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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Le parole dell'amante al suo Innamorato

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così Nascosto, così Potente. Il canto di tua madre, Gesù, che non si può commentarlo, solo accompagnarlo. Come in tutto questo bellissimo episodio di amore e di aiuto tra donne dove bisogna cantare insieme a Maria di Nazareth « Μεγαλύνει ἡ ψυχή μου τὸν κύριον - Magnificat anima mea Dominum », perché l'Eterno Dio s'è innamorato di te e ti ha messa incinta e con te, attraverso di te, così ha promesso, farà grandi cose. E tu, giovane donna, sai che è vero, e lo sai nella tua carne e nel tuo sangue, nella tua realtà intima più profonda, dove trovi quel Dio Innamorato che gode di te e del tuo amore. E lo canti. Lc 1,39-56 " Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A

La tristezza e la gioia come

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la pazienza e l'ascolto: la felicità che doni è la vita. Gesù, tu, però, un poco ci giochi. Certo, stai per morire, e malamente; uno dei tuoi, quel Giuda Iscariota su cui hai puntato qualcosa, sta per smentire ogni tua previsione. Tutti, o quasi tutti ti stanno per abbandonare. Il tuo cuore è gonfio di tristezza e senti che anche quel Padre, che sempre ti accompagna, fra un poco ti lascia e questo ti crea dolore misto ad angoscia. Ma la tua felicità di vivere e di amare è così alta che riesci comunque a giocare con i tuoi discepoli, a scherzare con loro, affinché ricordino una cosa importante: La felicità che doni è questa vita, in questa vita si vive e si opera la felicità che tu doni e che avremo, potenziata all'infinito, davanti a Dio. Ascoltiamoti. Gv 16,16-20 " Disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedr

Avvertimento

Non mi sento bene, per cui non so quando riuscirò a mandare un risonanza.  Ciao r

Lo Spirito della Verità

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è l'amare, con la semplicità del dono. Ci ricordi la nostra testimonianza di te. Ma cos'è questa testimonianza che lo Spirito della verità  deve darti e che conferma e rende più salda la testimonianza dei tuoi amici e delle tue amiche su di te? In questo brano sembri non rispondere, ma non è vero. Infatti la testimonianza di chi è in amicizia con te, Gesù, nasce dalla vita e dall'esperienza della tua vita stessa, di Gesù di Nazareth, il figlio di Maria e del carpentiere Giuseppe. Colui che ha testimoniato il Padre e il Suo Amore a Israele e a tutte le Genti, il Messia di Israele annunciato per tutte le Genti. Leggiamo  bene tutto il brano. Gv 15,26-16,4  « Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi

La scelta:

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ovvero amare, come mi ami tu, Signore mio Dio. « Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi ». Così dici al centro di questa porzione del tuo bellissimo ultimo discorso ai tuoi amici, prima della tua Gloria nell'Amore. Tu sei la pace, ma non quella del mondo. La pace del mondo è "la guerra condotta con altri mezzi", la tua pace è "la scelta". Sei tu la scelta.  Questa scelta è l'oggetto del tuo discorso e lo regge in tutte le sue parti, questa scelta è la tua vita stessa nel suo essere spesa per gli altri, per fare e diffondere l'amore. La tua scelta è amare e, quindi, fare pace. « Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui ». La scelta è proprio essere la tua pace, perché vivendo la tua parola si diventa  " abitazione di Dio " e dimora della sua azione nel mondo. Quindi cessa ogni timore, salvo quello per la grandezza del D

Il tuo nome, Gesù,

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è la vita che arriva a grandi acque, fresche e buone, pericolose. Come amare. Che cosa sei per noi, davvero, Gesù? Che cosa "spezziamo e dividiamo" quando spezziamo e dividiamo la tua Parola?  Questa tua Parola che sta tra noi come il sale, come il lievito, come la luce. Tutte cose che "non si vedono", né si devono vedere e sentire di per sé, anzi, devono sparire, ma ci sono e la loro realtà è decisiva per tutto il resto del mondo.  Tu sei il tuo nome, la forma linguistica della tua vita tra noi, della tua vita di « Gesù, il Nazareno, ... profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo » ( Lc 24,19b ). Tu sei lo scandalo che rimane e che ancora ossessiona e ferisce le nostre esistenze di umani « stolti e lenti di cuore a credere » ( Lc 24,25 ). Tu sei l'amore che fa scandalo. È sul tuo nome che ci seguono e ci perseguitano, che ci danno retta e ci ignorano. È sul tuo nome che tu esisti tra noi e ci rendi amore, amore amante, reale

