La vanità

nell'essere umano è il peccato peggiore, perché dà la morte senza rendersene conto e senza saperlo.
Infatti la vanità è sempre stupida, oltre che cattiva, perché è un sentimento di superiorità che si fonda sopra l'inconsistenza delle proprie doti viste attraverso la menzogna indulgente che abbiamo verso noi stessi. Questo brano di Marco, Gesù mio, lo testimonia con rara efficacia.
Ascoltiamo Marco e pensiamo a te che amavi Giovanni e che vedi in lui colui che ti apre la strada, anche quella della morte e della umiliazione, nel trionfo dell'amore di D**.
"Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.".
L'episodio è semplice. La vanità di Erode si realizza nella sua pretesa di poter fare tutto ciò che vuole solo perché è re. In realtà è un re molto obbediente alla brutale e feroce potenza romana, ma nasconde a se stesso questa obbedienza dicendo a una giovane ragazza in grado di fare una bella danza, che: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Non è vero e Erode lo sa. Del suo regno dispone Roma, non Erode. Ma Erode si vanta di ciò che non ha, come chiunque è vanitoso, e lo fa perché ha bisogno che gli venga riconosciuto ciò che non ha, altrimenti anche lui vedrebbe la sua miseria. Ma Erodiade non è così vanitosa e punta al sodo. Il suo interesse è uccidere Giovanni il Battista e ottiene il risultato. Ma anche lei resta senza nulla e chi vince è solo Giovanni. Infatti vince la forza della sua Testimonianza di D**, Altissimo Amore, che è venuto tra noi con la voce di Giovanni che prepara la strada al Figlio di D** e Messia di Israele: Gesù di Nàzareth, l'agnello di Dio.
ciao r

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