Crederci,

alle parole dell'amante e crederci proprio per potere amare l'amante.
In realtà tu, Maria di Nàzaret, fai un passo in più rispetto al solo crederci: tu agisci sulla base di quelle parole. Anzi, agite, insieme a Giuseppe che ora, con il riconoscimento della gravidanza, è tuo sposo a tutti gli effetti. Ma la prima decisione è strana. E, secondo me, la decidi tu con quella tenerissima ostinazione che è propria di molte giovani donne coraggiose che mettono tutta la loro vita nelle loro scelte. Così andate, meglio vai tu, sola o al massimo con tua madre, dalla cugina Elisabetta che ha bisogno di aiuto negli ultimi tre mesi della sua gravidanza. Ma anche tu ha bisogno di aiuto, Maria, diverso da quello di Elisabetta, ma altrettanto urgente e forse di più, perché questo Amante che ti ha ingravidata di Suo Figlio, a volte è silenzioso e tace, e tu hai bisogno di voci umane che sappiano ascoltarti. Allora..., forse..., Elisabetta...; chissà se è stato così, ma intanto noi ascoltiamo il racconto di questo incontro di esperienze d'amore tra due donne molto diverse, eppure simili.
"In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».".
Il tuo Amante, Maria, ti accoglie a braccia distese e ti consola subito. Ci avrai messo sei o sette giorni per fare questo viaggio e chissà cosa hai pensato in quei giorni e come ti sei rivolta all'Eterno Amore, tra te e la Sua Presenza che, ne sono certo, ti sembrava già di poter sentire nel tuo ventre. Chissà quante gliene hai detto, avendo come risposta solo il sorriso dei carovanieri che vi portavano e di chi viaggiava con te. Ma come arrivi hai subito la risposta e la Sua presenza ti riempie ancora d'amore: «Àlzati, amica mia, / mia bella, e vieni, presto! / O mia colomba, / che stai nelle fenditure della roccia, / nei nascondigli dei dirupi, / mostrami il tuo viso, /  fammi sentire la tua voce, / perché la tua voce è soave, / il tuo viso è incantevole». (Cant 2,13-14Perché è proprio la realtà di questo amarsi che è Dio, ciò che Elisabetta sa senza sapere nulla: che tu, Maria, sei già beata perché hai creduto e credi, fermamente e nella carne stessa della tua vita, che le parole di Dio si adempiranno, si stanno già adempiendo nel tuo ventre dove una vita cresce nel silenzio dell'amore, così pieno di parole e promesse.
ciao r

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