La domanda sbagliata, Gesù,

e la tua offerta d'amore.
Sei molto preciso e netto, Gesù, in questo famoso episodio che fonda una ininterrotta, difficile, amare e dolce, necessaria preghiera e discussione tra noi e con te su cosa significa "amare" e quindi su come vivere, ogni giorno, tutto ciò che implica, per ciascuna e ciascuno di noi, essere e fare le nostre esistenze dentro questa parola ed esperienza decisiva. 
Ascoltiamo la tua voce, Signore Gesù, che racconta e ci fa vedere la tua vita immersa nella profonda e abissale libertà d'amare di Dio, e di cui solo tu sei la "bella notizia".
"Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?».
Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?».
Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.".
Questo tale va da te, Gesù, e ti chiede cosa deve fare per essere buono, per fare qualcosa di buono.
«Maestro, cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?».
Mi pare, sempre, la nostra domanda, nonostante i duemila anni passati a seguirti, ad ascoltarti, ad accoglierti. Duemila anni passati a nutrirci di te, a bere il tuo sangue e mangiare la tua carne. Eppure continuiamo a farti quella domanda.
«Maestro, cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?».
La tua risposta è molto precisa e seria e bisogna ascoltarla ancora. Sempre con attenzione accogliente.
«Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti [...] Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso».
I comandamenti di Dio a Mosè, le sue 10 parole, sono fondate sull'amore esclusivo e gratuito che Dio ha per l'umanità, attraverso e dentro il suo rapporto col popolo di Israele, nato da Abramo, il suo amico. Così questi comandamenti sono molto più di codice etico, sono narrazione dei comportamenti che deve tenere chi conosce di essere vivo dentro la promessa di Dio ad Abramo, quindi a Israele. Queste parole sono l'indicazione utile a vivere la promessa di quest'amore Dio, vivendo e liberando ciò che Dio fa e vuole nelle nostre vite.
Ma non basta. Il tipo vuole di più, vuol sentirsi "buono": non gli bastano comportamenti corretti e accoglienti nati dalle libertà di cui sono piene le parole di Dio.
«Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?».
Manchi tu, Gesù. Ovvero la scelta della libertà profonda dal mondo e da noi stesse e noi stessi che tu indichi e richiami con la proposta della povertà.
«Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Bisogna scegliere l'amore, Gesù, il tuo amore leggero, libero, felice, che accoglie e libera. 
Questo tuo amore senza pesi vola lontano, fino a dove vuoi.
Bisogna stare lontani dal mondo, in libertà da pesi e fatiche, felici di dividere e donare ogni tuo piacere di amare.
Dividendo e spezzando sempre, tra noi e con chiunque, questo amore che libera e fa felici per l'amore sovrano di Dio buono.
ciao r

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