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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

La musica

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di Dio è un canto d'amore. Gesù, questo inizio di Giovanni bisognerebbe cantarlo. Ma con una musica molto ritmata, di quelle intime ai nostri più intimi processi corporali e del cuore. Bisognerebbe gridare a voce altra queste parole dentro un concerto di percussioni e di bassi, mentre un violino e un pianoforte si inseguono cercando ogni tuo filo d'amore. Abbiamo scritto e detto così tante cose su questo stupendo omaggio di Giovanni al suo innamoramento stupito per te e le tue bellezze. Aggiungerci un altro commento, e mio per di più, mi sembra davvero brutto, quasi offensivo per la bellezza umile di questo testo che si offre a tutte le persone che hanno fame e sete d'amore. Allora leggiamolo, ma come se stessimo ascoltando la tua voce che lo canta. Gv 1,1-18 " In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era

La gioia

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di accogliere la vita. Sono certo che, in qualche modo, i gesti e le parole di Anna che ti accolgono, Gesù, sono quelle di tutte le donne che accolgono una nuova vita, delle più vecchie, certo, perché sono loro ad essere più esperte di vita e di morte. Anna le rappresenta tutte, qui, nel momento della vita, quando tu vieni presentato a Dio, che ti conosce perché è intimo a quel batuffolo di carne e sorrisi che eri tu neonato. Ascoltiamo. Lc 2,36-40 " [Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.  Quando ebbero adempiu

Inciampare

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su D** Eterno Amore e ferirsi con la sua spada, così affilata di verità e tenerezza. Sei il primogenito, Gesù. Lo sei per Maria e Giuseppe, ma lo sei per il Signore Dio, Potenza d'Amore, e, sopratutto lo sei per ciascuna e ciascuno di noi: il fratello più grande, che conosce il Padre Madre benissimo e si identifica perfettamente con questo Genitore che a noi sembra, troppo spesso, molto lontano e incomprensibile. Ma tu sei molto di più, Gesù, sei sopratutto la pietra dello scandalo, su cui inciampiamo, sei la spada affilata che ci ferisce il cuore anche solo a guardarla. Tu sei D** che si incarna per amarci di più e meglio: una a una, uno a uno. Per questo dobbiamo rischiare tutto con te e inciampare su te, affinché la tua spada ferisca il nostro cuore e lo renda disponibili alle tue tenerezze che sanano. Ascoltiamo. Lc 2,22-35 " Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusale

I dolori di amare

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delle nostre furie di vivere. Quante madri, oggi, sono dolore di amare? Quante donne, oggi ,Signore, vedono il frutto del loro ventre e del loro amore ridotto a morte, a preda di guerra, a ingiustizia di una violenza stolta e iniqua? Quante madri, oggi, Signore, piangono le loro figlie e i loro figli ormai nella morte e non vogliono essere consolate? A quanti Erode, ancora, devi far sentire tutto il  duro  peso  del tuo pianto di Madre? Ascoltiamo la tua Parola, Signore, per non morire nell'odio, ma vivere nel e del tuo Amore, nella sua offerta totale di sé che ci chiede la nostra. Mt 2,13-18 " I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».  Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compiss

La famiglia

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di Gesù e le nostre. Che cos'è una famiglia, Gesù? La tua ci viene proposta come esempio, ma non si tiene conto che è una esperienza d'amore così particolare che è troppo diretto dirla sacra e immediatamente farne un modello etico. Anche perché Maria, tua mamma, nell'accettare di farsi mettere incinta dalla Spirito Santo nello stesso momento sceglie di farsi mettere fuori dalle leggi e consuetudini del clan di contadini e pastori di cui Giuseppe era parte. E ci vogliono la semplice e forte fede di Giuseppe in Dio, e nella Sua Parola come Giustizia, per legittimare tutto con la scelta di farsi tuo padre davanti al clan e al mondo. Così come, da subito ne sono certo, davanti ai tuoi sorrisi infantili pieni d'amore, loro dovevano rabbrividire al compito di custodirti e proteggerti, di insegnarti la vita come la conoscevano loro: docilità di farsi dono e scambio d'amore e giustizia tra persone diverse, che restano diverse anche se si amano e si donano a vicenda. Infatti

Perseverare

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nelle infinite forme di amare, questo è D**. Sembra che ci chiedi la vita ed in realtà è proprio quello che ci chiedi. Ma non la vita sparsa e spezzata, non la vita che è sanguinosamente bruciata dall'odio umano, ma la vita felicemente donata all'amore, duramente seminata nelle terre umane come prossimo cibo di vita, ostinatamente diffusa nel sole, nel vento e nella luce perché dia vita a frutti e fiori di bellezza. Come ha fatto Stefano, che ti testimonia: Gesù, uomo di Nàzaret, re d'Israele, Figlio di Dio. Perseverando. Mt 10,17-22 « Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.  Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.  Il fratello farà morir

