La felicità di amare
è libera, pubblica, non si vergogna dei fatti dell'amore.Mi coinvolge e mi colpisce sempre molto questa parabola, Gesù, perché entra profondamente nel mio cuore. Infatti bene e male non solo sono nello stesso campo, dove non è possibile dividerli fino alla mietitura, cioè alla fine di tutto, ma sopratutto sono frutto di sistemi relazionali, di scelte di vita che nascono dentro e con le nostre scelte di relazioni emotive ed esistenziali.
"Gesù espose loro un'altra parabola dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».".
Ecco, vale la pena sottolineare subito i due passaggi che mi suonano dentro.
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo».
Qui tutto è pubblico, notorio, frutto di relazioni positive, dove ci possono essere errori, ma sono rimediabili dalla collaborazione in cui tutto avviene. L'uomo che semina del buon seme nel suo campo non è solo, ma esiste e lavora in una realtà di aiuto e cooperazione ben conosciuta da tutti e che, infatti, verrà festeggiata insieme al momento del raccolto. Queste realtà di collaborazione sono il D** Amore da cui nasce il mondo e il Suo regno in questo mondo, questo gran fiume che dalla fonte produce vita attorno a sé, fino a sfociare nel mare e nei suoi infiniti.
Ma.
«Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò».
Il male nasce dal buio, dalle tenebre che nascondono, dalla assenza di relazioni, dalla finzione e menzogna. Questo nemico agisce di notte e durante il sonno altrui, si occulta, non si rivela. Solo i frutti della sua azione saranno evidenti a tutti, e comporteranno la fatica di scartare il male per bruciarlo, salvando il bene che è tra di noi, che siamo noi.
Non serve chiedersi chi è il nemico che tormenta le nostre vite, serve capire che il male nasce dall'isolamento, dalla diffidenza verso gli altri, dall'agire nascosto, dalla scelta del segreto, dal rifiuto della collaborazione, dal gelo della indifferenza. Il male è il frutto storto e velenoso di ogni rifiuto di amare.
Allora quello che ci chiedi, Gesù, è difendere l'amore, fare in modo che cresca libero di farsi ed essere fatto in tutte le forme di cooperazione e aiuto che sono in noi e tra noi, dove esistono tutti i nostri amori, ciascuna nostra scelta di amare in libertà e bellezza.
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