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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Siamo chiamati a seguirti, Gesù Signore,

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nella tua via d'Amore, fino alla fine e al fine di ogni amore: la vita eterna. Ogni amore è da Dio e dura per sempre, in eterno, vittorioso nel cuore stesso di Dio.  Questo  accade anche quando, e se l'amore che esiste nel mondo sembra negato, oltraggiato, vilipeso e offeso dalle pratiche e dalle scelte umane. Ogni amore trionfa sempre, perché è il Cuore di Dio, la sua Volontà Amante, che lo fa trionfare nella vita eterna, cioè in Dio stesso e nei suoi amori vivi per noi e tra noi.  Al centro e al cui vertice di questo essere Dio ci sei tu, Gesù di Nazareth, il più amato, il solo figlio generato direttamente dall'Amore Dio come Dio davanti a sé, come Figlio davanti al Padre e Madre, come scelta d'Amare eterna, incarnato nel ventre di Maria di Nazareth e ora vivente in Eterno Dio Amore. Dove sei in Eterno il re di Israele vivente e trionfante, il Messia di Israele mite e santo, che raccoglie nel suo cuore Gerusalemme gettando alle spalle di Dio tutte le sue iniquità

Dio Amore rovescia le scelte del mondo

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amandoci, una a uno.   Solo tu ci salvi, Gesù, e solo tu sei la porta stretta che dobbiamo attraversare per arrivare a Dio. Tu, Gesù di Nazareth, un ebreo della Galilea delle genti, di quella Nazareth da cui non viene mai niente di buono, un ebreo marginale, dice un tuo storico oggi, un ebreo che è il Messia di Israele e che Israele, in parte - nella sua parte più ufficiale e legata alle storie del mondo, alle identità storiche di Israele, rifiuta.  Solo nel tuo amore, nella tua radicale marginalità al mondo c'è l'accesso a Dio e al suo regno, non nelle chiese trionfanti che dal tuo nome sono nate, ma solo nei loro testimoni del tuo amore. « Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno ». Ascoltiamoti, stando molto vicine a te. Lc 13,22-30 " Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano

Il tuo regno, Gesù, lavora di silenzio

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ma ha risultati straordinari. Gesù mio, devo confessarti un mio peccato che conosci benissimo, perché te ne chiedo perdono ogni giorno, e più volte al giorno. Diffido profondamente, con tutto me stesso, di coloro che stanno proclamando il tuo regno a destra e a manca.  Ne diffido perché, inevitabilmente, ci mettono le loro idee di cultura politica e tutti i loro desideri "programmatici". Come se tu ti occupassi di politica, e di chi regge la bottega del mondo e ne gestisce e usa violenze e arbitrii.  Spesso incoronando i gestori di  potere  in turno di  morte con le loro corone di sangue e carne, ma dove scrivono il tuo nome o quello di Dio con il sangue e la vita di chi è inerme. Lo so che non è sempre così, come so che anch'io metto dentro la nostra preghiera insieme, Gesù, la mia cultura politica e le mie rabbie (parola scelta con cura, perché è mai da adoperare con un umano, salvo te stesso) per soddisfare le quali compirei stragi, potendolo. Salva la tua pres

La forza e l'energia dell'amore

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sei tu, Gesù di Nazareth, parola e vita di Dio tra di noi.   Che cosa hai fatto?  La scelta degli apostoli, di questi discepoli che ti seguono più da vicino e con cui ti chiami amico, è presente in tutti i vangeli ed ha, in tutti, compreso Giovanni, lo stesso significato: chiami Israele attorno a te, in tutte quelle dodici tribù, che al tuo tempo non c'erano perché di Israele del patto erano rimaste solo le tribù di Giuda, Beniamino e Levi, l'unica sacerdotale, investita dei compiti del culto a Dio.  Tu vuoi Israele, tutta Israele attorno a te, anche le tribù perdute, perché è giunto il Messia, il re di Israele che restaura il regno di Davide e lo apre a tutte le genti.  Questo sei chiamato a fare, ma facendo così fai anche altro. Ascoltiamoti. Lc 6,12-19 " In quei giorni  Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, a