Nasce un bimbo

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e così nasce Dio alla carne e al sangue dei cuori umani. Cosa dire, Gesù, della tua nascita in una periferia abbandonata ai margini di un centro che era, a sua volta, periferia di altri centri molto lontani? Cosa scrivere di questo evento misterioso, pieno di carne e sangue, che è un parto, la nascita di un essere vivente a questa vita di carne e sangue? Oggi nasce un essere vivente infante, privo di parola ma dotato di ascolto e sorrisi. Cosa scrivere se questa creatura è Figlio dell'Altissimo, è il più amato, se per lui cantano angeli? Forse. Forse ho sentito una storia, Gesù, e m'è piaciuta. Te la riporto, perché davanti a te infante anche io non ho parole e uso quelle di Luca, amico tuo. Lc 2,1-14 " In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.  Anche Giuseppe, dalla Galilea, dal

La carne

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che ci salva, il corpo che ci dona la vita. Bisogna ripercorrere questa  esultante  benedizione  di Zaccaria, cantata tenendo in braccio il bambino, appena circonciso e chiamato Giovanni. Bisogna ripercorrere questa profezia, cantata nella gioia e che ci descrive con cura e attenzione. Bisogna farlo perché la Luce è divenuta carne e si è fatta Casa di Dio tra di noi. Bisogna farlo perché ogni giorno di più che passa sulla terra e tra i cieli, avvicina sempre più il tuo ritorno, Gesù, re Sposo, vittorioso dell'amore e della gioia. Per abitare in te, per stare in questa Casa di Dio che sei tu il primo passo indispensabile è ascoltare, con cuore aperto e privi di giudizio, pieni d'amore. Lc 1,67-79 « Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Cos

Il tuo nome è

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quello che il Signore sceglie per te, per aprirti la bocca all'amore. Come se Giovanni ci rappresentasse tutte e tutti in ciò che siamo e possiamo essere, mentre Gesù, che nasce fra due giorni che son tre mesi, ci indica la nostra meta, la perfetta intimità con Dio Padre Madre, intimità che fonda e fa nascere la nostra libertà. In Giovanni la strada è la stessa, ma si colora di quell'atteggiamento di "accoglienza profonda" dei desideri di Dio che chiamiamo obbedienza e che è la nostra libertà di amare che si scioglie alla gioia dell'amore. Com'è per Zaccaria. Ascoltiamo, con attenzione di cuore. Lc 1,57-66 " Per Elisabetta, intanto, si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.  Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chi

Vivere amore

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è il solo modo per renderTi onore, Immensa   Potenza Amante. ... e tu, Maria, esci in un grido di gioia. Non hai Elisabetta davanti, non solo lei, ma il tuo Signore, il Dio di Israele che si è rifugiato nel tuo grembo e si sta facendo carne e sangue, geni animali e umani proprio in te, nella tua carne. Così sorridi a tua cugina, allarghi le braccia e dai vita a un canto che attraversa l'intero Testamento di Dio a e con Israele e lo deposita nel Suo Cuore santo, dove già vive la tua vita di ragazza. Anche noi cantiamo con te, è la cosa più bella che possiamo fare. Lc 1,46-55 « L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

Crederci,

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alle parole dell'amante e crederci proprio per potere amare l'amante. In realtà tu, Maria di Nàzaret, fai un passo in più rispetto al solo crederci : tu agisci sulla base di quelle parole. Anzi, agite, insieme a Giuseppe che ora, con il riconoscimento della gravidanza, è tuo sposo a tutti gli effetti. Ma la prima decisione è strana. E, secondo me, la decidi tu con quella tenerissima ostinazione che è propria di molte giovani donne coraggiose che mettono tutta la loro vita nelle loro scelte. Così andate, meglio vai tu, sola o al massimo con tua madre, dalla cugina Elisabetta che ha bisogno di aiuto n egli ultimi tre mesi della sua gravidanza . Ma anche tu ha bisogno di aiuto, Maria, diverso da quello di Elisabetta, ma altrettanto urgente e forse di più, perché questo Amante che ti ha ingravidata di Suo Figlio, a volte è silenzioso e tace, e tu hai bisogno di voci umane che sappiano ascoltarti. Allora..., forse..., Elisabetta...; chissà se è stato così, ma intanto noi ascoltiamo

Dio è

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la scelta della libertà di amare. Dio è amare. Questo brano del vangelo, famosissimo, è - per il mio piccolo cuore - una poesia d'amore a due voci, un cantico tra amante e amata, dove la sola cosa salda è la scelta di amare, la decisione - audace e coraggiosa - di darsi all'amore, alla libera scelta di amare e di farsi amare. Gli interlocutori si fanno reciprocamente partner, compagna e compagno, si decidono insieme ed è una vicenda antica, molto bene conosciuta, ma che sempre si fa nuova. La differenza, la particolarità di questa vicenda d'amore, di questa scelta reciproca, è che l'amante è D**, Eternità Presente, Signoria di schiere e vittorie, Creazione Viva e Attuale di ogni realtà vivente in ogni cielo e terra, mentre l'amata è una brava ragazza di uno sperduto villaggio della Palestina, posto mai nominato in nessuna cronaca, che è promessa sposa a un uomo della casa di Davide e in attesa di concludere il percorso del matrimonio, quindi ancora vergine, "an