Voce di D** è
Noi siamo a posto. Te la stai prendendo con i "giudei", non con noi. Noi siamo quelli dalla parte giusta, i vincitori.
Eppure mi sembra che non sia proprio così, Gesù mio, amico e maestro. Israele e, in specie, l'Israele nascosta nel termine "giudei" usato da Giovanni, ci rappresenta e ci descrive nelle nostre sordità verso la Voce di D**, cioè verso di te e la tua vita. Ascoltiamo questa tua vita donata che ci parla, Gesù di Nàzaret, ascoltiamola con tutta la nostra vita.
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Le tue opere, Gesù, che non dobbiamo più chiamare "miracoli" perché non sono fenomeni da ammirare stupiti, ma cose da fare e da lasciar fare a Dio (attraverso noi!) ogni giorno, queste opere sono la realtà della presenza di Dio tra noi e in te. Giovanni li chiama "segni" ed è un bel nome.
Sei venuto tra noi come "mano di Dio", come sua decisione di farci vedere che, se ne accogliamo la presenza, ogni operare libero verso l'amore, cioè verso la felicità per il dono di sé e della vita, è disponibile per noi.
Quindi queste opere sono quelle descritte dai vangeli, ma pure tutte le altre vissute da noi e intorno a noi nei duemila anni trascorsi dalla tua nascita. Alle nostre preghiere l'imbarazzo di trovare dove vivono e dove si vedono meglio i segni di questo continuo operare di Dio nel mondo: ciò che sei tu, Gesù. Un lavoro da fare proprio perché solo così vediamo D** e ne lodiamo l'amore forte e presente. Insieme alle opere c'è la parola, la voce di D** che ci parla e ci nutre, la tua vita.
«Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste».
Quante volte abbiamo scrutato le Scritture per avere la vita?
Però troppo spesso l'abbiamo fatto senza l'amore di Dio, che non ci abita quando vogliamo noi, ma quando trova accoglienza. Allora abbiamo bruciato Girolamo Savonarola, solo per fare solo un nome. Le scritture, concluse con il tuo vangelo, la tua bella notizia, ci danno la vita, certo, ma unicamente alla condizione che abbiamo in noi «l’amore di Dio». Cioè quando tu ci abiti perché ti accogliamo: «Io sono venuto nel nome del Padre mio». Tu sei la condizione per la vita, perché sei l'opera di Dio che si realizza nelle nostre vite di carne e sangue, e le libera nel suo amore.
Aiutaci, Gesù, a cercare la gloria e l'amore che sono l'unico Dio e desiderano viverci per liberare dal male noi e ogni creatura. Così facci essere opera dell'amore, come te.
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