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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

La sapienza è amore,

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e così l'amore, ogni amore, è sapienza. La sapienza, Gesù?  La Sapienza senza aggettivi qualificativi e complementi di specificazione? Senza precisare nulla? Sopratutto senza chiarire alle nostre vite in che modo noi dobbiamo dissetarci e nutrirci a questa fonte di vita, bellezza, gioia: la Sapienza Dio,  presente  am ore, dono a chi ama, a chi dona vita immnsa. Ascoltiamo la tua voce, Gesù, che ci rimprovera con gioia dolente, nella tua severità innamorata, piena di grazia e felicità accoglienti. Lc 7,31-35 « A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!

La tua domanda, Gesù,

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è il semplice fulcro di ogni nostra risposta. La tua domanda è semplice e diretta,  così  da spiazzare i tuoi amici e noi con loro.  Cosa stai chiedendo , Gesù, e cosa significa questo tuo chiedere l'impatto che ha, nel mondo in cui vivete, la tua vita marg i nale di uno che è senza casa, senza lavoro, senza famiglia, senza figlie e figli, senza ruoli nel mondo, senza presenza nelle situazioni e nei conflitti della tua epoca? Ecco, Gesù, chi sei per Israele del tuo tempo, per le genti diverse da Israele con cui entri in contatto, per chi ti sta seguendo e accompagnando con affetto e amicizia, pure se non sa e non intende chi sei e cosa sei venuto a fare? Questa stessa domanda è rivolta a noi, a ciascuna e ciascuno di noi, e la sentiamo immersa, come una lama affilata e pericolosa, dentro la carni, le ossa, i nervi, il sangue, i cuori delle nostre esistenze; domanda che ci fa capire quanto abbiamo bisogno di te, di queste tue dolci, desiderate, difficili ferite d'amore. Ecco, as

La tua strada, Gesù, è la realtà

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di Dio che ama. Cioè perdona e libera. Cosa prevale, Gesù?  La regola del culto nato dalla tradizione antica o la scelta dell'amore che vince e vive? Quell'amore per il prossimo che è " simile e uguale " all'amore per il Dio che ama e si fa presente alle nostre vite. Tu non hai dubbi, Gesù. Infatti tu vivi nell'amore Dio che ti abita e gode. Così sai che questo Dio amore che chiami Padre ed è assai di più - amore vivo, appena nato, potente neonato, imprudente e impudente amante audace, attivo e forte in sempre  nuove  forme e scelte, giovani, bambine, seducenti, disponibili ad amare,  a far godere di se stesse, realtà presente di Dio amore che solo tu doni. Ecco, lasciamoci amare da te, Gesù, e godiamo. Lc 6,6-11 " Un altro sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.  Ma Gesù c

L'episodio, e la narrazione

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della tua scelta d'amore, Gesù. La tua vita, tutta intera, in ogni suo momento, è la scelta d'amore che sei venuto a fare tra noi, ciò per cui ti sei "incarnato nel grembo della vergine Maria", per la sola potenza di Dio, per la sua immensa e presente scelta d'amore. Questo è ciò che mi viene sempre in mente e nel cuore quando leggo questo episodio della tua vita narrato solo da Marco.  Mi sembra un commento alla tua missione, una indicazione, metafora e allegoria narrativa di quello che è stato ed è il tuo compito tra noi umani e nel mondo. Quindi di quello che è il nostro compito. Perché noi dobbiamo imitarti, per essere come te.  Ascoltiamo la tua vita con cuore mite e accogliente, pieni di gratitudine e gioia. Mc 7,31-37 " Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, Gesù venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla foll

Tu sei la festa, Gesù,

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gioia dei nostri cuori e vite. In realtà penso che la domanda che ti fanno sia autentica. Scribi e farisei, elites dell'Israele dei tuoi anni, fanno digiuni regolari in accompagnamento alle loro liturgie di preghiere rivolte a Dio. Tu, Gesù di Nàzaret, no. Né tu, né coloro che vivono con te per seguirti nell'amore che insegni e regali. Allora ascoltiamo e accogliamo la voce della tua vita che insegna e regala Dio. Lc 5,33-39 " Allora i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal

Vivere con te, Gesù, le esistenze

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che sono intorno a noi, con noi, per noi. Aiutarti a farci essere amore come te, Gesù, cioè bellezza, vita, gioia, piacere, libertà, passione, dono, felicità, ascolto comprensione, cura, fedeltà, nutrimento,  compassione ... et cetera, Gesù.  Ecco, smetto questo elenco perché so che non abbiamo, né siamo aggettivi e nomi che siano capaci di chiudere in una formula completa l'esperienza d'amore sempre nuova e giovane che ogni giorno ci offri e doni. Così, nella semplice inesperienza d'amore che ci vive, accogliamo la tua vita, Gesù: parola e regno di Dio che opera tra noi, in noi, oltre noi, felice. Lc 4,38-44 " Uscito dalla sinagòga, Gesù, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciasc