Il criterio

è la vita, non l'etica.
Due cose mi colpiscono sempre, Gesù, in questa tua indicazione su come orientarci tra azioni buone e cattive nelle nostre vite quotidiane: il pragmatismo e l'attenzione. Tu sei al centro di questa riflessione, tu, che ti sei sempre presentato umile dell'amore che sei, e offrendo solo la testimonianza delle tue opere e parole, senza la più piccola scenografia di potere. Regalandoci il tuo amore da fare ogni giorno, unica difesa contro il male e sola vittoria del bene. Ascoltiamo la tua voce che è la Presenza viva dell'Amore eterno.
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Al centro c'è l'attenzione. Ma non ai comportamenti. Se una persona si presenta come pecora, avrà comportamenti da pecora e se si presenta come lupo avrà i modi di fare, e di essere, di un lupo. L'attenzione che ci chiedi è ai frutti di questi atteggiamenti e comportamenti, a ciò che essi producono. Sono portato, da tutta la mia vita, a valutare le persone da alcuni loro comportamenti, come quelli della cortesia (uguale a gentilezza, rispetto, benevolenza e deferenza, liberalità; cfr Treccani). Ma non è questo costume ciò che mi chiedi. Mi chiedi, invece, di fare attenzione alla vita che mi trovo davanti, con le sue caratteristiche specifiche, e di notare se questa vita produce frutti di cui altre persone si nutrono. Oppure se produce morte e, allora, allontanarla, fermarla, affidarla al tuo amore. La tua bella notizia è il dono di frutti d'amore nelle nostre vite: aiutaci, Gesù, a farli, a regalarli, a farceli prendere.
ciao r

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