La domanda bugiarda
Qual'è il punto, Gesù?
Esito a chiederlo, amico mio. Ora provo a formulare insieme a te questa domanda e subito mi sento come quei tali che vengono a chiederti ragione di cose accadute nel mondo intorno a loro, che sanno conoscere perché è, contiene ciò interessa le loro vite.
"Si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.".
Parli di Dio, Gesù, Padre Madre presente, agire miti in ogni vita che è, perché Dio le fa amore, la copre.
Dio che doni, Gesù, è "nostro":
- la sua realtà immane sceglie compie ogni fatica gioia di amare farsi amare, godere godermi;
- la sua bocca entra nella mia, trova le curve strade al mio cuore, mi gusta e apre, mi gode i nutrimenti a farmi schiava, maschia femmina muscolosa di braccia, spalle, ventri, per farmi carezze d'ascolto, gesta di cuori e baci;
- qui è il Bene-Bello che narra dice cosa e come mi prende per farmi prigione e conoscermi, ora che mangio amore in ogni suo dirsi dirmi "Io sono chi sono";
- le innumeri esistenze vite di carni sangui e altrui libertà, strane, animali giochi di sé, occulto silente Dio feroce umiltà d'amore (alle narici del mio cuore arriva il lieve selvatico odore del farsi, esserci, essere potente divina cura in-decisa, in-finita, bambina infante in cerca);
- Potente Dea Madre Padre, incarnata in te, Gesù, nato da donna e sotto la legge, per farsi dono e amarci dai muti inizi di ogni multiverso, alle storie umane con chi ha reso vivo della sua luce, fino ad Abramo, Mosé, Elia, Geremia;
- Dio ci ha fatto e ci fa "suo popolo", sua eredità in ciò che è nel mondo e dal mondo, Dio ama, sceglie, prende le nostre carni vite, le conosce, le fa sue, le feconda, riempie, mette incinte, rende femmine vite muscolose, forti di sè, risa libere, svelte ad amare.
A questo Dio potente, che tu, Gesù, vivi e chiami con voce mite e alta ogni giorno della tua vita, la tua aspra, tenera, dura preghiera continua, a Dio che resta accanto alle vicende dolorose e cattive dove tante vite che diciamo innocenti ci sembra paghino pena per le loro esistenze e così sono rese, da ciò che accade a loro, colpevoli, del tutto colpevoli.
Davanti a Dio e davanti a noi.
Non voglio fare le conta dei morti, Gesù, come neppure tentare calcoli e statistiche delle sofferenze.
Dio ci dona la vita, nell'immenso presente amore ("Io sono chi sono") che è noi, tutti noi e ciascuna e ciascuno di noi. Questa vita è stupenda, bellissima, difficile, pericolosa, libera, capace di fiori e frutti, come di ogni nuova libertà di amare e fare l'amore. Questa vita va accolta, senza più farti la domanda bugiarda sul male e la sua origine. Infatti, Gesù mio, dietro la bestemmia del nome di Dio, nascondiamo la monotonia della nostra stolta scelta di morte e inferno, contro la conversione che ci offri e chiedi.
Aiutaci ad ascoltare la tua voce, Gesù, che racconta la "bella notizia" che esiste l'amore, che vive in mezzo a noi, ed è stupendo, bellissimo.
"In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: «Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?».
Ma quello gli rispose: «Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai».".
Tu chiedi conversione, Gesù. Infatti accadono cose e vicende che fanno sofferenza e dolore. Cosa dobbiamo fare davanti a questi "casi dolorosi" che ci offendono e tormentano.
Dobbiamo amare, farne cura e gesti d'amore. Dobbiamo amare e offrire amore.
«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Aiutaci, Gesù, a credere sempre, ogni giorno e a ogni istante del giorno, nell'amore che esiste e fa bellezza, gioia e amore nelle nostre vite, convertendole, girandole, facendole aprire a Dio amore. Offrendo così ogni istante di vita alla vita davanti a noi, che ci guarda ed ha bisogno di un gesto d'amore.
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