Amare è offrirsi al perdono, perché

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solo Dio ama completamente, solo l'Eterno Amore non si tira mai indietro. La spiegazione offerta da Luca per questa tua parabola, Gesù, è vera, ma mi sembra molto parziale. Anche perché questa tua è una non parabola, ma sembra molto di più la descrizione di una scena familiare a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e non solo. « Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri ». Meno male, Gesù Amico Signore, meno male che l'Eterno Amore, Dio Genitore, non mi toglie il mio peccato e me lo lascia sempre davanti: « Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi » ( salmo 51, 5 ); ma questo accade perché sei buono, e mi ami in un modo che non conosco, ma che capisco e scelgo solo perché lo sento nella mia carne come vita che vibra, come il mio cuore che pulsa. Per cui non è soltanto il sentirsi giusti che tu qui ammonisci. C'è anche, sono convinto, il sentirsi "con

Fare frutti è amare, sempre,

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qualsiasi cosa succeda, a me, attorno a me, insieme e contro ciò che faccio io. Bisogna amare, sempre, e dare frutto.  Dio ci vuole per raccogliere da noi frutti d'amore e i frutti d'amore dipendono da noi, da lavoro che facciamo reciprocamente su di noi e lasciamo fare a te, Signore Gesù, la Presenza e la Parola con cui miglioriamo le nostre capacità di amare, affidandoci sempre più al Signore, Dio Genitore, il tuo papà e mamma, Gesù mio, cui ti affidi con semplicità di vita. A cui ci affidi, perché non perdi mai nessuno di chi ti è stato dato, neanche se veniamo travolte dalla casualità dell'accadere o dalla malizia della malvagità umana.  Il nostro compito è sempre amare, dare frutti d'amore senza rendere inutile il tuo lavoro. Ascoltiamoti. Lc 13, 1-9 " In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù dis

Questo spazio è fatto per amare

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per diventare capaci di amare come te, Eterno Amore, e grazie a tuo Figlio, Gesù di Nazareth. Giustamente ci rimproveri, Gesù. « Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? ». Ma altrettanto giustamente il tuo Paolo di Tarso, nella sua lettera ai romani, l'altra lettura di oggi, si addolora così: « Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;  infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.  Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me ». Sento questa dura contraddizione, Gesù, tra il tuo duro invito a giudicare il mio spazio-tempo, con le mie capacità umane e l'ammonimento di Paolo sul fatto che in me abita anche il male e io faccio il male che non voglio e non il bene che voglio. Come mi libero di

Il fuoco del mondo

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sei tu, Gesù di Nazareth, il Cristo di Dio, Re santo di tutti i tempi e di tutti gli spazi, umani e oltreumani. Tu sei un fuoco che scalda, da luce, trasforma.  Sei una energia potente che ci cambia in amore e in desiderio e dono d'amore. Certo che dividi! Sei la più potente forza di divisione, perché chiedi la scelta tra l'esaltazione unica ed egoista del proprio sé, che è morte per se stessi e per chi ti sta vicino e dipende anche da te, e la scelta di farci trasformare dal te, fuoco di Dio, in buon cibo d'amore, così che possiamo essere mangiati da chi ha fame, o anche solo da chi ha desiderio di un buon cibo sano e saporito. Cosa scegliamo, noi qui e ora, Gesù mio?  Lc 12,49-53 « Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una

Amare è prepararsi all'altra,

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ignorarsi, privarsi di difese umane. Che cosa significa essere pronti? ed essere pronte a che cosa e in che modo? Chi, sopratutto, chi deve tenersi pronta, pronto? « Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo ». « Anche voi », mi colpisce.  L'amore non fa preferenze, ama senza dare meriti o riconoscere primogeniture. L'amore vive il giorno, la notte, l'occasione, di volta in volta. « Anche voi » che mi seguite e avete lasciato tutto per me, « anche voi » preparatevi ad amare, siate sempre pronti ad amare, perché tu, Gesù, torni quando vuoi e non abbiamo garanzie. Ed amare è roba che si fa ogni volta daccapo. Non si accumulano tesori d'amore, non si tesaurizza la moneta dell'amore.  È come la manna di Israele, se cerchi di conservarlo marcisce. L'amore va speso subito, mangiato il giorno che lo trovi e lo raccogli. Anche donato, se ne hai troppo solo per te. Così ci avverti che non sappiamo quando e come to