L'attenzione di Dio

è rivolta ai cuori e ai corpi, non ai simboli.
Che cos'è che si dona e si riceve? Che cos'è che viene dato, quando c'è bisogno di dare e viene ricevuto quando c'è bisogno di ricevere? Mi parlano di un tempo diverso, quando c'erano case che avevano sempre una porta aperta e un posto in più a tavola, per ricevere una persona che arrivava inattesa e aveva fame. Non un piatto speciale, ma un piatto come quelli della famiglia. Mi piace pensare, Gesù, che c'è ancora, che è una abitudine diffusa. Avere attenzione come Dio, ai corpi e ai cuori non ai simboli, che ci identificano e ci danno ruolo.
Ascoltiamo la tua voce che ci mostra la vita.
"Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».".
La contrapposizione sembra con i ricchi, ma non è così. I ricchi sono il caso limite, la situazione disperata per gli umani, ma non per Dio.
Il gesto di gettare denaro nel tempio è pubblico e rumoroso: sono monete e le monete suonano. Oggi è meno rumoroso ma fa più chiasso. Forse è vero che è stata trovata una soluzione medica per la malaria. Ma allora dobbiamo ringraziare i ricchi che, rumorosamente, hanno finanziato questa ricerca.
Sicuri? Siamo sicuri che è così?
Il tuo sguardo e la tua attenzione sono molto diversi.
"Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine.".
Se non ci sono i ricchi il tempio non campa e dev'essere chiuso, e tuttavia non è la loro offerta quella che conta.
«In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Cosa conta nel dare e nel ricevere? Quando do parte del mio superfluo, e lo faccio per amore, questo scambio fatto in amore e per amore quanto conta, per me? Avrei potuto usare quei soldi in altro modo, forse pure migliore. Faccio bene a darlo a loro, o lo do a quegli altri? Se do il mio superfluo mi aspetto una resa, un vantaggio maggiore di quello che avrei avuto se avessi fatto altrimenti. Sto facendo un investimento. Non è come l'attenzione di Dio per noi.
La vedova dona al tempio la sua vita. Che cosa può chiedere in cambio? e a chi può chiedere questo contraccambio? Se dà la vita, dona tutto ciò che possiede e lo dona sempre, finché vive. Così è a donare e ricevere. Se la malaria verrà sradicata dalla Terra ci saranno dei ricchi da ringraziare? Forse sì, ma sopratutto ci saranno persone che hanno dedicato la vita a quel risultato, donando il proprio corpo e cuore a guarire e sanare un malattia terribile.
Quando si dona e si riceve si dona e si riceve sempre e solo la vita, il nostro corpo e il nostro cuore. Altrimenti stiamo parlando di simboli e i simboli sono sempre una forma di potere. Tu non hai potere su noi e per noi, Gesù, ma solo quell'amore e quella vita di Dio che nutrono e fanno vivere le nostre vite nell'amore. Dove questo "solo" è decisivo.
Questo è il dono che ci chiedi, perché è quello che ci fai.
ciao r

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