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Visualizzazione dei post da marzo, 2023

Il criterio

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per conoscere l'amore è amare. Ti vogliono lapidare e tu, con mite serenità, chiedi perché. E sei pure preciso: « Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi? ». Poni il criterio delle opere, ma i tuoi avversari hanno un altro criterio: quello della bestemmia. Qui è lo scontro, qui sono il male e il bene. Ascoltiamo la tua vita che si fa parola. Gv 10 ,31-42 " I Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».  Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché

Dire l'amore,

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cioè dire chi sei e che cosa vuoi. Sono imbarazzato, Gesù, perché in questo dialogo così aspro tra te e i "giudei" non riesco a sentire alcuna risonanza della tua voce, se non quello che ho scritto come titolo. C'è sempre, anche per noi qui sulla Terra, antropologicamente, c'è sempre tanta difficoltà a "dire l'amore" in modo da essere creduti. È una difficoltà che  tu  hai avuto in modo forte e che qui si mostra in tutta la sua durezza.  Così ascoltiamo in semplicità la tua vita che offre amore. Gv 8,51-59 " Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».  Rispose Gesù: «Se io glorificassi me ste

La verità è dono,

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perché l'amore è dono. Il tuo problema, Gesù, è farti accogliere. Tu doni la vita e l'amore e vorresti vedere questo tuo regalo che entra in noi, è preso da noi come vita, come seme ed acqua in terra buona che ci fecondano, ci portano frutto, così godono e ci fanno godere della tua gioia, cioè della realtà presente di Dio Amore. Questo è il tuo problema: farti accogliere per farci essere vita libera che ama, proprio come sei tu. Ma libertà e amore sono l'esperienza difficile da accogliere e scegliere, perché significa abbandono dell'egoismo per essere, diventare come te: un dono. Ascoltiamo questa tua parola piena di libertà e amore. Gv 8,31-42 " Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».  Gesù rispose loro: «In verità,

Amare è la verità

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che è concepita e nasce amando. Bisogna essere pazienza di lasciarti lavorare, col tuo amore, dentro le nostre vite. Bisogna essere coraggio per farti e farci, ogni giorno, la domanda dei "giudei" di Giovanni: « Tu, chi sei? ». Intuitivamente o per studio e preghiera conosciamo la tua risposta: questa tua vita attiva e potente nel cuore e nella carne della "bella notizia", il tuo Vangelo raccontato da Marco, Matteo, Luca, Giovanni, Paolo. Ma non basta, mai. Abbiamo sempre  bisogno della tua presenza che ci costruisce come carni e case d'amore, cioè esperienze di dono di sé a chi ha bisogno d'amore intorno a noi.  Quindi seguendoti. Così ascoltiamo la tua vita, Gesù, per imparare la verità da fare ogni giorno, amandoci come tu ci ami. Gv 8 ,21-30 " Di nuovo Gesù disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado

Dov'è l'amore,

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e dov'è il male, Gesù? Episodio che fa da paradigma e modello contro le nostre ipocrisie su ciò che è bene e male. Qui abbiamo il tuo modello e il tuo metodo per la nostra condotta sulle cose del mondo. L'episodio è violento. Non solo per il fatto in sé: una donna nuda o seminuda è portata davanti a te con l'uso della forza. La violenza principale è nel fatto che chi ha deciso di agire in questo modo è strumentale. Se non ci fossi stato tu al tempio a insegnare a " tutto il popolo " quella donna avrebbe continuato il suo adulterio fino alla noia. Però ci sei tu, e tu  sei  chi vogliono lapidare, così trascinano quella donna seminuda davanti a te e ti chiedono che cosa ne dici. Ti rifiuti di guardare quella scena e taci: « Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra ». Impariamo ad ascoltare il tuo silenzio e la tua attenzione. Gv 8,1-11 " Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava

