Pentecoste 2020: ricevere Dio.
Gv 20,19-23
"La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».".
Il primo punto è che non appari come un miracolo. Certo, superi le loro porte chiuse dalla paura e sei subito, stai immediatamente in mezzo, perché nessuno di loro si senta escluso e ciascuna o ciascuno di loro ti abbia tutto, possa ricevere Dio completamente. Ma raccontato così non ha le forme del miracolo, ma solo quelle della presenza. Tu eri già con loro, non li hai mai abbandonati. Semplicemente ti fai vedere e così ti mostri come l'unica offerta gradita a Dio: il dono di sé all'altra e all'altrui fatto senza paure e senza riserve, senza tenersi niente. In quattro modi ti fai vedere così: 1°, entrando a porte chiuse ("mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e"); 2°, mostrando la tua umanità sconfitta e spezzata come unica testimonianza della tua gloria in Dio ("mostrò loro le mani e il fianco"); 3°, dando loro la tua pace, attinta alla pace di Dio («Pace a voi!»); 4°, inviando i tuoi discepoli come uguali a te («Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi»).
Manca qualsiasi attribuzione di poteri. Siamo eredi e testimoni di un profeta e maestro in Israele, che si è proclamato Messia e re di Israele, il quale è stato sconfitto e vinto; noi dobbiamo andare in giro a vivere e agire come hai vissuto e agito tu, Gesù («Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi»). L'eredità che ci lasci è il tuo amore per tutte le persone umane e le creature della Terra, a iniziare da chi ti vuole distruggere, amore che è solo il "perdono dei peccati". Se non perdoniamo i peccati il problema è in primo luogo nostro e non di chi non viene perdonato, anche perché questo nostro perdonare non è un atto giudiziario, sia pure fatto per delega di Dio sommo giudice. Dio non giudica nessuno («Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» Lc 6,37) e non vuole che noi lo trasformiamo in un super sovrano che super giudica tutti i miei avversari politici o chi, secondo le mie etiche sempre molto ristrette, fa il male, anziché fare il bene, come faccio io in modo esemplare. Chi vuol farsi giudice, giudichi pure, ma sapendo che Dio ama nella Sua libertà di amare. Esattamente ciò che dobbiamo essere e fare anche noi.
ciao r
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