Il senso di Dio

è l'amore, il dono irreparabile di sé.
Che cosa tra noi "non è così", Gesù, amico e Signore?
Sembra molto chiaro, a leggere la prosa secca e asciutta di Marco, ma forse non è così chiaro e semplice come dovrebbe. Allora voglio provare a seguirti in questa tua catechesi sul rapporto tra te il mondo, quello in cui siete inseriti tu e i tuoi amici, e il nostro, quello a cui tutti apparteniamo, pur vivendo anche in te e nel tuo amore che vince e salva.
Ecco, davanti ai nostri errori maliziosi, sempre anche se intrisi di ingenuità e scarsa conoscenza di noi stessi e di chi ci circonda, tu ci prendi per mano e ci fai vedere dove dobbiamo guardare, a cosa dobbiamo fare attenzione per cogliere il senso e il profumo di Dio Padre Madre tra noi, e in questa tua parola che salva e libera.
Vedo tre passaggi in questo episodio così importante e trascurato.
Il primo è la richiesta, ingenua e maliziosa, che ti fanno Giacomo e Giovanni; il secondo è la differenza e l'intimità che vedi e indichi tra te e i tuoi discepoli; il terzo è l'estensione che dai all'episodio, in sé trascurabile, ma che per te diventa lo strumento per far capire a cosa i tuoi amici sono chiamati. E noi, dietro a loro, quale tipo di presenza nel mondo siamo chiamati a fare se ascoltiamo la tua voce e ci nutriamo di essa e del sapore dell'amore Dio?
Gesù, ascoltiamo la tua voce, accogliendo la tua vita che dona Dio, l'amore vivo.
"Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».".
La richiesta di Giacomo e Giovanni di per sé è trascurabile. Sei tu, con il tuo amore e la tua pazienza a renderla così centrale. Il tema è che cosa sei venuto a fare e qual'è il loro ruolo di amici e discepoli che ti hanno seguito e ti accompagnano, avendo lasciato tutto dietro a sé. Tu fai annunci espliciti sulla tua strada di passione morte a Gerusalemme, e loro non ti capiscono, forse neppure ti ascoltano.
Infatti la richiesta viene fatta senza alcuna preoccupazione di ciò che hai detto sulla tua sorte a Gerusalemme.
«Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Non c'è niente di imbarazzante in questa domanda, c'è la loro incomprensione di te e la loro ingenuità, nutrita di ignoranza e diffidenza, su ciò che ti sta per accadere. Per Giacomo e Giovanni vai a diventare re di Israele e si preoccupano di sottolineare il loro lavoro con te, la passione e l'amicizia con cui ti seguono.
"Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».".
Sono orgogliosi di se stessi e della loro vita con te. Possono fare tutto ciò che tu fai e posso farlo bene come lo fai tu.
La malizia sta nella richiesta di un potere umano, che tu non hai, che rifiuti, che tu non doni; ma proprio questa malizia è l'ingenuità dei tuoi due burrascosi amici. Ti seguiranno e ti imiteranno, faranno come te. Ma c'è una differenza. Tu lo fai nella tua libertà di Figlio di Dio che agisce per salvarci. Loro lo faranno solo dietro a te, nei modi e tempi in cui le loro vite mostreranno di essere case della libertà dell'amore Dio.
L'indignazione e l'opposizione degli altri è ovvia. Facile immaginare tutte le cose dette e tutti i litigi gridati dai dieci contro i due fratelli.
Ma intervieni tu.
La tua catechesi, questa spiegazione e indicazione ai tuoi amici, quindi a noi, mi sembra straordinaria.
Parti dal loro errore. Dal fatto che pensano che stai andando a prendere il regno di Israele, per farli ministri e governatori. Non è così, ma questo hanno in testa e nel cuore.
«Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così».
Sono un pugno di gente che nulla conta davanti ai potenti della Terra. Sanno quel potere politico che sta sopra di loro come dominio, oppressione,sfruttamento.
Ma.
«Tra voi però non è così.».
Tra noi manca ogni oppressione e dominio. I "governanti delle nazioni" sono coloro che ci offrono il modello delle relazioni che abbiamo tra noi. Ma se seguiamo Gesù di Nàzaret, il Figlio di Dio, amore santo di Dio che vive e libera, allora tra noi «però non è così.».
Tra noi c'è solo servizio e schiavitù, cioè disponibilità a donarsi a chi ha bisogno di aiuto, ora e qui, dove siamo e viviamo. Perché siamo il senso dell'amore Dio che vive e libera, il profumo della sua bellezza che fiorisce e risplende donando solo amore.
«Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Non dobbiamo pensare al potere politico, a chi governa le nazioni opprimendole. Dobbiamo pensare a te, Gesù, al tuo amore che vince donandosi. 
Così mostrando come questo tuo amore che salva e ama è Dio, la sola e potente realtà che Dio fa vedere e conoscere di se stesso. La vita che vive amando, sempre, comunque, senza mai chiedersi perché, senza mai fare conti.
Perché il senso di Dio è l'amore, ed è questo il suo dono a noi. Tu, Gesù, amore.
ciao r


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