Liberare

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per liberarci, amare per amarci. Questa roba di Lazzaro è imbarazzante, Gesù, fammelo dire. È il tuo segno più potente, e non solo in Giovanni. In questo racconto ci sono dentro tutte le esperienze cui teniamo di più: l'amicizia, l'amore, la morte, l'assenza, la presenza, la vita, il dolore, la fiducia, la gioia, la speranza.  Lazzaro muore. Non sei tu a determinare la morte di Lazzaro, ma le circostanze dell'esistenza in cui il tuo amico viveva. Capita a noi umani: ci si ammala, si guarisce e si vive, ci si aggrava e si muore. I l grande mistero della nostra vita sono la  malattia e la morte che stanno dentro le nostre esistenze, e non le sorti decise da noi, come la guerra e la fame, che vengono dal male che facciamo ogni giorno.  Me lo chiedo sempre, più volte al giorno, lo sai: perché è morta Biba e non io? So le risposte scientifiche e mi convincono, per quanto non spieghino tutto. Ma non so la tua risposta, anche se dalla morte di Sebastiana mi hai preso per mano

La tua bella notizia,

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Gesù: Dio si fa carne nella vita di una ragazza. Siamo in un villaggio di nulla, Gesù, un luogo marginale, dentro una periferica regione di passaggio tra il mar Mediterraneo e il deserto siriaco; lì c'è una brava ragazza di un'età tra i 12 e i 15 anni, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, Giuseppe figlio di Giacobbe. Appartengono entrambi a Israele, e vivono ai margini delle realtà del tuo popolo in quel periodo storico; ma proprio a questa ragazza Dio Altissimo manda un angelo con una notizia e proposta incredibili. Tutto è trascurabile in quest'evento, salvo l'evento stesso e l'annuncio, cioè cosa dice l'angelo alla ragazza. Ascoltiamolo, col nostro cuore di carne pronto ad accogliere, com'era quello della ragazza Maria di Nàzaret, tua madre. Lc 1,26-38 " Quando Elisabetta fu al sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome

Chi sei? e perché

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vieni tra noi? Lo sai benissimo:  davanti a te e alla tua realtà  la domanda necessaria  non è "da dove vieni?", ma "chi sei?". Come se, poi, l'informazione che sei nato a Nàzaret di Galilea piuttosto che a Timbuctù del Sahara (o a sant'Elia di Cagliari), fosse capace di rispondere a domande su te, oltre che a soddisfare i nostri pregiudizi. In realtà è la classica domanda ' da chi nasci? ' che pretende di trovare la tua realtà nelle tue genealogie: ' ...ahhh, è figlio di...! Adesso capisco molte cose! '. Pregiudizi, appunto, e pettegolezzi. Il nostro male che si scarica su altri esseri umani marginalizzando e isolando. Giudicando e condannando. Tu lo sai e lo dici, invitandoci a farci la domanda giusta su te. Ascoltiamo la tua vita, Gesù di Nàzaret, dono che salva. Gv 7,1-2.10.25-30 " Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.  Si avvicinava intanto la festa dei

Voce di D** è

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la sua presenza, viva in mezzo a noi: tu, Gesù di Nàzaret. Noi siamo a posto. Te la stai prendendo con i "giudei", non con noi. Noi siamo quelli dalla parte giusta, i vincitori. Eppure mi sembra che non sia proprio così, Gesù mio, amico e maestro. Israele e, in specie, l'Israele nascosta nel termine "giudei" usato da Giovanni, ci rappresenta e ci descrive nelle nostre sordità verso la Voce di D**, cioè verso di te e la tua vita. Ascoltiamo questa tua vita donata che ci parla, Gesù di Nàzaret, ascoltiamola con tutta la nostra vita. Gv 5,31-47 « Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto

Senza meravigliarsi

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bisogna vivere e operare l'amore, come tu hai fatto e fai. L'amore stupisce, come la bellezza. Quando sperimentiamo l'amore ne restiamo confusi e turbati, ma felici di ciò che ci accade e timorosi di perderlo. Proprio come con la bellezza. In più l'amore guarisce dalla morte: chi ama vive e la morte si tiene lontana da quella vita che ama. Perché il Dio che tu chiami 'Padre' è bellezza e amore insieme e tu sei venuto qui per donarcelo. Allora l'amore, come la bellezza, è più forte della morte e la vita vive davvero solo nelle bellezze che nascono e crescono nell'amare e dall'amore. Ascoltiamo questa tua parola d'amore che ci dona bellezza. Gv 5,17-30 " Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.  Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il F