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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

La bellezza è

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un'esperienza di libertà. C'è un posto che non può essere frequentato. Ormai è un luogo di sepolcri, abitati da demoni furiosi e brutali. Non ci serve, ce ne lamentiamo, abbiamo lunghe discussioni polemiche su come fare per ripulirlo. Eppure l'allevamento dei maiali lì va benissimo. Eppure fa parte della nostra storia, anche quei due disperati furiosi sono qualcuno di noi. Fanno parte della nostra vita. Poi arrivi tu, Gesù di Nàzaret, capace di libertà e bellezza. Ascoltiamo la voce della tua vita. Mt 8 ,28-34 " Giunto Gesù all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».  A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli dis

La domanda è:

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« Ma voi, chi dite che io sia? ». Sì, Gesù, oggi, dopo duemila anni di proclamazione del tuo Vangelo, dopo che questa proclamazione ha cambiato il mondo, dopo che, in questa proclamazione, la tua presenza ha vinto ma non ha (ancora!) portato la pace,"noi" che ci chiamiamo con il tuo nome come ti viviamo, come diciamo chi sei? Tu, il Cristo, il Messia atteso e sperato da Israele, il Figlio del D** vivente, Gesù di Nàzaret, nostro Amico e Sposo. Ascoltiamo la tua Vita a cuore aperto. Mt 16 ,13-19 " Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».  Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».  E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E

Carni di gioia e

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di sacrificio, carni di piacere, di lavoro, di accoglienza. Che cos'è la vita, questa vita in cui siamo e che ci vive? Cosa sono questi corpi che siamo? Queste carni che viviamo e ci vivono, che cosa sono? Oggi sento che siamo carni di preghiera, corpi creati per una relazione intima e profonda con D** Eterno Amore e per vivere questa relazione nelle complessità diverse che sono le nostre carni, dal piacere al dolore, dalla gioia al sacrificio, dalla tenerezza alla durezza. Dall'accoglienza al perdono. Oggi sento quanto sei consapevole, dolorosamente e teneramente consapevole, con una  semplice  felicità di fatiche, che noi siamo le nostre carni ed è con e in queste carni che ti seguiamo, per fartele trasformare in preghiera, in relazione intima, libera e sovrana di ogni piacere e fatica, con D** Innamorata Amante. Le nostre vite di carne e fuoco per le Sue e le nostre gioie. Ascoltiamo la tua voce come risuona in noi e tra noi. Mt 8 ,18-22 " Vedendo la folla attorno a sé,

Alziamoci

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per vivere, nell'amore che libera. La tua parola che qui mi colpisce di più, Gesù, è una delle più semplici di tutti i vangeli, ed è giustamente famosa. « Talità kum ». Il tuo comando è alzarsi da ogni nostra morte e diventare protagoniste, protagonisti, delle nostre vite. Amando senza permettere che il male, ogni male,  allontani  la vita da noi e così la perdiamo, ma che sia in noi forte e feconda, capace di farsi dono d'amore con tutte le libertà che solo le scelte e i gesti dell'amare concepiscono, fanno nascere, fanno vivere fino a essere fecondi di altro amore. « Talità kum ». Ascoltiamo la tua voce di vita, Gesù, che ci chiede di alzarci per vivere, amando. Mc 5 ,21-43 " Essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a impo

Guarire il cuore,

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liberare la vita. Tu ci guarisci, Gesù. Guarire le nostre infermità è forse l'aspetto più pubblico e famoso della tua presenza tra noi; ma non è il più importante. Ciò che conta e vive di te, Gesù, sono la croce e la risurrezione che rendono sempre più  vera , nelle nostre storie umane, la tua parola. Eppure le guarigioni che fai ci raccontano il senso più forte della tua presenza tra noi: compiere il desiderio d'amore di D**, realizzarlo nelle vite concrete che hai davanti. Ma come succede questo, come accade che - guarendo le nostre malattie - tu compi in noi l'amore di D**? Ascoltiamo Matteo che ce lo racconta. Mt 8,5-17 " Entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur e

La tua cura

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è darci l'unica libertà che siamo, quella di amare. Forse ti ha ascoltato da lontano. Oppure ti ha visto agire. Fattostà che si fida di te, sa che lo puoi guarire dalla morte, sa che solo tu lo puoi curare dalla lebbre. Lo puoi purificare. Ignora ogni norma che gli dicono di stare lontano da te, si butta ai tuoi piedi e ti invoca: « Se vuoi, puoi purificarmi ». Tu lo vuoi, tu vuoi sempre la nostra libertà. Ascoltiamo le tue mani che si muovono nell'amore per dare la libertà. Mt 8,1-4 " Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.  Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».  Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.  Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro» .". Che cosa c'entra la libertà con la guarigione dalla lebbra, con

