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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

La via dell'amore

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è verità della vita. Ogni tanto ti penso, Gesù.  Cioè, sì, perdonami, ma tu lo sai. Ti prego tutti i giorni, più volte al giorno, sei il mio riferimento costante qualsiasi cosa stia facendo. Ma questo è con Gesù di Nàzaret  il Messia , il re di Israele (e non solo di Giuda, sei il re di tutta Israele, anche quella dispersa nei fiumi delle storie umane), l'Innocente, il Solo Giusto, il Dio incarnato in Umano, un uomo che si è fatto fare Parola di Dio, è diventato perfetto nell'obbedienza all'Amore Eterno, per questo è morto, ed è risorto: per aprirmi la strada all'Eterno Amore, per darmi vita nell'Eterno Amare. Per te, Gesù, Sposo Signore, per averti vicino e diventare obbediente anch'io, leggo e prego, assaggio e bevo, ascolto e accolgo, quei vangeli che parlano di te con te, e lo faccio seguendo la liturgia di quella tua chiesa che è cattolica in Roma. Invece ogni tanto ti penso come umano, quando ti svegliavi al mattino, mangiavi qualcosa, sorridevi a una donn

La bellezza

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di chi è piccolo, la magnificenza di chi si sa poco. Anch'io ti rendo lode, Gesù, perché ami chi è piccola, chi si fa nulla per poter offrire carne e terra alle meraviglie di D**, Impronunciabile Potenza Amante, PadreMadre di ogni amore che vuole vivere e si affida all'Eterno Amante per avere la vita e averla in abbondanza, anche se sembra durare poco o contare quasi niente, o niente del tutto. Ascoltiamo la tua voce, Gesù, perché è l'Amore che si racconta, ci parla, ci ama. Mt 11,25-30 « Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.  Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da

La relazione

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che tu porti è vite donate. Che cosa c'è, Gesù? Ci sei tu, c'è stato qualcuna e qualcuno che ti hanno ascoltato e ora ci siamo noi, nate e nati da chi ti ha ascoltato; sullo sfondo c'è l'Eterno Amante, c'è quel D** Potenza, l'Innominabile Sconosciuto che chiami Padre e che ti ha voluto, concepito, fatto e incarnato come Sua Parola; poi c'è questa Parola, che sei tu, mio re Sposo. Parola che ci innamora. Ascoltiamo, con ogni apertura alla tua presenza. Gv 12,44-50 « Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.  Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.  Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stes

La fede:

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lo scandalo dell'amore non meritato, accolto, vissuto. Ci parli di fede come un'esperienza che non è nostra, ma entra nelle nostre vite, fa parte di noi, ci segna, ci appartiene, ci decide. Credere in te come Messia e re di Israele, Cristo per tutte le genti, non è una decisione intellettuale, né è una scelta emotiva o passionale. Si tratta di un incontro con te, Gesù di Nàzaret, e con tuo Padre, con cui " siete una cosa sola ". Un incontro sempre inatteso, sorprendente, di livello erotico, cioè immediato, profondo e coinvolgente ogni mia fibra di vita. Sei tu, Dio Santo, che ti innamori di me, mi scegli, mi segui tutta la vita, mi aspetti a ogni svolta, mi seduci, mi fai tuo. Sono felice di te, Altissimo Amore, ti godo ogni istante della mia vita. Anche se ti allontani e mi lasci (quasi!) solo, perché ti dai da fare in qualche altro tuo universo di vite innamorate di te. Ma perché me? Perché Celestino,  Arturo,  Ettore, Etty, Carlo, Simone (Simona, una delle tue tre

La porta della vita,

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data in abbondanza, con libertà e amore. Tu, Gesù di Nàzaret, sei porta delle pecore, il solo ingresso per il tuo gregge. Solo in te e con te ci troviamo tre le tue pecore protette e amate, guidate dalla tua voce innamorata ai bellissimi pascoli che Dio ci ha donato. Se è così, ed è così, allora sei tu la sola porta della vita, il solo ingresso alla vita donata in abbondanza, con libertà e amore. Dobbiamo solo capire come questo succede sempre, anche qui e ora. Perché la tua voce ci nutre sempre, anche nei nostri qui e ora, dove abbiamo bisogno della tua presenza per vivere. Ascoltiamo, spezziamo la tua parola, nutriamoci alla tua fonte. Gv 10,1-10 " Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E qua

Dare la vita

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per fare l'amore. Inizio decisivo: « Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore ». Chi ama dà la vita per chi ama, a chi ama. In realtà sei il bel pastore , Gesù, quello bello  (« Ἐγώ εἰμι ὁ ποιμὴν ὁ καλός - Ego eìmi o poimèn o kalòs »), e di cui tutte noi pecore siamo innamorate in una continua relazione di scambio. Tu ci conosci per nome, una a una, e ciascuna di noi è innamorata del nostro bellissimo pastore che vive con noi e per noi, che ci difende, che sempre ci porta ai pascoli migliori, alle acque più fresche. Otteniamo tutto da te, tu ottieni tutto da noi,  sempre,  perché tu ci doni la tua vita e noi ti regaliamo la nostra vita. Questa relazione d'amore è la vita con te, che ci ami e in questo amore ci stai portando a conoscere le altre pecore, degli altri tuoi recinti, che sono diverse da noi, certo, ma che, come noi,  sono  innamorate di te, bellissimo pastore d'amore e di vita. Allora, ascoltare la tua voce che ci chiama ad amare

Carne, spirito,

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vita: le sorprese dell'amare. Gesù, Amico sposo e re, c'è una cosa che non capisco in questo brano di Giovanni e adesso te la affido. Poi andiamo su cosa mi risuona dentro con ritmi rock e soul, di musica che sa di Africa. I tuoi discepoli dicono che mangiarti e berti è cosa dura. Beh, Gesù, hanno ragione. Noi siamo abituati a duemila anni di eucaristia a "mangiare la tua carne e bere il tuo sangue", ma lo interpretiamo come metafora, non come realtà ontologica in forme fenomeniche rassicuranti. Le tue parole restano uno scandalo: ci nutriamo del Dio che ci ama. Ma allora, amico Gesù, Signore, perché dovremo scandalizzarci di più vedendo « il Figlio dell’uomo salire là dov'era prima »?  È la tua croce, certo; però la croce è la tua offerta d'amore a noi, il tuo olocausto bruciato al nostro egoismo per toglierci dalla morte, non è " là dov'eri prima ". E allora?  Non capisco e mi affido a te, ascoltando le tue parole cariche di vita, ricche d'

La carne, il sangue,

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la vita. Non è che sia una domanda campata per aria, Gesù. « Come può costui darci la sua carne da mangiare? ». Già. Come succede questa cosa che ogni volta che mi nutro di te,  ogni volta  sono felice che sia appena accaduto il fatto di averti mangiato, di averti bevuto? Com'è che succede? Temo che tutto passi sotto il segno della metafora e dell'allegoria, del dire A per indicare tutt'altra cosa. Ma non è questo il caso; e infatti i tuoi ascoltatori di Cafarnao non si chiedono se sei impazzito, ma come è possibile che accada quello che hai appena detto: solo chi si nutre di te, chi mangia la tua carne e beve il tuo sangue, vive. Come è possibile questo, Gesù? La prima cosa è ascoltarti, con piena fiducia nel tuo amore. Gv 6,52-59 " I Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».  Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete

L'ultimo giorno è

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per ogni giorno, la luce e il pane di ogni giorno. Gesù, tu ci prometti la risurrezione « ἐν τῇ ἐσχάτῃ ἡμέρᾳ - en te èskate emèra », « nell’ultimo giorno », quel giorno che racchiude i nostri giorni e li con-clude, li completa tutti insieme nel più profondo e intimo cuore di D** Immensità Innamorata, Padre Madre di ogni vita e di ciascun giorno della vita. Però qui ti offri come pane quotidiano, cibo di ogni giorno, perché ci dici che  sei  tu il "buon pane" di ogni giorno, la carne vivente che si offre e si dona come buon cibo quotidiano, e così ci sfama, ci disseta, ci dona la felicità più profonda: il piacere del cuore di nutrirci di chi ci ama e si fa amare da noi, una a uno. Ma prima dobbiamo ascoltarti. Gv 6,44-51 « Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.  Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno ab

Il dono, la vita.

