Tu sei il tuo annuncio,
Solo tu, Gesù, sei il tuo annuncio; così mi vien voglia di ribadire, per sottolineare la potenza umile e felice del tuo amore libero e presente.
Tra noi, oggi, qui e ora.
Da questo vangelo di Luca pare che tutto ciò che tu sei è proiettato nel futuro: il tuo di bambino di ancora pochi giorni, quello di tua madre, Maria, a cui viene annunciata una spada, quello di chi ti riconosce come salvezza di Dio, e pure se è un futuro breve per l'età avanzata, quello di chi ascolta e accoglie come speranza di Israele, cioè sente la tua presenza nel loro futuro come re e messia che redimerà Israele e Gerusalemme.
Ma pure la nostra, Gesù, di noi esseri umani che vivono circa duemila anni dopo questo episodio, e vogliono seguire i tuoi passi e così aspettano i versetti dove la narrazione diventa una sfida ad amare, perché seguirti significa stare nell'amore e farlo. Mentre qui sei sempre portato, sei sempre un dono che arriva, ma che in questo episodio non è ancora la Salvezza qui con noi, oggi, adesso e ora. Tu sei un bambino che viene presentato al Tempio non sei la mano di Dio che agisce nei nostri cuori e nelle nostre vite. Sei solo un bambino che annuncia la tua presenza che salva e, così, ci spinge a cercarla nella tua vita: la bella notizia che il regnno di Dio è qui tra noi, dentro ciscuna delle tue azioni e parole.
"Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - e per offfelicerire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.".
Tu sei qui per toglierci il male, Gesù, attraverso l'offerta costante dell'amore Dio che trasforma in amore i nostri cuori e carni, e salva, rendendoci capaci di salvare ciò che vive attorno a noi.
Questo è la tua presenza, Gesù: la realtà della tua incarnazione in un bambino ebreo che diventa un giovane ebreo che poi è un uomo ebreo. Costui, a un certo punto della sua vita, esce di casa, si libera di tutto che è e fa nella sua vita a Nàzaret, e si mette in giro a proclamare che il regno di Dio è qui tra noi. È presente. Vince.
Stai in giro un tenpo brevissimo, da uno a tre anni, e sei un signor nessuno. Uno qualsiasi uscito dalla Galilea e da quel quasi nulla che era Nàzaret. Ma dai fastidio lo stesso e pure molto. Così, infine, ti crocifiggono per toglierti di mezzo in modo vergognoso. umiliante, ridicolo.
Ti hanno vinto, Gesù, ma tu li vinci in modo molto più radicale, dandogli la tua vita e, proprio per questo, cambiando il mondo.
Ecco, Gesù, così hai cambiato l'intero mondo e le sue storie, profondamente e in modo irreversibile. Salvando pure le loro vite crudeli, perché date alla paura di morte, dolore, vergogna.
Ma questo è accaduto solo con la tua incarnazione. Cioè con la scelta di "mettere la tua tenda" tra di noi , per far passare il tuo annuncio d'amore in ciascuna delle nostre vite e carni, cambiandoci intimamente.
E questo lo fai una a uno, nelle nostre intimità di cuore e carne, prendendo su di te i nostri dolori e regalandoci, in cambio, la gioia immensa di Dio amore che salva perché toglie il male e ci fa libere di amare e farci amare.
Allora è proprio questa tua realtà dell'amore che vive e salva quello che il vecchio Samuele vede in te bambino. Per questo il suo canto è la forma della nostra gioia di persone amate nelle nostre carni e cuori, felici di vedere la tua immensa forza d'amore nelle piccole e indifese carni di un bimbo tra le braccia di sua madre.
"Ora puoi lasciare, Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola...".
Lo possiamo ripetere pure noi, altissimo amore umile, proprio perché anche noi ti abbiamo visto gioire nelle pieghe di grasso e vita del ridere di quel bambino venuto fra noi per nutrirci di te.
Così ci hai dato la tua immensa vita d'amore e felicità in cambio delle nostre misere realtà di morte e dolore. Nutrici di te, Signore, Dio Padre Madre, attraverso Gesù, fino a farci diventare buon cibo d'amore, come lui, insieme a lui, dietro a lui, per far vincere il tuo felice amore bello.





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