L'amore non riposa,

perché amare è fare gioie e piaceri, senza stare in quiete.
L'amore non ha riposo. Come te, Gesù, sposo e Signore.
Nel tuo vangelo c'è un dato costante. 
Il tuo continuo invito ad amare noi stesse e noi stessi, insieme a tutte le creature che ci danno vita, nutrimento, bellezza come doni d'amore incessanti, ciascuno desiderato da Dio, Madre Padre potente e immensa. Tu ci dici sempre che come Dio ama e ci ama, dobbiamo amare anche noi. Ma l'amore non è mai fermo, vive e non invecchia mai. Opera sempre nelle realtà delle nostre esistenze e va oltre i nostri spazi-tempi, vivendoli, e così permette alla mia realtà di rinnovare sempre la sua vita giovane "come l'aquila" (salmo 103,5).
Ascoltiamo questo momento della tua vita di carne, sangue, cuore, Gesù, e proviamo a fare nostra la profonda quiete del tuo continuo faticare per amarci nella gioia e nel piacere dell'amore. Una a una, uno a uno, una a uno, uno a una. Insieme. Collaborando con te ad amare come Dio ama. Amando sempre e così vivendo dell'amore che viene fatto e dato.
"Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.".
Raccontare cosa abbiamo fatto è il primo modo per capire come si agito e quali cose ci sembra siano nate dalle nostre azioni. Così fanno i tuoi amici, che hai mandato in giro ad annunciare che tu ci sei, che sei qui con noi in carne e sangue, che togli il male, ogni male dalle nostre vite, se abbiamo fiducia in te. Sono entusiasti, perché hanno agito e vissuto come agisci e vivi tu con loro. Ma l'amore non si ferma, c'è troppo bisogno del tuo amore, Gesù, perché solo il tuo amore salva e vive. Allora "tutti" vi cercano, perché ciascuno di noi ha almeno un male che tormenta la sua vita, e molti anche più di uno.
Vuoi dare ai tuoi amici anche riposo. Ma non ti riesce.
«Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». [...] Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.».
Il punto, Gesù, e tu lo sai, è proprio che, quando si regala amore con umiltà, mitezza e dono di sé, allora si colmano tutti i bisogni delle nostre vite ferite dai mali con cui ci offendiamo e avveleniamo; grazie a quest'amore che tu sei distruggiamo le nostre morti e, insieme a te, ridiamo vita a chi l'ha perduta, a quelli cui l'abbiamo tolta. Ecco l'amore che vive e vince, la tua bella fatica di amare da cui non ci si può riposare, la tua semplice vittoria su male e morte. 
Questa è la tua felicità del piacere di amare: esperienza di te e di D** immenso presente amore che non termina più, che sempre ci dona felicità e vita, qualsiasi cosa succeda. Dalla tua stupenda fatica di fare questo amore per formarlo, dividerlo, offrirlo non ci si può riposare perché c'è bisogno di quest'amore che risana e guarisce, c'è troppo bisogno del tuo amore che vince. Ecco, è troppo bello fare l'amore con te, vedendo e assaporando la tua vittoria in noi, nelle nostre carni e vite. Perché il bisogno di essere amate e amati deve essere riempito, colmato. fatto fiorire.
«Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero».
Ma c'è un punto, Gesù, che mi fa male. C'è un aspetto di questa narrazione che trovo difficile.
Fino all'ascolto di te che ci inviti a fare e donare amore, con te e insieme a te, Gesù, tutto corre liscio, dai tuoi tempi a oggi. Ciò che hai dato ai tuoi amici e discepoli lo dai e lo moltiplichi anche per noi. Anche noi abbiamo il bisogno d'amore che tu e solo tu colmi e risani.
Ma c'è il tuo sguardo finale, che mi ferisce.
«Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose».
Perché siamo ancora "come pecore che non hanno pastore"?
Perché non siamo un solo gregge con un solo pastore, tu e solo tu Gesù nazareno?
Perché siamo ancora divisi, insultati, feriti, oppressi dai troppi inutili e stupidi satana che costruiscono inferni di nulla, destinati a sparire nell'immensa vittoria dell'amore Dio che sei tu, Gesù?
Perché non amiamo con la semplicità, la libertà, la gioia, la fiducia, il piacere che sei tu, Gesù, mio Signore e mio Dio?
Gesù, amico, sposo, maestro.
Aiutaci ad amare come ami tu, Gesù, allo stesso modo di Dio amore: la fresca libertà di donare gioia e felicità insegnando ad amare mentre si ama e, così, si impara ad amare.
Com'è e come fa D**, altissimo amore.
ciao r

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