Credere in ciò

che realizza e fa chi libera amore.
Ogni amore, Gesù. Lo sai, lo so.
Lo sa chiunque ti conosce, ma pure chi non ti conosce, lo sa chi ti ama, chi invece ti teme pure se dice che ti ama, lo sa chi ti bestemmia perché ti odia e vuole abolirti dalle esperienze di tutte quelle vite e realtà che tu, Gesù, e Dio che chiami tuo Padre, desiderate, sentite, amate, cercate, volete, vivete.
Questo è l'amore Dio con cui viviamo: la continua, bella creazione d'amore. 
Di ciascun amore in cui viviamo e insieme a cui ci troviamo capaci di amare e fare re altro amore. Questa è la narrazione che ci fa Luca evangelista della tua nascita. L'enorme fede che Dio, il D** di Abramo Isacco Giacobbe, ha nelle capacità umane e non umane di amare, per fare sorgere nelle nostre vite il segno ed il tatuaggio di ogni amore che vince: tu, Gesù di Nàzaret, figlio di Maria e figlio di Dio.
Ascoltiamo l'inizio della tua "bella notizia" con la dura mitezza e la feroce pace, nate dalla quiete di chi sa che D** immenso presente amore ha vinto questo mondo, deciso storpiato dal nostro male, con la tua vita innamorata, Gesù mio.
"In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».".
C'è allegria in questa scena di Maria che va a visitare la cugina, più anziana di lei e già al sesto mese di gravidanza. 
C'è desiderio di amicizia e di voler scambiare parole e affetto attorno a queste due gravidanze volute da Dio. 
C'è la felicità di due donne, una giovanissima e l'altra di un'età molto più alta, per la parola che le ha raggiunte e sta cambiando le loro vite. 
È il preannuncio di tutte quelle vite che tu, Gesù, raggiungerai nella tua vita, con la parola di Dio viva nelle tue azioni e nei tuoi insegnamenti, e con la mite durezza della tua fiducia nell'amore Dio. Amore che sei tu, vivo e vincente, anche appeso a una croce, perché sei risorto, libero, amante.
L'allegria presente in questo brano è ciò che ci deve distinguere, qualsiasi cosa facciamo e viviamo. Perché anche a noi può e deve essere rivolto il saluto di Elisabetta a Maria: «E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto.».
La nostra felicità dipende e nasce dalla nostra fiducia sull'amore e nell'amore che Dio Padre Madre dona in e con te, Gesù, nella "bella notizia" che ci hai dato e che ci giunge attraverso le vite di coloro che hanno creduto in te e nel tuo amore. Anche sbagliando, pure compromettendo il tuo amore con i loro egoismi, come facciamo sempre anche noi. Perché la serena e mite allegria di Elisabetta e di Maria nasce dall'esperienza che Dio si è compromesso con loro e con le esistenze che stanno vivendo, che sono modificate dall'azione di Dio, Padre Madre che si fa modificare da queste loro vite, felici di quell'amore che le ha trovate e vive nei loro ventri.
Questa è la fede che proponi, Gesù, quella che rende felici.
La fede che ogni giorno fa sapere e sperimentare la nostra capacità di amare come tu ami, tu che hai tolto ogni limite etico all'amore, esperienza che esiste e vive solo nella semplice fiducia felice, questa figlia dalla semplice libertà della vita che si offre ad amare, per amare, nel fare amore. Quindi nella mitezza feroce di chi vive la sua vita com'è, senza mentire, ingannare, nascondere, stuprare.
Aiutaci a viverti, Gesù, in questa fiducia semplice nel tuo amore e nella tua felicità. Come Elisabetta e Maria che si salutano piene dell'amore Dio che le fa gravide d'amore e libertà.
ciao r

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