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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

La nostra voce

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che ti racconta e testimonia è la nostra vita che ti fa vivere. Non c'è una cosa come "seguirti a parole". Ti seguiamo con la vita e senza tante incertezze, proprio dentro i 'qui' e 'ora' in cui ci troviamo a vivere ed a fare le cose della vita. Così seguirti è una scelta, anzi, è la scelta della vita. " Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono ". Ma non siamo noi che facciamo questa scelta, sei tu. La nostra scelta è solo in quel " subito ", cioè nel lasciarti entrare nelle nostre vite di carne e sangue così che esse siano coinvolte totalmente nella tua vita e siano così plasmate d'amore, come è stata plasmata la tua vita dalla presenza di Dio Padre. Testimoniarti allora è vivere come te, la nostra voce è la nostra carne e il nostro sangue che vivono il tuo annuncio, uniti alla tua vita.  Ascoltiamo la tua voce, partecipiamo di te. Mt 4,18-22 " Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone,

L'esperienza

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del tuo sorriso, Gesù, è stata sconvolgente. Ma che cos'è che ha costretto (o indotto, o spinto) duemila anni fa un gruppetto molto confuso di persone israelite, maschi e femmine insieme (tra l'altro, e per crescere la confusione) a restare insieme per tramandare, cioè per raccontare e testimoniare che tu sei vissuto con loro e loro hanno bevuto e mangiato la tua parola, e poi la tua carne? La risposta teologica a cui credo con semplicità, come credo alla ricchissima molteplicità delle vite esistenti nel mondo, è la tua resurrezione dai morti e la successiva e necessaria "pentecoste"; cioè l'arrivo dello Spirito santo tra noi. Ma c'è anche una risposta umana, lo so; c'è una esperienza umana di te che ha inciso le vite di chi ti ha conosciuto e seguito. Ciò che loro hanno visto e toccato, che ha inciso e ferito le loro carni senza alcuna possibilità di guarigione, se non in te. Q uesta esperienza umana di te è il tuo sorriso. Ascoltiamo la parola della tua

Soltanto una

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parola? No, tutta la tua vita, Gesù Signore. La frase del centurione di Cafarnao la ripetiamo ogni giorno durante la messa, per prepararci al tuo cibo, a mangiarti e vivere di te. Abbiamo quotidianamente bisogno di perdono, di guarigione e salvezza, e ti diciamo che ci basta solo una tua parola per salvarci. Ma non è così, Gesù: tu ci hai dato e ci dai molto di più. Tu ci dai la vita, tutta la tua vita. Ascoltiamola pure oggi, per vivere di te e dell'amore. Mt 8,5-11 " Entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».  Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed

Maranathà,

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vieni, Signore Gesù, vieni presto, ti aspettiamo. Non sei rassicurante, amico Gesù, ma non vuoi esserlo. Vuoi tenerci svegli e non vuoi lasciarci impigrire nelle rassicurazioni che ci diamo che tu sei buono e che asciugherai tutte le lacrime.  È proprio vero, certo, ma questo non ci toglie dalle nostre responsabilità nel mondo. Dal 1950 al 1959 la Cina invade il Tibet e in pochi anni spazza via una civiltà millenaria basata sulla preghiera e sulla non-violenza. Ce ne siamo dimenticati. Dalla metà dell'800 alla metà del '900 noi europei siamo entrati in Africa, troppo spesso usando il tuo nome contro di te, e lì abbiamo saccheggiato, stuprato, ucciso, schiavizzato. E gli arabi hanno fatto lo stesso, anche loro usando il Nome di Dio contro Dio come hanno voluto. Facciamo di tutto per dimenticarcene e per nascondere questi morti. Anche perché continuiamo a farlo. Per esempio in Amazzonia, o nelle nostre città piene di lussi e di persone senza casa e quasi senza vita. Siamo abituat

L'attesa è

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attenzione al mio tempo pieno di vita. La tua attesa, Gesù, è il tempo pieno di vita che ci è stato donato per amarti e, quindi, per amare. Per amare molto, come dici tu ( Lc 7,36-50 ), in una scelta piena di errori e difficoltà, ma che raggiunge sempre Dio Padre Madre e il Suo cuore d'amore e di desiderio di amare ed essere amato, amata. Ascoltiamo la tua parola e l'invito, urgente, ad amare. Lc 21,34-36 « State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.  Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo ». Che cos'è la preghiera a cui ci inviti, Gesù? Quella preghiera continua, incessante, che non smette mai, e che (se va bene!) si concentra in qu

