Accogliere Dio,

e aprirsi per farne frutto di donna.
Cosa mi risuona, oggi, Gesù, davanti a questa parola stupenda in cui ci racconti l'inizio di quell'inizio della nostra redenzione dal male, questa liberazione dalla morte che è la tua vita tra noi, di figlio di Maria e figlio di Dio?
Non lo so, Gesù. 
Non è vero, sposo, perdonami, lo so con forza dentro il mio cuore e la mia carne; ma proprio per questo non riesco a dirlo. Mi è difficile raccontare questa 'certezza di speranza' con la stessa semplicità con cui tu la fai vivere nel mio cuore, nella mia mente, nella mia carne.
Siamo all'Annunciazione, al momento della richiesta d'amore e fiducia che Dio fa a Maria di Nàzaret. 
Ma siamo anche dentro il riconoscere che Maria è preparata a questo; lei si fa tua madre, sceglie Dio e te, suo figlio in quanto figlio di Dio, perché è libera.
Allora, davanti a questo dialogo semplice, così sincero e netto, il tema di fondo, l'armonia che vibra in tutta e in ogni momento di questa mia esistenza piena di ferite davanti a te e con te, è proprio quello della libertà.
Quest'Annunciazione di Luca è il canto della libertà dell'essere umano di farsi accoglienza d'amore, nido, fonte, sponda di ogni amare, per sapersi capace di mettere questa realtà di Dio che ci abita in ogni "frutto di donna" e di uomo che diamo alla luce nella presenza del tuo vivere tra noi, parola e regno di Dio.
Ascoltiamo questo racconto che ci fa vedere e ascoltare l'inizio del tuo inizio, nella potenza e libertà di Dio che ama e ci ama.
"Al sesto mese l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 
Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.".
L'annuncio dell'angelo Gabriele accade al "sesto mese" di gravidanza di Elisabetta, cugina di Maria, un evento che sa molto di specifica azione di Dio dentro il mondo e le sue vicende. Maria non è chiusa dentro Nàzaret, lontana e indifferente a ciò che le accade intorno. Maria è consapevole e partecipe di ciò che accade in lei e nelle sue famiglie e clan di riferimento, come attorno a lei in quei territori dominati da Roma e colmi di conflitti, guerre, e miriadi di piccoli sforzi per fare pace e vita. Il primo tono di questa armonia che mi fai risuonare è che tutta questa meraviglia d'amore accade nel mondo, così come esso è.
Il secondo tono è la frase con cui Gabriele saluta Maria, ricordando che cosa Dio ha posto in lei.
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Cosa vuol dire "piena di grazia"?
So nulla, Gesù, lo sai bene; sono privo di ogni competenza tecnica, ma sono certo di un fatto narrativo: "Piena di grazia" è il nome di Maria per l'angelo, è l'identità profonda di questa ragazza ebrea di neanche 15 anni per Dio altissimo, il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, i profeti, e che si è messo davanti a lei e la cerca. Nell'angelo che si rivolge a Maria è Dio stesso che parla, direttamente e in quel momento, a questa ragazza che conosce per ciò che è: "piena di grazia".
Maria è libera dal male, da ogni schiavitù del peccato. Libera di amare in una vita umana che è semplice perché è offerta all'amore, sia per accoglierlo che per donarlo. Come si accolgono e si donano i raggi del sole e le gocce di pioggia. Semplicemente.
Ma c'è un terzo tono che vive in questa armonia che mi doni. La consapevolezza di Maria di se stessa, di essere una ragazza ebrea di 14 o 15 anni che sa come girano le cose della vita nel mondo e in Israele; una ragazza che vorrebbe vedere rispettata la sua scelta di amarsi con Giuseppe e di dare, così, figli e figlie a Dio.
«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Maria sa come resta incinta una donna, sa cosa sta andare a fare con Giuseppe, cosa hanno scelto insieme nel loro amore da donare a loro stessi, a Israele, a Dio. 
Maria è libera perché è senza peccato originale, priva di ogni ferita di male, e così può chiedere cosa succede di questa sua libertà che nutre e vive la sua vita, quando aderisce alla richiesta di Dio.
La risposta dell'angelo è netta, disposta su più livelli, ma è solo il passaggio finale che mi colpisce, Gesù.
«... nulla è impossibile a Dio».
L'amore è fiducia e speranza, è sapere nella propria carne di vita e desideri che Dio Padre Madre è sempre con noi e non ci abbandona, mai, perché «... nulla è impossibile a Dio».
Questa è la scelta dell'amore da fare ogni giorno, con semplicità, perché, qualsiasi cosa accada, Dio è sempre con noi in tutta la sua immensa scelta di amare.
Aiutaci, Gesù, a fare nostra la scelta di Maria, dicendo a te, Gesù, ciò Maria ha detto a Dio e per cui ti ha concepito e ti ha dato carne e vita.
«Avvenga per me secondo la tua parola».
Avvenga, Gesù, per me secondo la tua parola d'amore che mi salva e mi rende capace di amare. Aiutami a essere libero.
ciao r



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