La mia recensione al mio romanzo, Gesù,
quello che ho scritto per me, per capire questo tuo amore che mi vive.
Così come l'ho mandato in giro, Gesù mio.
Storie, accese di bellezza, scavate d'amore.
Recensione del romanzo “Ista formosa. Belle forme dei corpi”, fatta dall'autore.
Facciamola breve.
La vita in cui e di cui viviamo, dove sono le nostre esistenze e proprio ciascuna di esse, tante, diverse, femminili maschili plurali, articolate in tipi, generi, specie
ecco,
dentro questa grande ricchezza, priva di misure esatte, e che noi chiamiamo “natura” e “storie umane”,
ecco,
per le cose che capisco, sento nel mio corpo di carne sangue, trovo nei miei desideri ed emozioni, mentre vivo immerso negli esistere che sono ogni realtà sperimentabile in azioni e passioni,
ecco,
qui e ora, adesso mentre mi leggi
io conosco che siamo - sempre - in vista, sempre colpiti, accanto a quelle due “cose” cui diamo i nomi di “bellezza” e “amore”.
Provo a scriverlo con semplicità:
siamo esseri viventi toccati e coinvolti, ogni giorno dei nostri esistere, in esperienze di bellezza che sono anche doni, incontri, occasioni, atti, gesti di ogni ricerca d'amore.
Questa è una certezza elementare, presente nel mio cuore dall'inizio della mia giovinezza, ma pure dall'infanzia, in tanti modi confusi.
Dal dicembre del 2003 questa certezza si è incarnata nel Vangelo di Gesù di Nàzaret e, quindi, nel recupero della mia pratica religiosa nella Chiesa cattolica romana.
Dentro questo nuovo inizio della mia vita, nel 2014, quando sono arrivato a 64 anni d'età e all'orlo della pensione, è stato seminato in me un regalo di Gesù di Nàzaret .
Così ho iniziato a scrivere questo romanzo, affidandomi all'amore di Gesù e solo questa fiducia ne ha permesso la nascita e la crescita: Ista formosa, belle forme dei corpi.
Agostino da Ippona lo dice, con passione e precisione molto forti, in un passo assai noto delle sue Confessioni.
“Sero te amavi, pulchritudo tam antiqua et tam nova, sero te amavi! Et ecce intus eras et ego foris, et ibi te querebam, et in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam”.
“Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ecco eri dentro di me tu e io fuori: fuori di me ti cercavo e informe nella mia irruenza mi gettavo sulle belle forme che tu hai dato alle cose”.
C'è la bellezza che ci è regalata e c'è l'amore con cui viviamo la realtà di questo continuo dono di Dio che è la bellezza. Agostino sapeva molto bene che cosa erano queste “ista formosa” e lo dice ad alta voce: “et in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam”.
E pure io, assai meno di Agostino di Ippona, me ne sono fatto un'idea, mi sembra esatta e precisa, ma, spero, sopratutto piacevole da ascoltare e leggere.
Questa mia idea ed esperienza è ciò che si è incarnato in questa narrazione di cui vi sto scrivendo.
Il romanzo che vi propongo è il racconto di questa mia emozione. La sento riassunta nella frase finale della riflessione e preghiera di Agostino, confessata nella sua realtà di male davanti al Dio amore che mostra, indica, regala la sua bellezza in noi, attorno noi.
Questa bellezza dentro cui e contro cui noi irrompiamo deformi, senza attenzione, ricerca, ascolto, accoglienza di tutte le forme d'amore che sono dono di Dio e che, solo loro, raccolgono, gustano e fanno godere ogni bellezza.
Posso fermarmi qui
Leggete questo libro.
É una proposta per amare Dio e farci accoglienza delle vite in cui ogni bellezza esiste, in quelle forme in cui è donata.
Leggete questo romanzo, per conoscere qualcuno dei nostri irrompere deformi dentro l'immenso presente di bellezza e amore che ci viene offerto in dono e fa vivere.
Noi e ogni altra vita che sente questa bellezza che ama, la sa in in se stessa e in ogni altra realtà di esseri viventi che hanno bisogno di bellezza amore e vivono questa necessità nella continua ricerca della bellezza immensa, umile di vita amore.
Ciao r
“Ista formosa. Belle forme del corpi”
Raffaele Ibba, edizioni della meridiana, Firenze 2024
post scriptum
“… et in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam”
Alcune amiche e amici mi hanno fatto domande su questo libro.
Non voglio rispondere perché significa entrare troppo nei campi e territori del romanzo, dove solo chi legge è sovrano; ma per aprire una finestra su cosa sia questo lavoro, ne scelgo quattro.
L'insistenza sulla irriducibile fisicità e concretezza fisica dell'amore in tutte le sue articolazioni ha una valenza religiosa se non addirittura "mistica"?
Le tre parole chiave del romanzo: “amore , libertà , rinascita”.
Quali personaggi mi hanno coinvolto di più.
Dalla lettura del romanzo si nota l'importanza dei nomi nella narrazione, come designazione sia delle persone sia delle funzioni e delle istituzioni - che significato ha la scelta del nome e perché è così importante.




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