Amare: fare la scelta del dono

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e farsi dono, lasciare che tu ci faccia diventare un dono per chi vive nelle nostre vite e attorno a noi.   Tu sai la vita e le sue difficoltà, tu sai che non è facile amare, e farsi amare come c'è bisogno e come si ama. Ma l'hai fatto fino alle conseguenze più radicali. Ti sei fatto dono per noi. « Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici ».  Nessuna scelta d'amore è diversa da questa che ci proponi.  Noi siamo capaci di farle solo per chi scegliamo, per chi ci è amante.  Tu, invece, l'hai dedicata a ciascuno di noi, a chiunque umano avesse sete e fame d'amore. Ora ci sei tu che ci ami e per te chiunque può essere amato, anzi, dev'essere amato. Ma l'amore non si può comandare. Invece sì, per te, sì.  Perché bisogna essere stranieri alla vita eppure amarla come tu ci hai amato e ci ami, allora e sempre. Farsi con te e per t

La gioia piena è riempire il tuo corpo con il cuore delle altre vite attorno a te, per

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fare di questa tua vita un gioco di Dio. Così tu mi suggerisci in questo tuo Vangelo, Gesù.  E non ho molto di più da scrivere rispetto al titolo, lungo, di questa tua risonanza in me. « Rimanete nel mio amore », ci dici; ma farlo significa farsi riempire le carni, i sangui, le esistenze in cui viviamo dai cuori e dagli amori di chi ci circonda. Senza pudori e senza prudenze. Lasciando libertà all'amore e ai suoi giochi e alle sue gioie. Alle sue libertà. Amare con tutta la nostra carne è osservare i tuoi comandamenti, e amare in tutta la tua libertà e fedeltà e pazienza e perseveranza. Allora, davvero, la tua gioia sarà in noi e la nostra gioia sarà piena. Gv 15,9-11 « Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena ».

La forza dell'amarsi è

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la perseveranza nell'amare, come tralci alla vite. Tu ci ami, sempre, come la vite ama i tralci e come l'agricoltore ama la vite. Non puoi farne a meno, la tua stessa natura è amarci, oltre tutti gli errori e i tradimenti che compiamo oltre e pure contro il tuo amore. Tu sei la vite vera e a te siamo legati con il legame della vita e del dono della vita. La vita che resta come un dono e una forza che risorge sempre e sempre si fa nuova. Amore che ama e gioisce dell'amore. Gv 15,1-18 « Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me

Amare come il Padre ama

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è il Suo comando.     Tornare dal Padre. Significa completare l'opera dell'amore. Nel senso di Dio, l'amore è un dono totale, completato "fino alla fine", senza tenersi più niente. Ma sapendo che la vita appartiene all'amore e finché c'è l'amore c'è la vita. In abbondanza. « Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco ». Quante volte ci è capitata una situazione in cui abbiamo dovuto smettere di parlare « perché viene il prìncipe del mondo ». Quante volte una tirannia, una bestemmia, un orrore contro l'amore ci ha costretti a tacere. Ma, come per Gesù, anche per noi è importante che si sappia e si conosca che il nostro silenzio è solo mitezza, testimonianza che l'amore di Dio mai risponde all'odio con l'odio, ma solo con l'amore e la scelta di vita.  Come è stato per G

Tu sei amare l'Ignoto,

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lasciarsi amare dal Dio sconosciuto, che arriva sempre all'improvviso, come una novità sconvolgente. Sei semplice e chiaro, Gesù. « Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui ». Obbedire ai tuoi comandamenti non è frutto di un comando etico o di uno sforzo intellettuale. È un atto d'amore, è frutto dell'amare. Da questa realtà imbarazzante e difficile da spiegare, meravigliosa da vivere, nasce tutta l'intensa bellezza e la reticenza dei Vangeli, che devono farti vedere in tutte le tue bellezze ma senza confonderti con le bellezze del mondo, di cui sei parte e che nascono da te, loro creatore. Per questo non tutto quello che hai detto completa quello che devi dirci. Perché la cosa principale che ci hai detto e ci vuoi sempre dire è che dobbiamo amare e amarci come tu ci hai amato e ci ami: una a uno, singolarmente e totalmente. Senza scegliere, ma a

La gloria dell'amare

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è il Tuo nome più vero, mio Dio.    C'è da tremare per quello che ci dici oggi, Gesù:  « Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri ». Ascoltiamoti, con timore e tremore, con gioia.    Gv 13,31-35 “Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: « Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri ».”. Da che cosa ci riconoscono? Dal tempio di san Pietro in Roma, la cui magnificenza supera, sono convinto, quella del tempio di Erode nella Gerusalemme del tuo tempo, Gesù? O dalla memoria e dalla vita, presente nel tuo sorr