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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

Essere Dio. Cioè

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cosa significa, in te e con te, Gesù, amare? Sembra che metti un fine etico impossibile davanti alle nostre esistenze , Gesù.  Non è vero. Al contrario, amico mio e sposo, tu sei sempre mite, accogliente, audace, generoso, feroce e, così, fai vedere la tua realtà semplice bellezza (innanzitutto, "piena di grazia"), sola strada che conduce noi umane e umani a essere Dio: creature di carne sangue cuore, povere di vita e amore, mendicanti di farci riempir e di te, Gesù, carne sangue emozioni del  presente  immenso che mangiamo e beviamo in te, che fa i, crei, fabbrichi, ricami, lavori, accarezzi e godi ogni nuova e bambina esperienza d'amore, sempre altra e diversa.  Perché l'amore che tu regali è condizione di vita ogni volta nuova, sempre diversa, in ogni istante giovane e sovversiva. Infatti è feroce l ibertà  di fare un amore interessato a mangiarci per farsi mangiare, così da essere tue spose, amanti della tua vita parola di Dio che è dono, proprio come è Dio ...

Gesù, sei il regno che sceglie

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chi vuole amare e aiuta a farlo. L'amore si fa, Gesù, non si dice. In effetti lo si decide ogni giorno, mettendo in gioco l'intera nostra vita, per fare un amore, questo amore oggi, qui, ora in questo istante che è sempre decisivo, anche se ci sembra piccolo e insignificante. Questo è quello che tu hai fatto e detto in tutta la tua vita. Questo amore che ci doni fa vera la tua "bella notizia" che il regno di Dio è tra noi, accanto a noi, e solo così salva e libera. Questa è la fiducia, la fede, che regali con tutta la tua vita divina incarnata in te uomo Gesù, nato dalla donna Maria, e che ti sei mostrato parola e amore Dio presente nel popolo  di Dio, compimento della sua promessa a Israele e, quindi, proprio per questo lavoro d'amore tra noi; quasta è la fede che ci consente di amare chiunque ne ha bisogno, senza paura, senza giudicare, ascoltando e accogliendo con amore chi vive tra ferite e fatiche della vita, quelle che sono  pure  decise dal dolore del nostr...

Gesù, l'amore sovversivo,

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ribelle, indocile, umile, obbediente, sottomesso. Hai niente a che fare con le cose del mondo, Gesù. Sei un nuovo predicatore di successo, lassù nella "Galilea delle genti", sia perché guarisci chiunque soffre davanti a te, sia perché insegni in modo diverso dai dottori della legge, da sacerdoti, dai farisei. Infatti tu vivi le cose che insegni. Anche per questo, ti seguono e non solo per i miracoli. Poi vai sul lago di Gennèsaret e chiedi ospitalità a Pietro, un pescatore di lì con alcuni soci. Siete nel bel mezzo a uno dei tanti "molto poco" della Palestina e di Israele di allora. Così ti siedi a predicare a una folla anonima e per farlo meglio ti appoggi all'aiuto di un altrettanto anonimo e povero pescatore di quelle parti. C'è tutta una sequenza di gesti e sguardi che va ricostruita, Gesù, e che è ritmata dalle voci che si rincorrono e si ascoltano, dove la tua è quella che dà il tempo a tutto l'episodio. Come a ciascuna delle nostre vite. Ascoltiam...

Tu sei il tuo annuncio,

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Gesù, bellezza dell'agire di Dio tra noi. Solo tu, Gesù, sei il tuo annuncio; così mi vien voglia di ribadire, per sottolineare la potenza umile e felice del tuo amore libero e presente. Tra noi, oggi, qui e ora. Da questo vangelo di Luca pare che tutto ciò che tu sei è proiettato nel futuro: il tuo di bambino di ancora pochi giorni, quello di tua madre, Maria, a cui viene annunciata una spada, quello di chi ti riconosce come salvezza di Dio, e pure se è un futuro breve per l'età avanzata, quello di chi ascolta e accoglie come speranza di Israele, cioè sente la tua presenza  nel loro futuro  come re e messia che redimerà Israele e Gerusalemme. Ma pure la nostra, Gesù, di noi esseri umani che vivono circa duemila anni dopo questo episodio, e vogliono seguire i tuoi passi e così aspettano i versetti dove la narrazione diventa una sfida ad amare, perché seguirti significa stare nell'amore e farlo. Mentre qui sei sempre portato, sei sempre un dono che arriva, ma che in questo e...