Il nome

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importante, quello che conta davvero. Poi ci arriviamo, a questa roba del nome,Gesù. Adesso solo una piccola nota sul fatto che tu, insieme a D** che chiami "Padre", scegli e lo fai sempre con attenzione e cura. Alla tua scelta deve corrispondere la nostra accoglienza, la scelta che noi facciamo, a nostra volta, per la tua scelta in noi e per noi. Perché la tua scelta verso di noi si compia, dobbiamo essere libertà accogliente e umile. Quella libertà che non si impone, ma si fa scegliere per la sua bellezza, appunto come succede a Elisabetta e Zaccaria, ma sopratutto a Giovanni, loro figlio, chiamato così perché Dio stesso ne ha deciso il nome, per far vedere che quel bambino apparteneva alla Sua Casa. Ascoltiamo la nascita di Giovanni, che D** sceglie per sé già nell'utero della madre. Lc 1,57-66.80 " Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia

Il criterio

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è la vita, non l'etica. Due cose mi colpiscono sempre, Gesù, in questa  tua indicazione su come orientarci tra azioni buone e cattive nelle nostre vite quotidiane: il pragmatismo e l'attenzione. Tu sei al centro di questa riflessione, tu, che ti sei sempre presentato umile dell'amore che sei, e offrendo solo la testimonianza delle tue opere e parole, senza la più piccola scenografia di potere. Regalandoci il tuo amore da fare ogni giorno, unica difesa contro il male e sola vittoria del bene. Ascoltiamo la tua voce che è la Presenza viva dell'Amore eterno. Mt 7,15-20 « Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.  Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene

La via stretta

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sei tu, Gesù di Nàzaret, il re sposo. Parli d'amore. Ci dici di fare attenzione all'amore, sulla base della regola aurea della reciprocità consapevole: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro ». Questo non è, ancora, il dono dell'amore, ma ne è la premessa necessaria. Se non riconosco nell'altra e nell'altro una persona che ha diritto a essere trattata da me esattamente come io desidero essere trattata da lei, allora sto rifiutando la possibilità di amare e cercando morte, in me, attorno a me. Ascoltiamoti, Gesù, perché solo tu sei la vita, quella felice. Mt 7,6.12-14 « Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.  Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.  Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdiz

La scelta è

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l'amore che Dio è per noi. È così limpido questo tuo brano, Gesù, che mi sembra sbagliato aggiungere qualsiasi altra parola. Solo mi preme ricordare che dobbiamo ascoltarti, con il cuore, cioè con tutta la nostra intimità pronta ad accoglierti per farti essere anche in noi ciò che  tu sei, sempre e da sempre: l'amore che accoglie e salva. Apriamo la nostra vita alla tua, Signore Gesù, in modo che tu ci faccia orientare, risorgere a quel fresco amare che è D**. Mt 7,1-5 « Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.  Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del

La tua domanda

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e le nostre risposte. Chi sei, Gesù? Mi sembra, amico mio, che siamo troppo pieni di risposte preconfezionate, per riuscire a essere, non scrivo "sinceri", ma almeno "autentici" nella nostra risposta.  Il punto è che tu vuoi il nostro coinvolgimento personale, emotivo e profondo, nell'amore che ci doni. Ma chiedi che questo coinvolgimento sia pubblico, appartenga alla famiglia, al gregge, alla tribù, alle persone umane di cui siamo parte. La nostra sequela innamorata della tua vita ci deve riguardare personalmente, ma deve anche appartenere alle comunità, alle  chiese, di cui siamo parte e di cui bisogna rispettare le regole. Non siamo amici tuoi da soli, non ci salviamo per conto nostro, ma solo (anche!) testimoniando la forza del tuo amore. Questa è la fede di cui ci chiedi, che ci offri. Ma non è questa la domanda che mi colpisce, è la tua, e la troviamo soltanto ascoltando la tua voce di gioia, gioco e libertà. Mc 4,35-41 " I n quel giorno, venuta la se

La bellezza è vita

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non proprietà. La vita di Dio è bellezza. Non c'è momento della tua Parola, Gesù, più trascurato di questo: « Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza ». Infatti serviamo un solo padrone, la ricchezza, e per la cruna del tuo ago, Signore ( qui! ) abbiamo fatto passare e, ancora, facciamo passare intere galassie di cammelli. Ma, forse, si capisce di più ciò che dici se lo viviamo da un altro punto di vista, quello che tu stesso suggerisci: « Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro ». L'esperienza della bellezza ci porta a capire la realtà della tua ammonizione contro il mostruoso diavolo, principe di questo mondo: la ricchezza. Ascoltiamo la tua vita e ammiriamone la bellezza.  Mt 6,24-34 « Nessuno può servire due padroni, perché o odier