Questa generazione

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non è ancora passata e le tue parole vivono. Spesso mi chiedo che cosa è davvero successo, Gesù, dopo la tua morte e resurrezione. Sul piano solo storico c'è un gruppetto di un centinaio di persone, nessuna particolarmente rilevante e, tra l'altro, mischiate tra maschi e femmine così che la loro credibilità era molto indebolita. Un bel giorno, un mesetto circa dopo la tua morte in croce e senza alcuna ragione visibile, questo gruppetto di persone si sveglia e nei cento anni successivi, diffonde la tua parola e la tua vita ovunque gli capiti di arrivare camminando, a dorso di mulo, in barca. Innanzitutto tra le comunità ebraiche sparse ovunque e fra i pagani conquistati dalla Torah e dalla Legge del popolo di Israele. Che cosa strana. Da allora sono passati duemila anni e "il mondo" è cambiato con una radicalità e una potenza imprevista e imprevedibile.  « In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga ». La tua vita, Gesù, è la forza che

La libertà

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che si avvicina. I tempi del mondo scorrono nei corpi insanguinati dalla cattiveria del nostro male. Parli di Gerusalemme, perché è la città simbolo dell'amore di Dio nel mondo, la città testimone della Sua promessa d'Amore e delle nostre idolatrie contro questo Amore Dio e la sua Presenza tra noi, come parola e bel messaggio. Cioè tu, Gesù, che sei venuto a salvarci. Ci ricordi che dobbiamo fuggire l'odio e la morte che imperversano nel mondo e cercare rifugio ovunque lo troviamo, per noi e per chi è più debole di noi, ma senza alcuna paura perché tu sei con noi e ci proteggi. Ascoltiamo la tua voce che ci ama. Lc 21,20-28 « Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto s

Continuare

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ad amare, perseverare nell'amore. Vivere e amare, questo è dare testimonianza. Oltre ogni vicenda del mondo e della vita, oltre e dentro ogni persecuzione, anche la più dura, ciò che ci chiedi è amare e continuare ad amare, con semplicità e innocenza, anche dentro le delusioni e i dolori che il rifiuto dell'amore comporta e produce. Perseverare nell'amore è ciò che salva la vita.  Ascoltiamo la tua vita che ci propone salvezza solo nell'amare. Lc 21,12-19 « Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.  Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.  Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa de

L'opera di Dio

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e le opere umane. Ci compiaciamo, Gesù, delle nostre opere, di tutte quelle bellezze che riusciamo a tirare fuori dalle opere di Dio in cui e di cui viviamo. Troppo spesso godiamo delle consolazioni che la bellezza ci dà. Quelle consolazioni di cui anche noi siamo capaci, ma solo se ci mettiamo nella posizione dell'amore. Perché siamo capaci di bellezza, ma siamo anche capaci di distruzione, sappiamo creare inferni dove bruciamo le vite che tu desideri, fai nascere e vivere come frutto e figlie del tuo amore, vivo nel pieno di quell'amore Dio in cui tutto si compie. Ascoltiamo la tua voce, Gesù. Lc 21,5-11 " Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».  Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingan

L'attenzione di Dio

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è rivolta ai cuori e ai corpi, non ai simboli. Che cos'è che si dona e si riceve? Che cos'è che viene dato, quando c'è bisogno di dare e viene ricevuto quando c'è bisogno di ricevere? Mi parlano di un tempo diverso, quando c'erano case che avevano sempre una porta aperta e un posto in più  a tavola, per ricevere una persona che arrivava inattesa e aveva fame. Non un piatto speciale, ma un piatto come quelli della famiglia. Mi piace pensare, Gesù, che c'è ancora, che è una abitudine diffusa. Avere attenzione come Dio, ai corpi e ai cuori non ai simboli, che ci identificano e ci danno ruolo. Ascoltiamo la tua voce che ci mostra la vita. Lc 21,1-4 " Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.  Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella i

... senza corona e senza scorta...

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Sei il re che bussa a casa nostra, solo per farsi aprire. Gesù, mi è venuto nel cuore, irresistibile, il verso di uno di quei menestrelli della mia vita che hai  silenziosamente  amato, senza chiedergli niente, se non amore. Ciò che chiedi sempre. ... un re senza corona e senza scorta, bussò tre volte un giorno alla ... Tu sei il re, Gesù amore, l'unico re vero di tutto il reale esistente. Nessuno è re, se non tu che ami e per questo bussi alla porta di casa nostra, con attenzione e libertà. « Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.  Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono.  Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese ». ( Ap 3,20-22 ) Ci offri la tua fame d'amore e la possibilità di sfamarti, e non tu da solo, ma noi insieme a te e anche con il Dio che chiami « Padre mio » e che ci offri come premio