Vieni e vedi,

fai esperienza di D** e del Suo amore potente, infinito e delicato.
Si tratta di esperienza, Gesù, è solo questione di conoscerti e di vivere con te, per capire, subito, che tu sei quell'amore che cerchiamo sempre e che troviamo solo se troviamo te che ci aiuti ad amare e lo fai amandoci. Ma l'esperienza che facciamo di te è quella che ci dice che delle persone e delle vite bisogna fare esperienza, conoscerle, senza fermarci ai pregiudizi e ai luoghi comuni per cui «Da Nàzareth può venire qualcosa di buono?». Da Nazareth, città mai citata nella Bibbia e sepolta lassù nella "Galilea delle genti", sei venuto tu, Gesù, sposo, re, signore della liberazione delle libertà di amare in tutte le vite dei "multi-mondi" in cui viviamo. Così dell'amore si fa solo esperienza, e ciò che conta nella nostra vita è questa esperienza di essere amati e di amare. Davvero dobbiamo venire da te per vedere, sentire, assaporare il gusto dell'Amore che ci vive. Ascoltiamo la tua vita e presenza amante nelle nostre vite.
"Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzareth». Natanaèle gli disse: «Da Nàzareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».".
A parte la bella lode che fai a Natanaèle, e che mi fa pensare che le persone «in cui non c’è falsità» siano molto di più di quelle che generalmente pensiamo, a parte questo, il punto che mi colpisce sempre in questo brano è la fine: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Tu sei la scala di Giacobbe, il sogno umano di avere una strada semplice e libera per salire fino a D** e per consentire al'Eterno Amore di scendere tra noi, sia tramite i suoi messaggeri che di persona. Tu, Gesù, sei la comunicazione sempre aperta tra la Potente Tenerezza di ogni amare e la costante povertà ferita di ogni nostro bisogno di amare ed essere amati. E senza cedere alla tentazione di "portare prove", ma semplicemente dicendo, come Filippo a Natanaèle, «Vieni e vedi».
ciao r

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