Senza meravigliarsi

bisogna vivere e operare l'amore, come tu hai fatto e fai.
L'amore stupisce, come la bellezza. Quando sperimentiamo l'amore ne restiamo confusi e turbati, ma felici di ciò che ci accade e timorosi di perderlo. Proprio come con la bellezza.
In più l'amore guarisce dalla morte: chi ama vive e la morte si tiene lontana da quella vita che ama. Perché il Dio che tu chiami 'Padre' è bellezza e amore insieme e tu sei venuto qui per donarcelo. Allora l'amore, come la bellezza, è più forte della morte e la vita vive davvero solo nelle bellezze che nascono e crescono nell'amare e dall'amore.
Ascoltiamo questa tua parola d'amore che ci dona bellezza.
"Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».".
Non voglio e non posso commentare questo brano. Non ne ho né le forze, né le capacità. Ma posso scrivere che cosa ha risuonato nel mio cuore alla lettura di questo brano nella nostra preghiera mattutina.
La tua richiesta di accettarti e accoglierti per ciò che sei. Senza stupore e senza inciampare in te.
«In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo».
Il tuo comando a noi della missione, cioè dell'annuncio del regno che è sempre più vicino, comprende - sempre! -anche i due compiti di guarire i malati e resuscitare i morti. Tu sei la vittoria sulla morte, su ogni morte, qui e ora, adesso. Perché 'i morti' non sono solo nei cimiteri. 
C'è differenza tra udire la tua voce e ascoltarla. Infatti, se noi ascoltassimo davvero la tua voce non faremo la guerra e se la facciamo è perché vogliamo uccidere te, innanzitutto, nei cuori e nelle vite di chi fa e subisce questa guerra che facciamo. Eppure, Gesù, ti abbiamo anche ascoltato e accolto, infatti le forze dell'amore, della bellezza e delle libertà indispensabili per fare qualche bellezza da ogni amore, eppure queste forze stanno crescendo e stanno diventando sempre più forti. Anche se, spesso, non portano il tuo nome. Ma tu non vuoi identità e disciplina militari, vuoi le libere fedeltà all'amore e le felici docilità necessarie per vivere ogni bellezza che nasce dall'amore.
Tu hai vinto e vinci, perché sei Dio nato da Dio che si è fatto uomo e sei stato, nella tua vita di carne e sangue, fedele all'amore Dio che ti ha mandato e docile alle bellezze che solo l'amore produce. E perché lo sei ancora nella tua vita umana, di carne e sangue, resa immortale nell'amore Dio, lì dove produci e dai forma e realtà alle sfolgoranti bellezze dell'amore dentro e tra le nostre vite.
Ma quest'amore che sei tu dobbiamo vederlo, contemplarlo, ascoltarlo, viverlo nelle nostre vite.
Solo così tu sei ogni giorno con noi e dai vita, così noi possiamo darla a chi incontriamo ed è ancora nella morte. Per essere pure noi, anch'io, tra chi: «ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita».
ciao r

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