La saggezza di

amare, la libertà di servire.
Intendiamoci, Gesù, sulle parole che usi.
«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci ragazze che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo». 
Dieci ragazze, dèka parthènois, ovviamente "vergini", perché sono dieci brave ragazze le quali non hanno esperienze sessuali prima del matrimonio, a cui arrivano, appunto, vergini. Ma sono dieci normali ragazze che hanno il compito di andare incontro allo sposo e scortarlo, con le loro lampade e le loro giovani bellezze, fino alla casa della sposa, dove il matrimonio verrà concluso e inizierà un'altra vita per le due persone così unite in matrimonio.
Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci ragazze.
Cos'è che distingue queste ragazze, Gesù? Ascoltiamo la tua parola libera, che ci libera nell'amore, per poter fare l'amore.
«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
La cosa che noti e ci fai notare è la differenza tra essere sagge ed essere stolte. Una differenza che rende reale la possibilità di compiere il servizio che ci è stato affidato. Queste ragazze ignorano quando arrivi. Ma devono essere pronte al tuo arrivo, in qualsiasi modo succeda e in qualsiasi momento accada. Per questo serve l'olio di scorta, in piccoli vasi.
Quest'olio è la preghiera, Gesù, e noi lo sappiamo bene, guidate e guidate da oltre 2000 anni di ascolto e accoglienza alla tua parola e al tuo regno. Ma cosa sia, in fine, questa preghiera è più complesso da dire, quindi anche più semplice.
Nella tua parabola è l'attenzione costante e continua al servizio che, di volta in volta, ci viene richiesto, e solo sulla base di ciò che siamo. Appunto delle ragazze giovani, non sposate né fidanzate (suppongo, ma non lo so e non controllo), che offrono le loro giovani bellezze all'augurio di felicità e fecondità per quella coppia che si sposa e fa delle loro due carni, una sola.
Dio e tu, Gesù, suo Figlio e nostro re Sposo, non cacci via dal tuo regno.
Ma nessuno può entrare, dopo. Dopo che lo Sposo è entrato e lo sposalizio è fatto.
Così, chi non c'era, chi s'è distratta o non è stata previdente, chi s'è comportata con indifferenza verso il compito che è stata chiesto, queste persone trovano la porta chiusa e il diniego della conoscenza da parte dello Sposo.
Ecco, Gesù.
La preghiera che suggerisci e consigli è quella che viene fatta per accompagnare e guidare i servizi, i lavori, gli amori, che dobbiamo fare nelle nostre esistenze, a cui siamo chiamate. Senza inventarcene altri, più solenni e importanti, più gratificanti. Per te serve il "qui e ora", Gesù. Il fare "adesso" ciò che ci compete fare, che ci tocca fare. Adesso e amando.
Perché non sappiamo nulla del futuro, Anzi, per noi che siamo amate e amati da te, Gesù re Sposo, non c'è futuro, ma solo questo presente di servizio e amore da fare con semplicità, con i piccoli vasi dell'olio di scorta pieni. Aiutaci, Gesù, ad amare ogni giorno, tenendoci sempre pronte «perché non sapete né il giorno né l’ora».
ciao r

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