Ti lamenti, Gesù,
Ti lamenti. Ma di cosa ti lamenti, Gesù? Di che cosa è fatto questo tuo lamento verso e contro le città dove hai operato e parlato?
Ascoltiamo a cuore aperto il tuo cuore che si lamenta per tutto questo amore che si perde. Apriamoci a te, Gesù, per farci ferire e liberare dalla tua vita che ama.
Mt 11,20-24
"Allora Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».".
Ma cosa sono, Gesù, questi "prodigi" di cui lamenti la mancata accoglienza? Sono certamente i tuoi "miracoli", cioè le tue azioni di misericordia e amore, fatte con assoluta gratuità e semplicità, solo perché qualche nostra sofferenza ti veniva presentata.
Ma è pure la fede, in te e in Dio potente Padre Madre, fede che sola ti consente di agire nelle libertà di amare e di fare ogni amore che le nostre esistenze richiedono. Questi prodigi sono la tua testimonianza che il regno di Dio, il "regno dei cieli" di Matteo, sta esistendo e vivendo in noi e attorno a noi. Ma che occorre crederci, quindi dare fiducia a te, Gesù di Nàzaret, e alla tua vita che vive e insegna Dio, cioè il prodigio dell'amore che vince, risana, libera.
Aiutaci a viverti nelle nostre vite con la stessa fiducia e forza d'amore che tu sei verso di noi, nell'immenso amore Dio che ama e salva.
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