Maternità di D**:

madre di Dio, madre della Chiesa, madre dell'amore.
Ma che cos'è "essere madre", Gesù? 
Concepire in un atto sessuale e d'amore? Farsi tutta la gravidanza in colloqui d'ascolto con l'essere vivente, questa "tua" creatura, che ti cresce in pancia e nutri, non solo di sangue e carne, ma anche di parole e attenzioni? Partorire, e tra dolori, sofferenze, piaceri, orgasmi, solitudini? Prenderti cura, allevare, crescere, addestrare alla libertà, ad andare via, a lasciare, a saper dire "a-dio" con gioia ferita dall'amore? 
Che cos'è "madre", Gesù? Seguirti? Anche se non ti capisco, se mi sembri fuori di te, impazzito, anche quando è difficile sceglierti, accettare la tua strada? È amarti anche se è scomodo amarti? È aspettare che muori? su questa croce, senza capire, senza sapere, ma solo amando, solo sperando?
"Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.   Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.".
Tu ci affidi Maria di Nàzaret, e "ci affidi" a lei e alle sue capacità di amare e di insegnarci le libertà dell'amore. Così  Maria di Nàzaret entra a far parte delle nostre cose, della nostra casa, diventa familiare, sempre presente. Lei è qui e spesso dimentichiamo la cosa decisiva di Maria: la sua libertà di scegliere l'amore, di continuare ad amare, senza giudicare, senza capire, ma ascoltando le tue libertà di amare, accogliendole. Facendo vedere, insieme alle sue amiche femmine e donne ("Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala"), che se l'amore è libertà e coraggio di viverla, la nostra libertà è solo amare con audacia, coraggio, fedeltà, speranza. Perché essere madre è ogni scelta di amare.
ciao r

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