere "che cosa è, chi è, un re?" sono convinto che ben pochi saprebbero rispondere in modo chiaro, anche solo citando qualche fiaba infantile. Cioè, noi ti chiamiamo "re", facendo anche una festa solenne in questa occasione, e facciamo molto bene a farla, ma non sappiamo che cosa significhi 'essere' e/o 'fare' il "re". A cominciare da me, che farei una specie di riassunto di poteri e funzioni politiche e di comando. Cose da cui tu sei sempre stato lontano, molto lontano. Infatti b

Dio è la vita,

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da vivere con passione, innocenza, gioia, allegria. Ti fanno una domanda falsa, che non chiede niente, ma vuole solo metterti in difficoltà. Tu sei la vita, innocente e allegra, e non puoi essere disturbato dalla menzogna. Così mostri la vita e le sue bellezze. Ascoltiamo e accogliamo la tua voce che ci libera, amandoci. Lc 20,27-40 " Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».  Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie

La casa di.

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La casa di chi, Gesù. E di quale casa parli, Signore. L'episodio è noto e ne parlano, in modi diversi, tutti i vangeli. Ma qui, nella brevità della cronaca di Luca, emerge un problema che mi risuona dentro molto forte. Di quale casa parli, Gesù? Qual'è la casa che deve risuonare della preghiera a Dio e non delle grida e urla di venditori e compratori?  Ascoltiamo la tua voce che ci parla della tua vita in amore. Lc 19,45-48 " Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».  Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell'ascoltarlo .". Sì, il Tempio, certo. Parli del Tempio di Gerusalemme, dove si svolgevano i riti di Israele a Dio, per rivendicarne la guida e onorarne tutto l

Sapere la pace,

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riconoscere i segni dell'amore. Dobbiamo sapere chi è messaggio di pace e chi porta guerra. Ma tu, Gesù di Nàzaret, sei qui proprio per questo, per farci imparare i segni di pace, le scelte di chi è amore. E così per apprendere nelle nostre carni che oltre la pace c'è solo la guerra, la morte e distruzione della vita davanti agli umani, alle creature del mondo, davanti a Dio. Per questo ascoltiamo e accogliamo la tua vita e la tua parola ogni giorno, per imparare la pace. Lc,19,41-44 " Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:  «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.  Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata» .". La pace n

Far fruttare

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l'amore, diventare capaci di amare. Ma solo grazie a te che ci ami, gratuitamente, con allegria e innocenza. Ma cosa significa 'essere capaci di amare', Gesù? Lo scrivo io, dovrei spiegarlo io che uso questa espressione. Eppure mi rivolgo a te. Ho bisogno di te per amare e, quindi, anche per spiegare che cosa scrivo per parlare dell'amore che sei tu e solo tu doni. Ascoltiamo la tua vita, per accoglierla con tutta la nostra realtà intrisa di bellezza e amore. Lc 19,11-28 " Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.  Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “N

Anche

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noi, Signore Gesù, siamo figli e figlie dell'amore Dio. Nonostante i nostri mali e il peccato che ci opprime. Zaccheo, in questo senso, è emblematico. Non solo e non tanto perché è ricco, ma sopratutto perché è capo dei pubblicani e non doveva essere particolarmente simpatico. Ma tu guardi il cuore, e la sua necessità di amare ed essere amato. Da questi nostri cuori affamati d'amore tu trai e prendi i tuoi miracoli più belli, quelli che trasformano le nostre vite e le fanno come la tua. Ascoltiamo la tua vita, accogliamola. Lc 19,1-10 " Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a ca

La lealtà della fede,

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la verità dell'amore che si affida. Sapeva chi sei. Quel cieco ti chiama con il tuo titolo messianico, riferito a Israele: figlio di Davide. Sa pure che tu sei l'occasione della sua vita: tu lo puoi guarire, solo tu puoi ridargli la vista. Niente lo può fermare e ti chiama. « Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! ». Lui è cieco, ma la sua fede vede benissimo.  Aiutaci ad accoglierti ed ascoltarti, Gesù, come chi vede bene solo con il suo cuore pulsante. Lc 18,35-43 " Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.  Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».  Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia p

Rallegrarsi di

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di amare, perché l'amore è vita che vince. Sento che c'è un passaggio molto bello in questa tua parabola così densa, Gesù. Ed è un passaggio da cui mi pare necessario partire, perché fa vedere bene dov'è la contrapposizione tra la parola che tu regali e il nostro rifiuto di essa. Il servo malvagio, quando si trova davanti al suo padrone, descrive con parole difficili il rapporto che lega loro due. " Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura... ". Dov'è la difficoltà di queste parole? Nel fatto che il servo malvagio si nega alla verità che lui stesso dice, se ne tira fuori. Infatti, le sue parole semplicemente descrivono una situazione in cui si trova ogni essere umano, anzi, ogni essere vivente che è sulla Terra. Siamo tutte e tutti in una situazione di dipendenza dalle vite e dalle azioni di chi mi ha preceduto nella vita e di chi mi accompagna in questa stessa vita. Così ciascuna e ciascu

Come.

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Dobbiamo pregare insistentemente, come... Fai un paragone, e in modo molto plastico e descrittivo ci paragoni a una vedova, importuna e senza timori, che chiede giustizia a un giudice non giusto. Dobbiamo fare 'come' lei, anche se non siamo 'come' lei, anzi siamo molto diversi. Ma ascoltiamo la tua parola che libera e dona senso e amore. Lc 18,1-8 " Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.  Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suo