L'unità di amare
è scegliere le differenze, vivere le diversità.
Amare è vivere, non ci sono differenze tra questi due verbi. Se si ama si vive e si dona la propria vita, la propria carne e sangue, alle persone e alle creature attorno a noi che hanno fame e sete di vita. Tu ci ami così e nel tuo amore ci doni la tua vita, ti fai cibo e bevanda per colmare le nostre fami e seti d'amore, in modo che pure noi diventiamo capaci di farci dono d'amore, perché diventiamo ricche dalla tua ricchezza, belle della tua bellezza. L'amore donato senza vantaggi, in perdita, come testimonianza dei tuoi amori, questa è l'unità che tu preghi al Padre. Che ci renda capaci di essere continuo e permanente dono d'amore, torrente e pioggia capaci di soddisfare ogni sete e di rendere fertile ogni deserto. Per questa abbondanza che sei solo tu, Gesù, bisogna ascoltarti.
Gv 17,20-26
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me io in te siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere perché l’amore col quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Questa unità di tutte le differenze è ciò che preghi: che le nostre diversità si amino mentre restano differenti e distanti e, anzi, si amino mentre si fanno sempre più diverse proprio perché e come e quando cercano i loro particolari amarsi in qualcuna tra le innumerevoli forme d'amore che nascono in te e da te, Gesù, Sposo re ricco dell'Infinito Amarci di Dio.
Perché questi amarci nelle diversità è seguirti, essere e fare come te: «Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere perché l’amore col quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Perché amare è conoscere ciò che è diverso da me, distante da me, diventando cibo e bevanda di questa estraneità che si nutre di me.
ciao r
Amare è vivere, non ci sono differenze tra questi due verbi. Se si ama si vive e si dona la propria vita, la propria carne e sangue, alle persone e alle creature attorno a noi che hanno fame e sete di vita. Tu ci ami così e nel tuo amore ci doni la tua vita, ti fai cibo e bevanda per colmare le nostre fami e seti d'amore, in modo che pure noi diventiamo capaci di farci dono d'amore, perché diventiamo ricche dalla tua ricchezza, belle della tua bellezza. L'amore donato senza vantaggi, in perdita, come testimonianza dei tuoi amori, questa è l'unità che tu preghi al Padre. Che ci renda capaci di essere continuo e permanente dono d'amore, torrente e pioggia capaci di soddisfare ogni sete e di rendere fertile ogni deserto. Per questa abbondanza che sei solo tu, Gesù, bisogna ascoltarti.
Gv 17,20-26
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me io in te siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere perché l’amore col quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Questa unità di tutte le differenze è ciò che preghi: che le nostre diversità si amino mentre restano differenti e distanti e, anzi, si amino mentre si fanno sempre più diverse proprio perché e come e quando cercano i loro particolari amarsi in qualcuna tra le innumerevoli forme d'amore che nascono in te e da te, Gesù, Sposo re ricco dell'Infinito Amarci di Dio.
Perché questi amarci nelle diversità è seguirti, essere e fare come te: «Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere perché l’amore col quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Perché amare è conoscere ciò che è diverso da me, distante da me, diventando cibo e bevanda di questa estraneità che si nutre di me.
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