Gesù, l'amore sovversivo,
Hai niente a che fare con le cose del mondo, Gesù. Sei un nuovo predicatore di successo, lassù nella "Galilea delle genti", sia perché guarisci chiunque soffre davanti a te, sia perché insegni in modo diverso dai dottori della legge, da sacerdoti, dai farisei. Infatti tu vivi le cose che insegni. Anche per questo, ti seguono e non solo per i miracoli. Poi vai sul lago di Gennèsaret e chiedi ospitalità a Pietro, un pescatore di lì con alcuni soci. Siete nel bel mezzo a uno dei tanti "molto poco" della Palestina e di Israele di allora. Così ti siedi a predicare a una folla anonima e per farlo meglio ti appoggi all'aiuto di un altrettanto anonimo e povero pescatore di quelle parti.
C'è tutta una sequenza di gesti e sguardi che va ricostruita, Gesù, e che è ritmata dalle voci che si rincorrono e si ascoltano, dove la tua è quella che dà il tempo a tutto l'episodio. Come a ciascuna delle nostre vite.
Ascoltiamo anche noi con lo stesso orecchio, affannato dalla vita e dalle sue difficoltà, che ha Simon Pietro. Partecipiamo all'amore che doni.
"Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone.
Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.".
Siamo in mezzo alla sofferenza quotidiana e alle nostre speranze di gioia e felicità.
Le folle ti seguono perché sei diverso, non sei uno scriba, un dottore della legge, cioè un "intellettuale" riconosciuto di Israele o di uno dei popoli che vivono in quelle terre. Non sei stato formato duramente e con importanti costi finanziari, per essere uno che istruisce sulla Legge e l'Insegnamento di Dio.
No, tu sei un carpentiere, falegname figlio di falegname nato e vissuto a Nàzaret di Galilea, almeno finchè non ti sei messo in giro ad annunciare la "bella notizia" di Dio vicino a te, quindi a noi. Tu sei uno come loro, che vive e abita uno dei tanti luoghi anonimi, i quasi nulla dove vivono le persone che ti seguono e accolgono.
Com'è Simon Pietro.
In questa narrazione Simone è l'esempio preciso di ciascuna e ciascuno di noi. Almeno ci rappresenta bene.
Sono stanchi. Sono stati in barca tutta la notte e nulla hanno preso. Adesso lavorano a pulire le reti e le barche. La delusione per la mancata pesca e la fatica di tenere tutto in ordine e pronto per deludersi ancora. O forse no, magari per pescare meglio, se... Questa è la nostra realtà, Gesù.
Ma tu arrivi, ci vedi e scruti le nostre vite.
"Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.".
Non ignori la nostra fatica, ma la sfidi con la tua sovrana fiducia nell'amore, con la speranza divina che ti riempie cuore e vita nelle forze dell'amore che vince, sempre.
Il primo passo è l'accoglienza.
Simone ti guarda distrattamente, ma ti accoglie sulla barca e si allontana dalla riva, così che tutti ti possano vedere e sentire.
Tu chiedi e e sei accolto, Gesù, in cambio di nulla. Perché Simone sa che tu non hai beni terreni e nel mondo conti nulla, o molto poco. Solo che, in qualche modo, gli piaci e ti ospita.
Poi lo sfidi.
"Quando ebbe finito di parlare disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».".
La tua sfida è pesante.
Lo guardi. Forse ti giri verso lui e lo guardi, po la sfidi a fidarsi di te per farsi dare molto più di quello che Simone ha e desidera. Pietro stanco, deluso, affaticato. Ma risponde al tu sguardo e ti vede, lì, vicino, seduto sulla sua barca. Così sente che tu sei diverso, Gesù.
Sfidi Pietro ad amarti, a fidarsi di quell'amore e di quelle attenzioni che gli dai.
Simone si fida.
«Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
La pesca straordinaria che fanno è uno di quegli eventi che ci capitano, che ci donano amore e libertà quando meno ce l'aspettiamo, e così ci rendono sempre più capaci di accoglierti, affinché tu possa spiegarci l'amore che vive ed è Dio altissimo. Così puoi farci vivere e nutrirci di questo amore.
Ma perché questo accada dobbiamo fidarci di te, sapendo l'enormità della distanza che ci tiene uniti. È proprio quello che capisce Simon Pietro, che così si spaventa sul serio.
«Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore.».
Ma io vengo dopo Simon Pietro e proprio anche grazie a lui posso conoscerti e affidarti tutta mia vita e le sue difficoltà. Anch'io so di essere un peccatore e tu il Signore della vita e dell'amore.La distanza tra noi è immensa, ma tu l'hai superata con tutta l'audacia umile di D** potenza infinita. Così è proprio grazie a te, Gesù, e al tuo bellissimo annuncio che so di essere peccatore e di avere sempre bisogno di te, in ogni istante e momento della mia vita. Per me e per ciascuna di quelle persone e vite che ti affido ogni giorno e che ogni giorno ti chiedo di aiutare. Ogni giorno che stiamo insieme e in cui ti offro tutto ciò che ho e ricevo: bellezze, gioie, allegrie, sofferenze, dolori: cose brutte che nascono dalle mie ribellioni e bellezze piene di allegrie e gioie che ricevo da te.
Perché ho sempre un enorme bisogno di te.
Così, ecco, ho lo stesso grido di Simon Pietro, Gesù Signore, ma lo modifico in modo fondamentale.
«Signore, avvicinati a me, perché sono un peccatore.».
Amen amen.





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