Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Pentecoste 2020: ricevere Dio.

Immagine
Siamo pronti a riceverti, Altissimo Amore, per sceglierti nelle tue diversità? Posso scriverlo, Gesù? Sento questo brano del vangelo di Giovanni come il culmine di tutta la vita e la testimonianza di quel discepolo che tu amavi, perché si era innamorato di te e della tua bellezza d'amore; là dove viveva quella presenza di Dio in te che era sempre forte, umile, mite, selvaggia. È un brano semplicissimo, di una eleganza semplice.  Sei risorto e disponi dei cieli, che ti amano e ti ammirano, degli inferi, che tu hai svuotato, e della Terra in tutti i suoi accadere negli spazi-tempo delle tue creature. Ma arrivi senza proscenio e senza presentazioni, come uno di loro. Solo che stai in mezzo, sei il loro cibo, la loro bevanda, si devono nutrire di te, ti devono amare in un amplesso radicale, che sconvolge le loro abitudini e li rende capaci di amare. Li cambia in amore donato. Questo è il dono dello Spirito santo che riceviamo ogni giorno ascoltandoti, Parola di Dio. Gv 20,19-

Altre vite

Immagine
donate all'amore, altre pecore e altre greggi, altri ovili. Gesù, tu susciti e accogli innumerevoli risposte d'amore al tuo amarci, donato dal padre Madre a ciascuna i noi, gratuitamente. Infatti no n c'è solo la sequela di Pietro, c'è anche la vostra immediata relazione d'amore, quella tra te e il discepolo che tu hai amato di più, a cui non fai domande d'amore, ma di cui occupi con la sovranità dell'amare tutta la carne e il cuore e lo fai con tutta l'intera Potenza Presente dello Spirito di Dio, sovrano di ogni amare. Ascoltiamo. Gv 21,20-25 " Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel disc

La domanda

Immagine
sull'amore è piena della sua stessa risposta. Se mi chiedi del mio amore per te, Signore Gesù, non perché tu dubiti che ci sia, ma perché mi vuoi far vedere di che cosa significa che ti amo. Perché l'amore si fa, molto più di quanto si dica. Ma l'amore si dice, anche, e dire l'amore significa parlare di chi amo e se chi amo è il Signore della vita che è stato essere umano maschio, nato nel territorio più marginale di una provincia periferica di uno dei grandi imperi della Terra, allora amarti è parlare di te. Ogni giorno, perché ogni giorno è bello amarti, ascoltando la tua voce. Gv 21,15-19 " Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».  Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».  Gli disse per

L'unità di amare

Immagine
è scegliere le differenze, vivere le diversità. Amare è vivere, non ci sono differenze tra questi due verbi. Se si ama si vive e si dona la propria vita, la propria carne e sangue, alle persone e alle creature attorno a noi che hanno fame e sete di vita. Tu ci ami così e nel tuo amore ci doni la tua vita, ti fai cibo e bevanda per colmare le nostre fami e seti d'amore, in modo che pure noi diventiamo capaci di farci dono d'amore, perché diventiamo  ricche dalla tua ricchezza, belle della tua bellezza.  L'amore donato senza vantaggi, in perdita, come testimonianza dei tuoi amori, questa è l'unità che tu preghi al Padre. Che ci renda capaci di essere continuo e permanente dono d'amore, torrente e pioggia capaci di soddisfare ogni sete e di rendere fertile ogni deserto. Per questa abbondanza che sei solo tu, Gesù, bisogna ascoltarti. Gv 17,20-26 « Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una

Liberaci dal male

Immagine
mentre ci prendi nel tuo amore e vieni ad abitare in noi. La tua preghiera, Gesù, è il Padre nostro ( Mt 6,9-13 e Lc 11,2-4 ), quella preghiera che ci proponi e regali come modello di affidamento gratuito e grato, riconoscente e attento, a Dio Padre Madre. Il Padre nostro ci deve far sentire ogni volta riaffidati all'abbraccio immenso e buono dell'Eterno amore. Questa preghiera splendente d'amore in Giovanni sembra mancare e invece, concentrata in questi versetti della tua preghiera d'amore a Dio tuo e nostro Genitore d'amore. Ascoltiamoti. Gv 17,11-19 « Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.  Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della

Gloria di D**

Immagine
è solo amare. Anche se in questo brano, l'inizio della tua grande preghiera d'amore, la parola amore e il verbo amare sembrano mancare proprio. Ma tu ci ricordi che cos'è la Gloria di D**. Sei tu, certo, ma tu che hai fatto qualcosa e che stai per farne, e subirne, un'altra. Tu ci hai manifestato D**, il Padre, il Genitore che ci ama nelle sue viscere come una madre che è così tanto dono d'amore da sentire sempre la figlia e il figlio ancora muoverle il ventre e gonfiarle il seno. D** che ci ama così tanto da darci la Sua Vita piena nella tua vita, Gesù di Nàzareth, vita di ebreo ligio alla Torah, maestro in Israele molto laterale alle osservanze del Tempio, Messia di Israele figlio di David e della stessa Eternità Amante proclamato Luce e Vita per tutte le genti e non solo per Israele. La Gloria di D** è l'amore che tu sei e testimoni in noi, tue e tuoi amanti innamorate e innamorati delle tue bellezze. Ascoltiamo la tua voce che canta questa preghiera.

