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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

Il senso della vita

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è soltanto amare. Il punto, Gesù, è che tu stai sempre "per venire". Sei sempre in arrivo.  Così stai arrivando  anche in questo nostro tempo, che sembra molto distante da te e dalla tua vita, ma dove innumerevoli persone sparse per tutta la Terra restano vicine a quella tua vita, cercando ogni giorno i modi migliori per vivere il tuo messaggio, la tua " bella notizia " che il regno di Dio amore è vivo, opera in noi e tra noi, lavora incessantemente con noi e le nostre vite. Ecco, non stai parlando di un " tempo futuro ", che arriverà domani, o chissà quando, per cui non me ne occupo, perché tanto è roba che non mi riguarda.  Stai parlando di noi oggi, XXI secolo dalla tua nascita, come parlavi ai tuoi amici e alle tue amiche in quei giorni difficili e duri che accoglievano la tua passione e morte, l'evento del mondo che rifiuta Dio amore perché preferisce le sue " dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita ", e dove non c'è amore, né ...

Tu sei re, Gesù,

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ma come Dio altissimo, non a modo nostro. Ascoltiamo la tua vita, Gesù, con cuore libero e povero. Gv 18,33-37 " Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». ". Il punto che mi preme, Gesù, è scritto proprio subito dopo questo scambio di battute tra te e Pilato.  Sei davanti a Ponzio Pilato, romano, rappresentante...

Nella fine è ogni inizio,

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perché sei Dio amore che vive e vince. Di cosa ci parli, Gesù?  Cos'è questo capitolo 13 di Marco, in cui ripeti e narri il tuo annuncio, in modi e parole diverse, ma sempre molto forti?  Sono sempre tue parabole, o sono altre narrazioni, ma sempre allegoriche? Magari, si tratta di un avvertimento, un avviso per le nostre vite e la nostra salvezza, detto in parole comprensibili a noi che non conosciamo Dio Amore, né il tempo spazio in cui viviamo, se non per l'amore contenuto nella tua vita, Gesù di Nàzaret, e in questa tua parola stupenda, la bella notizia, il tuo Vangelo che Dio è tra noi, in mezzo a noi, qui, con il suo regno in cui ama e salva. Ho l'impressione, Gesù Signore e amico, che siamo bambini e bambine cui piaccia essere spaventati da racconti misteriosi e incerti, dove accadono cose strane, eventi potenti a cui dovremo assistere, impotenti a decidere e scegliere la nostra sorte. Sono sicuro che non è così. So, nella mia carne, nel mio sangue, nella mia mente, ...

Il punto di vista di Dio

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sei tu, Gesù, che ci fai sentire l'immensa presenza d'amore che è D** Potenza viva. C'è da piangere, Gesù. A me viene da piangere, perché il vangelo di oggi mostra, in modo stupendo, la semplicità dello sguardo di Dio, la sua immensa e infinita modestia umile che chiede solo la cosa, la realtà di vita più semplice e diffusa al mondo. L'amore. Nei giorni scorsi una ragazza a Teheran l'ha fatto vedere, letteralmente offrendo la libera e umile bellezza del suo corpo allo sguardo accecato dall'odio e dalla paura di chi teme l'amore, perché odia Dio e la sua libertà, preferendo gli inferni che costruisce in Terra, nella sua vita e in quella di chi sta vicino al suo odio. Ma che cos'è l'amore? Molti fanno questa domanda, e così riescono a fare etiche sanguinose, stolte, cattive per impedire a ogni amore che vuol nascere di crescere, vivere, fare vita, dare vita. Perché ogni amore nasce dall'amore Dio che sei tu tra noi, Gesù di Nàzaret, sposo, Signore,...

L'ordine di amare,

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il desiderio di farsi amare. Gesù, amico e Signore, ho la tentazione di chiederti che cosa significa " amare ", e chiedertelo nel concreto della tua vita. Ma è lo stesso atteggiamento di Pilato verso te, quando gli dici con semplicità che sei la verità e lui ti risponde, con disprezzo e ignoranza, « Che cos'è la verità? » ( Gv 18,37-38 ).  Così non lo faccio e cerco di sedermi alle tue ginocchia, come Maria di Betània, così da poter imparare ad amare anche dalla tua voce, oltre che dal tuo esempio. È proprio ciò che tu hai fatto e sei stato per tutta la tua vita terrena, in ogni momento e istante che tu hai vissuto tra noi, nelle realtà della nostra carne e sangue. Si tratta di ascoltarti, con semplicità e silenzio, in modo da lasciar entrare in noi le tue parole come cibo, vino, acqua belli, buoni, nutrienti; tutte quelle cose che ci donano la vita e ci rendono dono prezioso e immeritato a questa stessa vita che riceviamo da Dio, Padre Madre immenso e potente con te e pe...