Tu sei la festa, Gesù,

gioia dei nostri cuori e vite.
In realtà penso che la domanda che ti fanno sia autentica. Scribi e farisei, elites dell'Israele dei tuoi anni, fanno digiuni regolari in accompagnamento alle loro liturgie di preghiere rivolte a Dio. Tu, Gesù di Nàzaret, no. Né tu, né coloro che vivono con te per seguirti nell'amore che insegni e regali.
Allora ascoltiamo e accogliamo la voce della tua vita che insegna e regala Dio.
"Allora i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».".
Gesù, sei gioia e felicità. Proprio quelle che si incontrano e vivono a un pranzo di nozze. Tu sei la libertà di amare e di regalare e fare amore. Per questo sei gioia e felicità. 
Certo, ci sono pure giorni di dolore e fatica, «quando lo sposo sarà loro tolto» e così il digiuno, cioè fare della nostra sofferenza un dono a te e a Dio Padre Madre, diventa indispensabile. Ma niente affatto perché tu chiedi e imponi di amarti e amarci nella sofferenza e nel dolore. Solo quando il "mondo", cioè il male, lo storpio parassita dell'amore che sei tu che abiti i nostri cuori, cerca di eliminarti per affermare la sua vita di odio e sofferenza. Gesù, questa è la tua passione morte resurrezione, la tua vita che si dona in libertà e vince: mostra la falsa vanità del male e l'inconsistenza di ogni inferno da lui costruito; indica la tua gioia, felicità, piacere di amare nell'immane, 'vivo senza fine' "orizzonte degli eventi" che è quel Dio, che chiami e doni come Padre Madre.
Questo è il vino nuovo che offri e noi rifiutiamo, perché ci piace il vino vecchio, col suo sapore di zolfo, con la sua capacità di accecare il nostro cuore, con la sua conseguenza di creare incubi e succubi nelle nostre vite, vani e falsi, ma dietro cui ci perdiamo.
Aiutaci, Gesù, a scegliere il tuo amore di gioia, piacere e felicità da godere e donare con te, amore sposo bellissimo che non ci sarà mai tolto.
ciao r

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