La carne, il sangue,
Non è che sia una domanda campata per aria, Gesù.
«Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Già. Come succede questa cosa che ogni volta che mi nutro di te, ogni volta sono felice che sia appena accaduto il fatto di averti mangiato, di averti bevuto? Com'è che succede? Temo che tutto passi sotto il segno della metafora e dell'allegoria, del dire A per indicare tutt'altra cosa. Ma non è questo il caso; e infatti i tuoi ascoltatori di Cafarnao non si chiedono se sei impazzito, ma come è possibile che accada quello che hai appena detto: solo chi si nutre di te, chi mangia la tua carne e beve il tuo sangue, vive. Come è possibile questo, Gesù?
"I Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.".
Non voglio fare teologia, Gesù. Aiutami.
Desidero solo raccontare il tuo amore, come lo vivo ogni giorno nella mia vita. Giovanni nel suo vangelo non riporta la tua richiesta di fare memoria (liturgica!, cioè pubblica, importante, fatta tutte e tutti insieme come "tuo popolo" o "tuo gregge") della tua offerta d'amore, della tua carne e sangue immolata sul patibolo dei poteri umani per la nostra salvezza. A Dio ogni amore è possibile. Ma quel tuo "fate questo in memoria di me" in Giovanni è assente, sostituito da questa dura predicazione a Cafarnao, dove ti prometti e offri a noi come cibo di vita, gratuito e abbondante, dato solo in amore perché in Dio ogni amore è desiderato. Ti mangio per amore, perché mi sono innamorato di te, della tua vita parola, mi fido di te e delle testimonianze che ti hanno dato: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me». Così ti ho incontrato, tu mi hai trovato, e ora ci nutriamo l'uno dell'altro: come io mangio te tu mangi me. Ma c'è una differenza. Tu sei gratuito ed è possibile averti vicino, amarti senza difficoltà, liberamente. Io no, io ho un prezzo: la tua carne e il tuo sangue immolate per me su di un oltraggioso patibolo umano, la tua carne e sangue date in offerta perché io viva in te e di te.
Per questo prezzo ti mangio e ti bevo, Gesù, perché è la tua vita intrecciata alla mia.
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