Vivere amore

è il solo modo per renderTi onore, Immensa Potenza Amante.
... e tu, Maria, esci in un grido di gioia. Non hai Elisabetta davanti, non solo lei, ma il tuo Signore, il Dio di Israele che si è rifugiato nel tuo grembo e si sta facendo carne e sangue, geni animali e umani proprio in te, nella tua carne. Così sorridi a tua cugina, allarghi le braccia e dai vita a un canto che attraversa l'intero Testamento di Dio a e con Israele e lo deposita nel Suo Cuore santo, dove già vive la tua vita di ragazza. Anche noi cantiamo con te, è la cosa più bella che possiamo fare.
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Non c'è nulla da capire in questo canto. Solo cantarlo, ogni volta come fosse la prima e, ogni volta, riflettendo su qualcosa che, quel giorno, ci colpisce come se non l'avessimo mai sentita prima. Oggi sento i due versi centrali: «Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore». L'azione di Dio contro chi è superbo nei pensieri del suo cuore è la vendetta dell'amore, l'unica giustizia che conosciamo e che solo l'Immenso Amante rende possibile. In Maria di Nàzaret, ragazza trascurabile, di una terra trascurabile, di un popolo ribelle e fastidioso, ma trascurabile, Dio compie la sua Vendetta contro il nostro peccato, contro la superbia del nostro cuore. A noi che scegliamo di poter decidere che cosa è bene e cosa è male, senza ricorrere all'Amore Eterno, Dio risponde incarnandosi nell'utero di una ragazza ebrea quindicenne. Disperdendo così la nostra superbia nella Sua umile potenza di amare.
ciao r

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