Dai la vita,

anche quando la prendi e la togli.
Ce l'ho con quel povero albero di fichi. Per il dispiacere che ha sicuramente sentito a non poterti offrire neanche un fico e per la fatica di morire nella sua inutilità. Il resto del brano di Marco è importante, ma a me colpisce quest'albero e il dolore per non averti nutrito e aver suscitato la tua ira. Perché qui c'è la vita. Ascoltiamo che c'è tra te e la vita.
"[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».".
Non temo la tua ira, Gesù. Sono sicuro che è terribile, ma è anche finale: non c'è futuro, né presente per chi suscita la tua ira, ma neppure alcun passato. La tua ira toglie il male, in eterno, come se non ci fosse mai stato. Temo il tuo dispiacere, il tuo dolore. Quando vieni da me voglio che trovi sempre qualcosa da mangiare e da bere, un luogo bello dove riposarti, dove far l'amore. Ti voglio vedere felice quando vieni da me e quando vai via, promettendo, a te e a me, di ritornare. Anche se non dai mai date. Arrivi quando puoi e resti quanto vuoi. Però mandi gente a mangiare i miei fichi e io sono contento di nutrire queste persone che mandi. 
Perché qui c'è l'amore: «Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà». Posso essere una pianta di frutti belli solo se tu mi coltivi e mi nutri, solo in quella preghiera con te che ci ottiene tutto. Allora aiutaci ad amare, Gesù, ad essere una vita che è ricca di frutti, perché è resa feconda da te e dalla tua allegria d'amore.
ciao r

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