La fede in te,

Gesù: vedere e toccare la grazia e la verità che ci amano.
Tutto questo brano, ma tutto il vangelo di Giovanni, come ogni altro vangelo, specie gli altri tre che la tradizione liturgica e di preghiera della grande Chiesa riconosce come veri e ispirati, dipende dalla conclusione: "Allora entrò [...] e vide e credette". Giovanni ti ha visto e non può fare a meno di testimoniarti con i mezzi a sua disposizione. È ciò che Giovanni scrive nella sua lettera: "Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito.". 
Ascoltiamo questa testimonianza e confrontiamola alle nostre.
"Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.".
Questa è la fede in te, Gesù di Nàzaret.
Credere alla tua parola di grazia e verità solo perché l'ho vista vivere nella mia vita, trasformarla in amore vivente.
Non serve molto, basta anche la disposizione dei teli con cui eri stato avvolto e del sudario che ti copriva il viso. Basta anche accompagnare qualcuno che ami a quel passaggio alla vita che chiamiamo 'morte' e, così, sorridere insieme per le nostre incertezze sull'amore con cui viviamo, e spesso solo per la paura di perdere quest'amore. Ma l'amore non si perde mai, può essere solo rifiutato e negato, mai abbandonato o perso. Chi ama non è mai solo ma, sempre, accompagnato da tutti gli amori della sua vita, anche se questi amori adesso vivono in una dimensione di realtà diversa da questa che chiamiamo "mondo". 
Infatti ricordiamo l'apostolo ed evangelista Giovanni, con questa descrizione delle tracce della tua resurrezione, proprio oggi, nell'ottava di Natale, cioè nella festa del tuo giorno natale che non può essere contenuta in sole 24 ore, ma si dilata fino a comprendere i nostri cuori e le nostre carni. Tu nasci al mondo perché con te entra la vita e noi che crediamo in te la tocchiamo e la vediamo, e solo così possiamo raccontarla a chi ce lo chiede.
Perché l'amore vive.
ciao r

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