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La vita è dono d'amore, continua semina d'amore per germogliare altra vita, far sbocciare sempre altro amore. Di cosa ci parli, Gesù? Della volontà di chi ti ha inviato, volontà che è un desiderio di amare e di essere amore, di essere conosciuto come amore. Di cosa ci parli, Gesù? Di come si fa l'amore, di come l'Eterno Amante desidera che noi siamo come la Sua Immensità: solo amore, sempre amore amante.  Allora ascoltiamoti perché ne va della vita: la nostra e quella di ogni creatura con cui, di cui, grazie a cui viviamo e amiamo. Gv 6,35-40 « Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.  Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.  E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto eg

La promessa e

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il segno. Il punto della divergenza è che tu, Gesù, non sei il Messia che loro vogliono e sperano. Ti rifiuti di farti proclamare re, lì, alle rive del lago di Tiberiade per poi marciare vittorioso contro i romani e liberare Gerusalemme e tutta Israele. Non sei il re che vogliono e allora chi sei? Che segno "straordinario" dai a loro perché tutti siano certi che vieni da Dio, e tutti ti seguano; così, che tu voglia o no, si possa marciare tutti insieme contro i romani, frantumandoli come vasi di coccio, per liberare Gerusalemme e tutta Israele? Ti vogliono re di questo mondo al modo di questo mondo, per questo chiedono un segno. Perché rifiutano la libertà dell'amore di Dio e la Sua Presenza tra noi. Ma non gli ebrei del tuo tempo, Gesù. Tutti noi, una parte di noi ti vuole sempre trasformare in re di questo mondo e ti chiede segni che frantumino cattivi e nemici come vasi di coccio. Ma la tua missione e la tua presenza tra noi son diverse, non sei un re di questo mondo,

L'opera di Dio,

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il Suo lavoro più bello. Sei tu, Gesù, ciò e colui in cui dobbiamo credere. La bellezza che ci salva, che è già tra noi e lavora con noi e in noi per farci esercitare ogni giorno nell'arte dell'amore, per farci essere accoglienti a ogni corpo che ha bisogno di essere amato e di amare, così esaltando tutte le minime e immense differenze, di dettagli e di sostanza, in cui Dio Padre Madre ci immerge e di cui è genitore e maestra insuperabile. Tu sei l'opera di Dio da vivere e ascoltare ogni giorno nelle nostre carni. Gv 6,22-29 " Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.  Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta

Testimoni difficili

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di un amore incredibile. Già, siamo tue e tuoi testimoni.  Questa parte di umanità che si chiama con il tuo nome e si vanta di te, di conoscerti: femmine, maschi, in ricerca; giovani, vecchie e vecchi, che nascondono e che mostrano; miti (maschile e femminile), violenti (solo maschile), nei dubbi di qualche ricerca di pace; fragili, forti, aperte e aperti alle accoglienze; libere e liberi, con schiavitù incarnite nelle nostre mani e piedi che ci fanno dolore e che fanno male . E così via, poetizzando le nostre differenze e le nostre somiglianze in un elenco senza testa né coda. Altro che vasi di coccio! Siamo difficili, piene e pieni di paure e diffidenze, in ricchezza di peccato e avarizia d'amore, ma siamo noi, qui e ora, fatte e fatti così, a essere testimoni di te.  Di che cosa ci chiami ad essere testimoni e come, visto che siamo così difficili a stare in amore con te e, quindi, a dirci e dire questo nostro amore con te? Dobbiamo capirlo da te e subito sentirlo vivere nelle no