Il criterio

per conoscere l'amore è amare.
Ti vogliono lapidare e tu, con mite serenità, chiedi perché. E sei pure preciso: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?».
Poni il criterio delle opere, ma i tuoi avversari hanno un altro criterio: quello della bestemmia. Qui è lo scontro, qui sono il male e il bene.
Ascoltiamo la tua vita che si fa parola.
"I Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.".
Vuoi farti riconoscere e amare come "parola di Dio", come chi è inviato da Dio a salvarci dal male. E per te, che vieni direttamente da Dio e dal Dio creatore di ogni cosa, l'unico criterio di riconoscimento sono le opere.
«Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».
Cosa c'è di più semplice e comprensibile di un'opera? 
Lo dici spesso e con forza: "un albero si vede dai frutti" (Mt 7,16-20 e Lc 6,43-49); per te le opere sono il criterio di discernimento tra bene e male. Tu fai opere buone, senza badare molto al contesto e, quindi, alle opportunità di fare o non fare qualcosa di buono proprio lì, in quell'occasione. Se hai un dolore davanti lo curi e lo risani. Subito e senza fare troppi gesti o tante dichiarazioni, tu guarisci. 
Le tue opere sono efficaci.
Ma non è sulle opere che ti vogliono uccidere.
«Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Ma cosa significa "bestemmiare"? Qui e in tutti gli altri contesti possibili o in molti, almeno.
Non voglio dare una risposta. Ciascuna e ciascuno di chi mi legge dia a sé, a te, a noi, la sua risposta. Da un lato c'è il criterio delle opere, dei frutti di bene che nascono da un amore reale. Dall'altro lato c'è l'offesa al nome di D**, che è così Santo da non poter essere pronunciato e che, quindi, dobbiamo temere e amare con tutte le nostre forze.
Aiutaci, Gesù, ad amare per vivere il nostro amore e timore di D**, altissima vita amante, solo come dono, opera di bene nel mondo e tra le sue vite sofferenti.
ciao r

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