Il re semplice e
«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria».
Ma cos'è, Gesù, questa tua gloria? Già. Noi ti chiamiamo "re", perché siamo abituati a questo nome e alle funzioni, complesse e diverse, che la parola "re" assolve. Ci siamo abituati fin dalle nostre fiabe infantili. Quindi "re" è parola familiare.
Però, se andassi in giro a chiedere "che cosa è, chi è, un re?" sono convinto che ben pochi saprebbero rispondere in modo chiaro, anche solo citando qualche fiaba infantile. Cioè, noi ti chiamiamo "re", facendo anche una festa solenne in questa occasione, e facciamo molto bene a farla, ma non sappiamo che cosa significhi 'essere' e/o 'fare' il "re". A cominciare da me, che farei una specie di riassunto di poteri e funzioni politiche e di comando.
Cose da cui tu sei sempre stato lontano, molto lontano.
Infatti bisogna che ci chiediamo che tipo di re sei tu, cioè come e in che modo ti sei presentato a noi da "re", come quel "re" di cui avevamo e abbiamo bisogno, urgente bisogno.
Allora ascoltiamo la tua voce e la tua vita, e prepariamoci ad accoglierti nelle nostre carni di vita, come il cibo e l'amore che ci salvano e ci rendono come il pane, cioè proprio come te, Gesù: buoni da mangiare.
«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna.».
Una cosa che fa un re, Gesù, è 'giudicare', cioè separare chi è in una vita buona da chi è in una vita cattiva. Tu, peraltro, limiti la tua funzione di re proprio a questo giudizio sul bene e male che sono stati fatti e scelti, in ogni giorno della propria vita da tutti gli esseri umani, e non solo da quelli del tuo popolo, Israele, o da chi ti segue come 'cristiano', cioè come persona che porta il nome della tua funzione messianica, di magistrato e re, appunto: il Messia di Israele, parola che in greco è Cristo.
«Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli».
Questo è il primo punto che mi risuona forte: la tua azione di re, dentro alla tua gloria, è quella di separare «gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra»; una separazione che è fatta non in funzione dei riti e delle liturgie che sono stati seguite, o in dipendenza dalle funzioni di governo e controllo che sono assolte e seguite. La tua separazione è solo dentro la logica del gregge, di chi è pecora del gregge e di chi non è pecora del gregge, ma è una capra. La separazione tra pecore e capre anticipa solo il tuo giudizio: premiare e onorare ogni vita donata all'amore.
«Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi"».
Più chiaro di così, Gesù.
Le sei azioni che tu riconosci 'fatte a te' sono assolutamente semplici e, nella tua descrizione, sono fatte, in modo molto chiaro, nella semplice scelta dell'amore che non giudica, ma agisce in favore di chi soffre ed è bisognoso di aiuto. Perché in quel momento ha bisogno di aiuto e una persona qualsiasi, chiunque sia, gli dà aiuto. Senza chiedersi se lo merita, se è stato buono o cattivo, se si è cercato o no la sofferenza che capita. Senza chiedere niente si dà l'aiuto che serve.
Poi si scopre, 'poi', dopo che questa vita ci è passata dentro e fuori, poi si scopre che è stato sfamato, dissetato, accolto, vestito, visitato e confortato nella malattia e in prigione non solo il singolo sofferente, ma proprio te, Gesù, il re semplice dell'intero immenso Universo.
Questo è il giudizio, il tuo giudizio, Gesù, e non c'è nulla da aggiungere. Se non una cosa, soltanto.
Ho l'impressione di un tuo sorriso, mi suona dentro, forte, la melodia felice del tuo sorriso, Gesù. Siamo alla fine della tua strada umana e tra poco quelli che hanno il potere ti massacreranno, come hanno sempre fatto contro gli inermi e gli innocenti. Questo tuo racconto non è una previsione sul 'dies irae', un tuo annuncio su come sarà la 'fine del mondo'.
No, per niente. Tu ci racconti questa parabola per farci capire, subito e nel modo più semplice possibile, che il tuo giudizio sulle nostre vite è fatto solo dell'amore che abbiamo fatto, facciamo e costruiamo insieme: amore come dono, come spreco, come aiuto e conforto, amore come bellezza e felicità, amore come condivisione, amore come pace e rifiuto di ogni violenza, rifiuto condotto fino alla propria morte. Amore come piacere reciproco fino alla condivisione del dolore di chi si ama, quando questo dolore non può essere tenuto lontano. Amore come dono di Dio potenza amante. Amore come te, Gesù di Nàzaret, il più amato.
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