La bellezza è vita

non proprietà. La vita di Dio è bellezza.
Non c'è momento della tua Parola, Gesù, più trascurato di questo: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». Infatti serviamo un solo padrone, la ricchezza, e per la cruna del tuo ago, Signore (qui!) abbiamo fatto passare e, ancora, facciamo passare intere galassie di cammelli. Ma, forse, si capisce di più ciò che dici se lo viviamo da un altro punto di vista, quello che tu stesso suggerisci: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro». L'esperienza della bellezza ci porta a capire la realtà della tua ammonizione contro il mostruoso diavolo, principe di questo mondo: la ricchezza. Ascoltiamo la tua vita e ammiriamone la bellezza. 
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
L'esperienza della bellezza è inevitabile. La viviamo senza che ci appartenga, come un momento che non può essere ripetuto a piacere, ma può essere soltanto vissuto, ogni volta di nuovo, diverso, vivo di volta in volta, come un regalo. 
Una esperienza di bellezza non può essere rinchiusa in una gabbia privata, ma è sempre una epifania, una manifestazione di Dio libera, sovrana di se stessa. Abbiamo visto la piantina di aglio selvatico migliaia di volte, specie ogni volta che tentano di ucciderla e lei china il capo e si fa uccidere. Poi, due settimane dopo, eccola di nuovo, viva e libera, potente, inevitabile, bellissima, semplice e umile. La vita è questa bellezza semplice e umile, che non è mai "propria" di qualcuno, che non è mai "proprietà privata", ricchezza solo mia che tolgo a te, ma è sempre un piacere e godimento pubblico, dono a disposizione di tutte e tutti. 
Così l'esperienza della bellezza è godere della vita come dono d'amore, è quel regno di Dio che ci libera nella bellezza di amare, essere amate, goderci insieme nel più grande dono di Dio sempre intriso di bellezza: l'amore che facciamo.
ciao r

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