Il tuo nome è
Come se Giovanni ci rappresentasse tutte e tutti in ciò che siamo e possiamo essere, mentre Gesù, che nasce fra due giorni che son tre mesi, ci indica la nostra meta, la perfetta intimità con Dio Padre Madre, intimità che fonda e fa nascere la nostra libertà. In Giovanni la strada è la stessa, ma si colora di quell'atteggiamento di "accoglienza profonda" dei desideri di Dio che chiamiamo obbedienza e che è la nostra libertà di amare che si scioglie alla gioia dell'amore. Com'è per Zaccaria. Ascoltiamo, con attenzione di cuore.
Lc 1,57-66
"Per Elisabetta, intanto, si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.".
Nove mesi zitto per una esitazione, ragionevole, per altro. Dev'essere stata assai dura per Zaccaria, sacerdote del Tempio e membro autorevole della sua comunità, tacere e non poter dire la sua. Certo, poteva scrivere. Ma è una cosa che poteva accadere solo poche volte, le più importanti. E per Zaccaria la più importante è il nome del bambino. I nostri nomi sono tutti messi sotto l'autorità di Dio e nella Sua protezione, per continuare in chi vive la presenza di chi abbiamo amato o amiamo e farne continuare il nome. Il nostro nome ci segna la vita in modo intimo e profondo, fin da quando, infanti e muti, impariamo che dobbiamo rispondere a quel suono con un sorriso: "R a f f a e l e" e sorrido, perché se sorrido mi vengono fatte quelle coccole che gusto tanto e, allora, a quel suono sorrido sempre più. Questa è una via buona per far imparare il proprio nome; poi ci sono anche vie cattive, ma noi le ignoriamo. In fine, però, il nostro nome è importante e Zaccaria sa quanto i nomi sono importanti. Sa che D**, l'Innominabile, è Chi ci ha rivelato il Suo Nome, e sa che il Santo Nome di D** è fonte di vita. Quindi sa che il nome che il figlio porta è decisivo. Il suo nome proprio, Zaccaria, sarebbe bello. Così si sarebbe guadagnato l'immortalità più sicura, quella dell'amore. Ma c'è la Presenza di D** che vuole un altro nome per questo figlio e Zaccaria sceglie la scelta di Dio: «Giovanni è il suo nome». Così gli si scioglie la bocca e può cantare le lodi di Dio. Perché solo se ascoltiamo l'amore possiamo parlare dell'amore.
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