Il tuo Natale, Gesù, e

questi nostri stenti a essere e fare doni d'amore.
Tre Vangeli, Gesù, narrano la tua nascita.
Eccoli.
Il primo è Matteo.
"Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò [...] Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò [,,,] Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia [...] generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
[...] 
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele,
che significa Dio con noi.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.".
Il secondo è Luca.
"In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.".
Il terzo è Giovanni.
"In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
grazia e verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.".
Certo,ci sarebbe Marco...
Marco tace sulla tua nascita, anzi è decisamente reticente nel raccontare cose diverse dal tuo annuncio tra noi, quella "bella notizia" che segna le nostre vite e le fa vivere nella salute e felicità che vengono da te e dal Padre Madre che tu annunci nella tua vita, felicità e salvezza e saluti che spesso sono anche dolorosi, come è proprio dell'amore.
Però Marco è travolgente, proprio per questa sua reticenza colma di un amore stupito, che è stato creato e stravolto dalla tua passione per noi; quello che Marco ha visto e vissuto nei tuoi amici e amiche che ti hanno vissuto, accompagnandoti in giro per Israele ad annunciare il regno di Dio.
In ogni passo del suo vangelo Marco fa vedere e sentire di essere preso da una di quelle ferite al cuore che continuano a sanguinare e, proprio per questo, fanno vivere chi è ferito così della stessa realtà di Dio amore, mentre dissolvono le nostre  menzogne, egotiche e stolte.
"Questo è l'inizio del Vangelo, la bella notizia di Gesù, che è il Cristo e il Figlio di Dio.".

Ecco, Gesù, questi tre vangeli del tuo Natale sembrano scritture e narrazioni molto diverse, eppure il mio cuore trova e sente percorsi, sentieri, segni di riconoscimento, memorie che si rincorrono e si testimoniano l'una con l'altra. A cominciare dal fatto che tutte parlano di te: Gesù di Nàzaret, figlio di Maria, figlio di Dio.
La descrizione del fatto, di ciò che è accaduto con la tua nascita, è molto semplice.
Nella Palestina e nel popolo di Israele governati da Roma con spietata durezza, è nato un bimbo; la madre è Maria, una ragazza ebrea di 14 anni, povera, figlia di poveri, immersa in una realtà umana povera e oppressa. Questa gravidanza non è originata da Giuseppe, della casa di Davide e promesso sposo di Maria, ma è di origine sconosciuta. Sembra un adulterio o uno stupro, ma Giuseppe protegge Maria con tutto se stesso, e perciò riconosce questo figlio come suo.
Quante altre "robe", situazioni e fatti come questi che ti riguardano, saranno accaduti, Gesù, nell'anno in cui tu sei nato? Innumerevoli, e tu vivi e rappresenti (anche!) questi dolori e amori.
Allora ascoltiamo con attenzione i racconti su te, Gesù, perché ci sono tre punti che mi colpiscono.
Giovanni è esplicito e scrive di te come D** altissimo amore, parola vita, creazione incessante di ogni realtà. Ti racconta come il Dio che si manifesta nella gioia umile del silenzio e della mitezza, nel nascondimento accurato di ogni tua potenza e vita, come le immaginiamo noi umani.
È proprio qui il primo nodo.
Noi, che pure ti apparteniamo e a cui la tua parola vita rende e dona ogni libertà di amare, di farci amate amanti, serve servi della tua realtà immensa, compagne compagni di ogni tuo gioco d'amore, noi non accettiamo questa manifestazione nascosta, non ti conosciamo così umile, non vogliamo saperti così mite e povero.
"Veniva nel mondo la luce vera, / quella che illumina ogni uomo. / Era nel mondo / e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; / eppure il mondo non lo ha riconosciuto. / Venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto.".
Tu sei umiltà potente e nascosta, luce intima che illumina e accende ciascuna e ciascuno di noi, amore che genera vita e altro amore, sempre. Eppure non ti abbiamo accolto e ancora non ti accogliamo, lasciando morire bambini e bambine come te in troppi luoghi della Terra, iniziando da quella Palestina dove un governo nazista bestemmia il Dio vivente perché vuole strappare la sua promessa al cuore del popolo di Israele, rendendolo omicida e cieco. E fallirà l'impresa.
Finendo con noi, però, che decidiamo di fare del Mediterraneo il camposanto di vite umane inermi, che fuggivano la morte che domina i loro paesi per venire a vivere e lavorare qui da noi, nei nostri paesi ricchi e vuoti, dove ci sono molti lavori da fare e molto amore da costruire. Ma dove ragazze e ragazzi sono derubati delle loro vite dal dolore della mancanza d'amore, di cura, d'ascolto, e che vivono con e contro adulti che finanziano cantieri di inutili e infernali galere mentre tolgono soldi e attenzioni a istituzioni educative, rendendole sempre più fragili. Nasci nel silenzio dell'umiltà mite e nascosta, perché sei luce che ci illumina. Così è nello spazio di questa luce sottile, leggera e tagliente, che va letto il tuo Natale.
Il secondo punto è la fiducia nell'amore, nella testimonianza della fedeltà all'amore che si rivela nelle persone che ci sono vicine e che amiamo. Fiducia nell'amore che deve restare, qualsiasi cosa accada per spingerci a condannare e rifiutare l'amore che abbiamo conosciuto.
Così Giuseppe si fida di Maria, dei suoi occhi e del suo sguardo innocente, come canta Fabrizio de André, e la protegge, insieme proteggendo quella gravidanza misteriosa che lo esclude dal grembo di questa ragazza che ama. Questa è giustizia secondo te e secondo Dio Padre Madre, Gesù, la stessa giustizia che permette a Giuseppe di garantire a Maria un luogo dove partorirti per farti nascere con tutto il trionfo dell'amore. In una stalla, dove il segno di riconoscimento della nascita del Figlio di Dio, Salvatore tra di noi, è proprio una mangiatoia, il luogo del nutrimento e della protezione degli animali.
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Il terzo punto è l'amore.
Tu sei amore, Gesù, quell'amore che esiste in ciascuna vita, di ogni forma ed esperienza, in cui sia possibile farlo vivere e crescere, affinché concepisca, faccia crescere e nascere, senza mai stancarsi, altro amore bello, vivo nelle povertà, diffidenze, ricerche e speranze delle nostre vite.
Il tuo Natale, Gesù, è la festa dell'amore semplice, quello che illumina la nostra vita e ci rende capaci fidarci degli occhi e del sorriso di chi ci ama e amiamo. Anche se questa fiducia può spezzarci il cuore e portarci a una croce dove ci appendono coloro che odiano l'amore in tutte le sue forme proprio quando ne odiano e disprezzano anche solo una, perché ne hanno paura.
Tu sei quest'amore che non teme nulla ma sempre si dona e vince. Il tuo Natale è Dio Padre Madre, immenso amore che nasce nella mangiatoia del mio cuore, dove l'amore è deposto nudo, offerto alla vita, alla mia vita, come cibo di Dio.
Buon Natale, Gesù, sempre e ancora con noi, per noi, tra noi. Dentro la vita, fino alla croce, alla resurrezione.
ciao r

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