Maranathà,

vieni, Signore Gesù, vieni presto, ti aspettiamo.
Non sei rassicurante, amico Gesù, ma non vuoi esserlo. Vuoi tenerci svegli e non vuoi lasciarci impigrire nelle rassicurazioni che ci diamo che tu sei buono e che asciugherai tutte le lacrime. È proprio vero, certo, ma questo non ci toglie dalle nostre responsabilità nel mondo.
Dal 1950 al 1959 la Cina invade il Tibet e in pochi anni spazza via una civiltà millenaria basata sulla preghiera e sulla non-violenza. Ce ne siamo dimenticati. Dalla metà dell'800 alla metà del '900 noi europei siamo entrati in Africa, troppo spesso usando il tuo nome contro di te, e lì abbiamo saccheggiato, stuprato, ucciso, schiavizzato. E gli arabi hanno fatto lo stesso, anche loro usando il Nome di Dio contro Dio come hanno voluto. Facciamo di tutto per dimenticarcene e per nascondere questi morti. Anche perché continuiamo a farlo. Per esempio in Amazzonia, o nelle nostre città piene di lussi e di persone senza casa e quasi senza vita. Siamo abituati al male e, troppo spesso, non ci facciamo neanche più caso. Così spesso non sappiamo produrre e fare quel bene che tu ci doni e ci offri nel tuo Vangelo.
Vieni Signore Gesù, vieni presto, abbiamo bisogno di te.
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Non ci dici che cosa dobbiamo fare. Ci dici solo che dobbiamo vegliare, perché non sappiamo a che ora della notte arriva il ladro a scassinare casa nostra.
«Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa».
È un paragone molto audace, Gesù. Tu sei il ladro che arriva sempre di sorpresa e non è mai prevedile. Eppure ci chiedi di vegliare e di fare attenzione a ciò che siamo e viviamo. Ci chiedi di stare nell'attenzione della preghiera, perché solo questa attenzione salva. Allora si tratta di capire cosa deve essere, che cosa può essere questa veglia continua, questa preghiera incessante che ci chiedi di praticare "tutta la notte" così da farci trovare pronti al tuo ritorno.
In Luca (Lc 18,1-8) c'è una tua frase molto difficile, messa al termine della parabola del giudice disonesto: «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
La preghiera che ci chiedi, la veglia continua che ci raccomandi mi sembra carica di fiducia in te e nel tuo amore. Non sappiamo cosa sarà il giudizio che ci attende, sappiamo solo che sarà inatteso e indipendente dai meriti acquisiti.
«Così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata».
Perché? Come facciamo a salvarci? Non dobbiamo chiederci questi "perché" e questi "come",  dobbiamo avere fiducia in te e nel fatto, testimoniato dai tuoi amici e dalle tue amiche con parole e racconti arrivati fino a noi, nel fatto che sei venuto a portare l'amore e davvero lo hai portato. Così dobbiamo vivere nel mondo con attenzione, ma senza credere in esso e nelle sue sicurezze, disposti a lavorare con Noè per costruire una roba, una specie di strana barca senza timone, senza vela, senza prua; una cesta, certo, ma che è la cesta che ci salva. Se abbiamo fiducia in te, e quindi nell'amore per quanto difficile possa sembrare, abbiamo e avremo vita e amore in abbondanza; se non abbiamo questa fiducia semplice ci perdiamo, perché il mondo con tutti i suoi eventi e le sue forze non ci salva e non ci dona la vita.
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo».
Ma poi la preghiera così proposta è una continua attenzione a ciò che accade nel mondo intorno a me, in modo che possa dare il mio contributo nell'amare e nel fare amore nelle cose e nelle vite del mondo attorno a me. Così ci teniamo pronti perché con la preghiera attenta e consapevole mettiamo insieme tutte le innumerevoli azioni di bene che ci sono nel mondo e che sono tutte rivolte ad aiutarti nei corpi, nelle carni e nelle vite di chi è afflitto dai dolori e dalle violenze che ci sono nel mondo e che, spesso, pratico anche io.
«Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Per questa attenzione quotidiana e continua, attenta e consapevole, se la pratichiamo di cuore e con generosità, senza giudicare nessuno, noi siamo in comunione con "Cielo e Terra" e allora possiamo dire con voce tranquilla e cuore sereno: Maranathà, vieni Signore Gesù, vieni presto.
ciao r

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