Crederti

Immagine
è sapere che tu, Gesù, hai già vinto il mondo. Il tema della nostra fede non credere a certe parole o a dettagliate istruzioni etiche, che  peraltro non dai mai salvo   un caso,  che è tipico perché continuiamo a discuterne: la condanna di ogni divorzio ( Mc 10,2-12 ; Mt 5,31-32 , Mt 19,3-9 ). Il tema vero della nostra fede è solo nella tua risurrezione dai morti dopo la tua morte sul patibolo degli schiavi e dei peggiori farabutti. E della tua morte in quanto Figlio di Dio, e non solo come Maestro in Israele; cioè la tua morte in quanto parte intima e propria di quel Divino che tu riferisci al Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, David e che chiami Padre e descrivi Madre. La nostra fede sei solo tu, Gesù Signore, per questo è così facile tradirti e abbandonarti, mio Re Sposo, e sempre occorre ascoltarti. Gv 16,29-33 " Dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi

Segno di presenza

Immagine
della tua vita, Gesù, nella Vita dell'Amore che è D**, vivente ovunque, mentre vivi sempre con le nostre vite di carne in cerca dell'Amore, e di amori che siano vivi qui nella Terra. Il mio commento, povero e piccolo, si ferma a questo lungo titolo, che racconta tutto ciò che sento e capisco attorno a questa splendente celebrazione liturgica che racconta la tua presenza, non la tua assenza. Infatti la tua "Ascensione al cielo", cioè la tua comunione perfetta con D** Potenza Amante, non può essere testimoniata  in alcun modo dentro le forme spezzate, individuali e mortali, del Cosmo-Mondo-Multiversi dentro cui viviamo e di cui conosciamo così poco.  La tua "Natura" di  Santissima Divinità Amante è per noi l'unico vero mistero incomprensibile della nostra fede.  Ma la festa di oggi ci dice che alla "Natura" di quella Divinità Amante tu, Gesù, hai aggiunto un corpo umano, una realtà di carne e terra: te stesso, Gesù di Nàzareth, liberato dai

Chiedere

Immagine
l'amore è imparare ad amare. La tua presenza tra di noi è l'amore che regola e governa le nostre vite, ma non sulla base delle parole che scriviamo e diciamo, ma sulla base delle nostre azioni, cioè sulle vie e le strade che la nostra accoglienza d'amore apre a chi è nelle debolezze, nelle povertà e nelle miserie dei nostri vivere; "accoglienza d'amore" data, però, sulla base di quelle esigenze e libertà e non del giudizio che io do di quelle stesse esigenze e delle loro libertà. Allora, questo tuo parlare in modo non velato di Dio significa affrontare la croce che il mondo ci offre, sedersi su di essa come letto e abitazione delle nostre offerte d'amore libere. Significa amare fino alla fine e oltre la fine, nella compiutezza senza fine dell'Amore Potenza di Dio. Ma il primo passo è sempre ascoltarti. Gv 16,23-28 « In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nul

La gioia,

Immagine
le sue realtà fra di noi e con te, Gesù Signore. Che cos'è la gioia, Gesù? Noi diciamo che è un'emozione intensa, legata alla presenza di qualcosa che è stato realizzato da noi, esiste ed è fonte, a sua volta, di altra gioia. in questo  senso la gioia è sempre legata all'esperienza del dono, di qualcosa che è stato anche faticato, pure con sofferenza e dolore, ma la cui presenza, reale nella nostra vita, va sempre molto oltre le fatiche compiute.  Il tuo esempio per chiarire che cos'è la gioia mi sbalordisce, perché è un esempio solo femminile, tratto dalla esperienza emotiva ed esistenziale che è maggiormente coinvolgente la vita di una donna, e dove, maggiormente, si sono scatenati fattori di oppressione e violenza: la maternità, esperienza solo femminile e di cui i maschi umani non hanno cognizione, se non per sentito dire. Ma cosa significa? Ascoltiamo la tua voce. Gv 16,2-23 « In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegr

Restare

Immagine
è il tuo verbo più importante, Eternità vivente, Signora Madre Padre, il verbo che descrive la pluralità infinita di ogni tuo amarci. Credere in Te, Signore, è credere che tu, in quanto Amare attivo e presente, resti sempre tra di noi e ci apri alla vita. In questo vangelo Gesù ci avverte che la sua presenza tra noi, la sua realtà di Dio Incarnato, è soggetta alle regole fisiche e matematiche dello spazio-tempo e a quelle brutali e caotiche delle storie umane, nate dal peccato, dai nostri orgogli di fare il male, di costruire inferni e abitarli. Quindi  ci lascia, ma torna e torna per restare, perché lui è l'amore che resta e sempre si rinnova. Tuo Figlio vivente in te e nell'amorevole soccorso alle ferite che ci diamo a vicenda. Vero amoroso custode della speranza di amare. Gv 16,16-20 " Disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».   Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: “

Chi ti segue, Gesù,

Immagine
è capace della verità, ma non per merito suo, né per suo lavoro. " Che cos'è la verità? ", ti chiede Pilato in questo stupendo vangelo di Giovanni, che stiamo percorrendo, camminando e scalando, della cui vita ci nutriamo. Tu rispondi nell'unico modo in cui potevi rispondere: andando in Croce per la via dolorosa del tuo trionfo di re e messia di Israele. Ma ai tuoi amici e discepoli l'avevi già detto, che solo tu sei " la via, la verità, la vita ". Quindi tu sei la verità, l'intera verità di Dio Madre Padre, e lo sei in tutta la tua vita, passione, morte, risurrezione. Di questa verità lo Spirito è portatore e solo questa verità ci libera. Ma  il primo passo in questa " via vera viva " che sei tu è sempre e solo ascoltarti. Gv 16,12-15 « Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.  Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma di